Cari colleghi a partire dal mese di Marzo abbiamo deciso di introdurre una rubrica che abbiamo chiamato “Un caffè con….” che ha lo scopo di raccontare le vostre esperienze lavorative attraverso una breve intervista. Questo mese abbiamo incontrato Angela De Solis infermiera presso U.O Cardiochirurgia di Teramo.
1) Parlaci di te
L’interesse verso la professione infermieristica nacque da un’esperienza personale famigliare; mia nonna paterna si ammalò di demenza senile e io dovetti assisterla per gran parte del tempo. Grazie a questa esperienza decisi di iniziare il percorso di studi per diventare infermiere.
2) Qual è stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
Per quanto riguarda il mio percorso formativo ho seguito le lezioni presso l ’Universita’ degli Studi di L’Aquila e presso la sede periferica dell’Ospedale civile Mazzini di Teramo. Appena dopo la laurea mi sono trasferita a Bologna presso il Policlinico S. Orsola Malpighi per iniziare la mia carriera lavorativa. Ricordo ancora i primi giorni in corsia, ero molto preoccupata e timorosa di sbagliare. Nonostante tutto in pochissimo tempo ho raggiunto traguardi e obiettivi importanti e impensabili anche grazie al valido aiuto dei miei colleghi. Colgo l’occasione di ringraziarli ancora una volta.
3) Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questa professione?
Ai giovani che vogliono realmente intraprendere questo percorso consiglio di armarsi di buona volontà, umiltà, professionalità e motivazione. Ogni giorno bisogna convivere con il dolore e con la malattia per raggiungere un obiettivo: il benessere del paziente. Come se non bastasse occorre avere buona flessibilità nello spostarsi per poter lavorare (anche per brevi periodi). Nel mio percorso lavorativo iniziato nel 2005 ho cambiato tre regioni e cinque aziende ospedaliere. Ritengo molto importante il rapporto con i colleghi da curare giorno per giorno. In fondo l’infermiere deve lavorare in equipe.
4) Come pensi che l’utenza oggi recepisca la nostra professione?
Nonostante la professione infermieristica abbia raggiunto dei traguardi importanti anche da un punto di vista legislativo sono convinta che purtroppo l’utente non riesce a percepire la nostra professionalità. Spesse volte siamo considerati alla stregua di badanti (senza nulla togliere a chi svolge questo lavoro). Le persone non vogliono accettare la propria malattia e diventa difficile trattare con loro. Probabilmente a causa di una inadeguata informazione siamo ancora considerati dei “paramedici” o figure di supporto come ad esempio gli operatori socio sanitari e gli ausiliari e non come dei professionisti.