Valorizzare il ruolo dell’infermiere in ambito oncoematologico può avere risvolti positivi sia a livello di pressione su medici e strutture sanitarie sia a livello di assistenza ospedaliera e domiciliare a pazienti e caregivers. Fornire linee di indirizzo alle strutture ospedaliere per ridefinire al meglio il ruolo dell’infermiere nei reparti di oncoematologia e in assistenza domiciliare è stato l’obiettivo del progetto EMATONurse, sostenuto incondizionatamente da Roche, che ha portato alla redazione di un documento condiviso da oncologi specializzati nella cura dei linfomi, infermieri dei reparti di oncoematologia, farmacisti ospedalieri e rappresentati delle associazioni pazienti.
La discussione che ha portato alla stesura del documento, fruibile dai reparti di oncoematologia, ha fatto emergere innanzitutto la necessità di implementare una formazione ‘professionalizzante’ specifica per patologia, anche per l’infermiere. Allo stato attuale, comunque, la formazione in reparto resta centrale, con l’infermiere che deve avere competenze su tutte le fasi del processo di somministrazione dei protocolli terapeutici.
Il documento raccoglie anche raccomandazioni pratiche su come gestire la somministrazione delle terapie, con particolare attenzione all’eventuale presentazione di eventi avversi. Ampio spazio, infatti, è stato dato alla gestione del percorso clinico-assistenziale, dalla presa in carico alla dimissione del paziente, che dovrebbe essere accompagnata anche da una lettera di dimissioni infermieristica, fino all’assistenza domiciliare.
Infine, sono stati raccolti i desiderata dei pazienti che, tramite le associazioni che li rappresentano, hanno evidenziato la necessità di essere resi co-protagonisti del loro percorso di cura. https://www.popsci.it/