Un nuovo appuntamento con la rubrica "un caffè con...".Questa volta abbiamo dato la parola al collega Biagio Sgattone, infermiere presso il Pronto Soccorso/118 del P.O. di Sant'Omero.
1. Qual'e'stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
Ho iniziato la mia carriera formativa come infermiere generico nel 1977 ad Atri; successivamente negli anni che vanno dal 1982 al 1985 mi sono riqualificato come Infermiere Professionale presso l'Ospedale di Sant'Omero. Sono stati anni che non dimenticherò mai, conditi da duri sacrifici ma ripagati da grandi soddisfazioni.
Il mio percorso lavorativo invece, è iniziato presso il reparto di Ortopedia di Sant'Omero durato 25 anni, dopodichè nel 2004 decisi di cambiare aria per andare in Pronto Soccorso/118 dove tuttora lavoro.
2.Qual'è il tuo rapporto con i colleghi, in particolare con i più giovani?
Cerco di avere un rapporto costruttivo soprattutto con i più giovani dai quali cerco di apprendere nuove nozioni teoriche offrendo in cambio la mia esperienza.
3. Come pensi recepisca l'utenza la nostra professione?
Secondo me, con l'inserimento delle figure di supporto all'infermiere, si rischia di perdere quello che era l'iniziale rapporto tra paziente ed infermiere stesso con la perdita del contatto diretto da una parte e la figura del medico che pone mille ostacoli verso l'autonomia.
4. Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questa professione?
Ai giovani dico di non perdere mai la voglia di crescere, di aggiornarsi, di non sentirsi mai sazi delle proprie esperienze,proprio come ho fatto io visto il mio percorso iniziato come Infermiere Generico ed oggi Infermiere con 40 anni di esperienze ancora voglioso di migliorarsi.
5. Le ultime terribili vicende legate all'emergenza del terremoto prima e della neve dopo hanno visto come protagonisti molti nostri colleghi. Che considerazioni hai in merito?
Lavorando in Pronto Soccorso/118 mi sono trovato in prima persona ad intervenire insieme ad altri colleghi. Sono stati giorni lunghi e faticosi che hanno messo a dura prova il fisico nella mente e nello spirito. Ricordiamoci che anche noi abbiamo una famiglia e in quei giorni dovevamo pensare sia a soccorere più persone possibili che ai nostri cari.
Non è stato facile ma, fortunatamente, siamo riusciti a gestire con grande professionalità gli interventi e questo deve rendere tutti noi Infermieri e Medici molto orgogliosi. Uniti si vince.
6. Sappiamo che dal 1 febbraio 2018 andrai in pensione. Come ti senti?
Quando raggiungi un traguardo come quello della pensione vuol dire che di strada ne hai fatta tanta, un percorso condiviso con tanti colleghi con cui ho avuto l'onore di lavorare, condito da momenti belli e meno belli; approffitto di questo spazio per ringraziarli tutti, per avermi sopportato e soprattutto supportato.