di Paola Di Paolo, Infermiera, Piombino
Nei paesi occidentali, a partire dagli anni Ottanta, è emerso un crescente ricorso all'uso di medicine complementari (Bottaccioli, 2010). Il successo di questo approccio ‘multi-sfaccettato’ è nelle sue caratteristiche di adattamento e rispetto per l’individualità della persona. Un recente studio (Berretta et al., 2017) ha evidenziato che ormai sono molti i centri pubblici italiani che offrono prestazioni di medicina complementare e di oncologia integrata.
In Toscana, che tra le regioni italiane è quella che è riuscita ad integrare le Complementary and Alternative Medicine (CAM) nelle realtà sanitarie, esistono ad oggi circa cento ambulatori pubblici di medicina complementare. L'ospedale Petruccioli di Pitigliano (Grosseto) è una struttura rivoluzionaria in cui l'utente può scegliere se essere trattato con la medicina tradizionale oppure avvalersi dei trattamenti non convenzionali, in base alla patologia di cui è affetto. Sono disponibili a questo scopo l'omeopatia, l'agopuntura, l'osteopatia e le altre tecniche di medicina tradizionale cinese.
Le terapie complementari e non convenzionali vengono sottoposte ad un'accurata verifica scientifica, sia attraverso la revisione della letteratura, sia mettendo in campo studi clinici controllati. L’obiettivo dichiarato è quello di offrire alla comunità il meglio delle terapie complementari, proteggendo gli assistiti da terapie non validate e/o rischiose, come enunciato (Regione Toscana, 2011).