La Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche FNOPI esprime un messaggio di ringraziamento e solidarietà a tutti gli Ordini Italiani per il lavoro svolto nella fase più acuta della pandemia e a sostegno della campagna vaccinale, operando spesso in condizioni di massima urgenza e in uno scenario normativo di non sempre facile interpretazione.
Gentili Presidenti, Consigli Direttivi, Commissioni d’Albo, Collegi dei Revisori dei conti,
con la pubblicazione in Gazzetta del decreto legge 162/2022 si chiude, per il momento, un lungo periodo in cui, a costo di sembrare autoreferenziali, gli Ordini delle professioni infermieristiche, con la Federazione nazionale, e in generale tutti gli Ordini sanitari Italiani hanno svolto un lavoro immane, rivestendo con dedizione, serietà e responsabilità il delicato ruolo di enti sussidiari dello Stato in uno dei momenti storici più tragici per il Paese, in un contesto internazionale di difficile lettura.
Ci sembra quindi doveroso ringraziare tutti gli OPI d’Italia per non essere mai venuti meno al loro mandato istituzionale e all’essere garanti della salute pubblica presso pazienti e cittadini, anche a costo di enormi sacrifici sotto il profilo organizzativo, economico, emotivo.
I nostri Ordini provinciali si sono fatti carico della gestione di una dialettica ideologica forte all’interno della professione, pagandone lo scotto in termini di ricorsi, denunce, per non parlare di intimidazioni e atti vandalici che seppur perpetrati da una esigua minoranza di popolazione avversa alla campagna vaccinale hanno tracciato ferite profonde. I presidenti e tutti i membri dell’ordine, in particolare, sono stati chiamati a “metterci la faccia” e ad unire fratture dentro e fuori la professione che le normative hanno man mano prodotto.
Vogliamo ricordare che i componenti degli Ordini che hanno sempre lavorato con spirito di servizio lo hanno fatto nella quasi totalità dei casi fuori dell’orario di lavoro, usufruendo di ferie o rinunciando all’attività libero professionale, quasi sempre senza compensi perché la normativa non prevede distacchi di sorta e i bilanci della maggior parte degli Ordini non prevedono particolari spazi di riconoscimento economico.
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