"Sono più di 30.000 i bambini che ogni anno nascono prematuri nel nostro paese. Grazie ai progressi della medicina e alle cure del nostro Servizio Sanitario Nazionale sempre più spesso si riescono a superare tutte le difficoltà. Oggi, Giornata Mondiale della Prematurità, è l'occasione per fare un grande in bocca al lupo a questi piccoli combattenti e ai loro genitori". Così il Ministro Roberto Speranza in occasione della Giornata mondiale della prematurità (World Prematurity day), manifestazione globale, celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti.
I dati in Italia
In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).
Quest'anno per celebrare la Giornata la SIN - Società Italiana di Neonatologia, insieme a Vivere Onlus coordinamento delle Associazioni dei genitori, ha previsto varie iniziative volte a sensibilizzare e accrescere la consapevolezza sul problema delle nascite premature
"Zero separation": i genitori dei neonati prematuri non sono visitatori, ma parte integrante della cura
"Sostenere la vicinanza dei genitori al neonato significa riconoscerne il ruolo non di visitatori, ma di capacità curante. Con un coinvolgimento precoce della famiglia si rafforzano quelle connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino e si determinano effetti positivi sull’esito della salute neuro-comportamentale a distanza." Lo ribadisce il Prof. Fabio Mosca, Presidente SIN.
Il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno sono momenti essenziali per un sano sviluppo del neonato e per questo ogni bambino ha il diritto di beneficiare sempre della presenza dei genitori. Occorre pertanto sostenere il più possibile la cosiddetta “Zero separation”, cioè garantire la vicinanza genitori-neonato, anche nel difficile periodo che stiamo vivendo.
La "Zero separation", campagna promossa da EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants e supportata dalla SIN e da tante altre società scientifiche ed associazioni in tutto il mondo, durante l’emergenza Covid-19, dovrebbe diventare l’approccio principale nei primi momenti di vita tra madre e neonato ed essere mantenuta e difesa all’interno delle strutture ospedaliere.
Il convegno SIN e la traduzione degli “Standards of care”, per uniformare le cure in Terapia intensiva neonatale
Per celebrare la Giornata Mondiale della Prematurità, la Società Italiana di Neonatologia ha organizzato un convegno dal titolo “I progetti della SIN avanzano”, un momento di incontro e confronto che si è svolto in modalità live streaming il 16 novembre.
Il convegno è stata l’occasione per presentare la versione italiana, realizzata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), in collaborazione con Vivere Onlus, degli “Standards of Care” dell’EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants, che nascono con l’obiettivo di mettere a disposizione delle neonatologie di tutta Europa strumenti condivisi per migliorare la cura e l’assistenza dei bambini nati prematuri o affetti da altre gravi patologie. Il progetto riunisce circa 220 professionisti, rappresentanti dei genitori e specialisti del settore medico-scientifico provenienti da più di 30 paesi.
Monumenti e ospedali illuminati di viola e video SIN sulla prematurità
Anche quest’anno la Società Italiana di Neonatologia (SIN) insieme a Vivere Onlus, ha rinnovato l’invito ai Sindaci e alle amministrazioni comunali di tutta Italia per far illuminare di viola, colore simbolo della prematurità, i monumenti più rappresentativi nelle diverse città.
Sarà un giorno in cui le regioni, attualmente divise dalla pandemia, avranno l’occasione di essere unite in un abbraccio solidale “virtuale” sotto un solo colore: il viola della prematurità.
La SIN ha, inoltre, diffuso sul suo canale Youtube un video sulla prematurità, in cui ribadisce l’elevato livello di assistenza della rete dei punti nascita italiani, che garantiscono cure specializzate ai piccoli prematuri e alle loro mamme, in un percorso che inizia in TIN e continua anche dopo la dimissione.
15 NOV - L'inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte prematura e malattie ed è il più grande rischio per la salute ambientale in Europa. A fare il punto della situazione è l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) che sottolinea come siano le malattie cardiache e l'ictus le ragioni più comuni di morte prematura attribuibili all'inquinamento atmosferico, seguite dalle malattie polmonari e dal cancro ai polmoni.
L’AEA ha anche stimato i potenziali benefici per la salute derivanti dal raggiungimento degli standard di qualità dell'aria dell'UE e dei valori delle linee guida dell'OMS per il particolato fine nell'aria ambiente.
Nel 2019, l'inquinamento atmosferico (anche se in misura minore rispetto al 2018) ha continuato a causare un onere significativo di morti premature e malattie nei 27 Stati membri dell'UE: 307.000 morti premature attribuite all'esposizione cronica al particolato fine; 40.400 morti premature attribuite all'esposizione cronica al biossido di azoto e 16.800 morti premature dovute all'esposizione acuta all'ozono.
E l'Italia figura purtoppo ai vertici di questa classifica, considerando in particolare i grandi Paesi europei: siamo infatti al secondo posto dopo la Germania per morti evitabili da particolato e ozono ma al primo posto per le morti evitabili da biossido da azoto. Complessivamente nel nostro Paese sono state quasi 64mila le morti evitabili per inquinamento per un totale di oltre 645mila anni di vita persi.
Rispetto al 2005, nel 2019 le morti premature attribuite all'esposizione al particolato fine sono comunque diminuite del 33% nell'UE-27. Se questo tasso di riduzione delle morti premature verrà mantenuto in futuro, l'UE dovrebbe raggiungere l'obiettivo del piano d'azione per l'inquinamento zero.
Tuttavia si sarebbe potuto ottenere già nel 2019 un risultato significativo con una riduzione di almeno il 72% rispetto ai livelli del 2005 se la nuova linea guida dell'OMS sulla qualità dell'aria per il PM 2,5 di 5 µg/m 3 fosse stata raggiunta in tutta l'UE-27 già nel 2019.
In termini assoluti avrebbe voluto dire 178mila morti in meno (-55%) nel 2019 rispetto ai 307mila decessi evitabili stimati.
La qualità dell'aria in Europa è stata comunque migliore nel 2019 rispetto al 2018, il che ha anche comportato un minor impatto negativo sulla salute. Il calo dell'inquinamento segue una tendenza a lungo termine, guidata da politiche volte a ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell'aria.
Nell'ambito del Green Deal europeo, il piano d'azione dell'UE per l' inquinamento zero fissa l'obiettivo di ridurre il numero di morti premature dovute all'esposizione al particolato fine di oltre il 55% entro il 2030 , rispetto al 2005.
Secondo l'analisi dell'AEA, il L'UE è attualmente sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo, poiché il numero di questi decessi è diminuito di circa un terzo dal 2005 al 2019.
La mortalità evitabile per particolato. I maggiori rischi per la salute in termini di morti premature e anni di vita persi (YLL) attribuibili all'esposizione al particolato fine (PM 2,5) sono stimati per i paesi con alcune delle più grandi popolazioni, vale a dire, in ordine decrescente, Germania, Italia, Polonia, Stati Uniti Regno e Francia.
L’Italia in particolare presenta ben 49.900 morti premature, equivalenti 504.500 anni di vita persi.
La mortalità evitabile per esposzione al biossio di azoto. I maggiori rischi per la salute in termini di morti premature e anni di vita persi (YLL) attribuibili all'esposizione al biossido di azoto (NO 2) sono stimati per i paesi con alcune delle più grandi popolazioni, vale a dire, in ordine decrescente, Italia, Spagna, Germania, Stati Uniti Regno e Francia.
L’Italia in particolare presenta 10.640 morti premature e 107.600 anni di vita persi. www.quotidianosanita.it
L’anno volge al termine e con esso la proroga dei trienni formativi 2014-2016 e 2017-2019. Fino al 31 dicembre 2021, infatti, medici e professionisti sanitari avranno la possibilità di acquisire crediti Ecm da trasferire ai trienni passati e mettersi quindi in regola con l’obbligo formativo per evitare le conseguenze che dai primi mesi del prossimo anno colpiranno i sanitari inadempienti. Gli elenchi di chi non risulta in regola sono infatti già pronti.
Ad annunciarlo, a margine del webinar organizzato dall’Associazione Formazione nella Sanità, il Presidente del Cogeaps Enrico De Pascale: "Nei prossimi giorni invieremo le comunicazioni a tutti gli Ordini, che quindi avranno la possibilità di analizzare e di verificare la posizione formativa di ogni professionista".
"Come è noto – aggiunge De Pascale – il Consorzio è un ente strumentale degli Ordini, che hanno il potere ed il dovere di intervenire sulla certificabilità dei propri iscritti. E questo è possibile grazie al grande lavoro fatto negli ultimi due anni, che oggi ci consente di essere in linea con le richieste dei singoli professionisti, avendo tutti i dati aggiornati non solo dei trienni precedenti, ma anche del triennio in corso. Chi volesse verificare i propri crediti o spostarli ai trienni precedenti, può quindi scaricare e utilizzare la App del Cogeaps".
E cosa accadrà, allora, a chi non dovesse risultare in regola? "Sarà ogni singolo Ordine a vagliare la posizione del professionista e decidere che tipo di azione intraprendere – risponde De Pascale -. Sicuramente non si potrà parlare di una sanzione uguale per tutti, ma sarà comunque indispensabile andare nella direzione indicata dal Codice deontologico, dalle norme di legge e anche dall’orientamento giurisprudenziale, recentemente intervenuto proprio in merito alla relazione tra formazione Ecm e risarcibilità del danno".
Ma accanto a quei professionisti, auspicabilmente pochi, che non rispettano l’obbligo formativo, ci sono migliaia di sanitari che tengono particolarmente all’aggiornamento continuo, e che anzi seguono più corsi formativi del necessario. Perché non premiarli in qualche modo, dunque? "Io sono personalmente convinto che un meccanismo premiante sia più efficace di un meccanismo sanzionatorio – l’opinione di Enrico De Pascale -. Può essere un incentivo a fare sempre di più e sempre meglio. Da una parte noi dobbiamo fare in modo che la certificabilità sia sempre più facile da ottenere e che non ci siano quindi difficoltà nella fruizione dell’attività formativa. Poi – conclude – dobbiamo far capire l’importanza reale della formazione, e in questo senso l’inserimento di meccanismi premianti può senz’altro contribuire a raggiungere questi risultati". www.quotidianosanita.it