Gli effetti avversi del caldo sulla salute sono in gran parte prevenibili. Dal punto di vista operativo sono necessari piani di prevenzione a differenti livelli, che tengano conto di vulnerabilità e peculiarità proprie di singole realtà locali. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici in atto a loro volta sono in grado di determinare un peggioramento della qualità dell’aria sia dalle attività umane, associate ad esempio ad un maggior consumo di energia per la climatizzazione delle abitazioni in estate, sia da cause naturali aumentando la frequenza e l’intensità degli incendi e quindi le emissioni di particolato.
A partire dal 2004, il ministero della Salute ha avviato una serie di iniziative per la prevenzione dell'impatto delle ondate di calore sulla salute della popolazione e ha dato l’incarico a un ristretto gruppo di esperti, coordinati dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria di redigere linee di indirizzo per affrontare in maniera efficace l'emergenza caldo. L’ultimo aggiornamento delle linee di indirizzo risale a marzo 2013.
Quest’anno il ministero ha ulteriormente aggiornato e integrato le linee di indirizzo del 2013.
La principale novità rispetto all’ultima versione è l’inserimento di una sezione specifica su inquinamento atmosferico e prevenzione dei relativi effetti sulla salute e un capitolo dedicato alla mitigazione dell’effetto dell’isola di calore urbano.
Le nuove linee di indirizzo su ondate di calore e inquinamento atmosferico sono state prodotte nell'ambito del progetto del Centro per la prevenzione e controllo delle malattie (CCM) Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del SSR Lazio e sono rivolte alle istituzioni locali, ai medici di medicina generale, ai pediatri, ai medici ospedalieri e in generale a tutti gli operatori socio-sanitari coinvolti nell’assistenza e nella protezione delle fasce di popolazione più vulnerabili.
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