Il 12 marzo si celebra la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
Purtroppo non siamo in Abruzzo, il 2024 segna l'avvio sperimentale per il "villaggio della salute" che grazie ai fondi del Pnrr, consiste nell'attuazione del territorio di 50 punti salute al fine di contrastare la carenza dei medici con la prossimità dei servizi e per favorire l'abbattimento delle liste d'attesa.
I punti salute sono ambulatori gestiti dall'infermiere di comunità ed offrono prestazioni come la rilevazione di parametri vitali, interventi di educazione sanitaria ma
anche prestazioni specialistiche assicurate a distanza dai medici dell'Inrca tramite telerefertazione/televisiva.
Siamo nelle vicine Marche, dove a quanto pare si ha l'intenzione di investire nella figura infermieristica direttamente sul campo e con la massima autonomia.
A dare la notizia è la direttrice generale dell'Istituto di ricerca Irccs-Inrca, Maria Capalbo, la quale ha detto che nel 2023, con conferma per il 2024 " il nostro impegno è stato è sarà
ancora rivolto sia alla parte ospedaliera sia ai modelli organizzativi innovativi di medicina di prossimità, con lobbiettivo di creare buone pratiche".
da:www.nursetimes.org
Lo sfogo di Saverio Andreula, presidente di Opi Bari, in merito alla carenza di personale infermieristico.
I dati dell’ultimo rapporto Fnopi parlano chiaro: con circa 6mila unità che mancano all’appello la Puglia è tra le regioni che palesa la maggior carenza di infermieri, seconda solo a Campania e Lombardia. Una criticità che rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale, con conseguenze immaginabili sulla qualità dell’assistenza fornita ai cittadini.
Sul tema è intervenuto, tra gli altri, Saverio Andreula, presidente di Opi Bari: “I dati sono decisamente sconfortanti. La carenza di infermieri in Italia, e in particolare in Puglia, non è mai stata così grave. Senza un deciso e immediato cambio di rotta, è a rischio la garanzia di sicurezza delle cure”.
Significativo l’esempio del Policlinico di Bari, dove le turnazioni di personale nelle sale operatorie prevedono spesso la presenza di appena due infermieri e un oss per intervento. “Ciò che avviene nel più grande nosocomio pugliese – continua Andreula – è emblematico. La carenza di infermieri e oss, profili indispensabili per erogare prestazioni sanitarie e sociosanitarie, è drammatica rispetto ai posti letto e alle prestazioni mediche, soprattutto chirurgiche, erogate all’utenza. Allo stato attuale è impossibile garantire prestazioni in sicurezza”.