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Gli italiani sempre più depressi, ma lo Stato non investe in salute mentale

Visto da Noi
14 Mar 2023
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Copia di Konstrakta 3Il Mind Health Report del 2023 è un’indagine sulla salute mentale e il benessere percepito condotta da Ipsos e promossa dal Gruppo Axa su un campione di 30.600 persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni in 16 Paesi. Da questo Report l’Italia e il Giappone risultano i paesi con la più bassa percentuale di persone che avvertono uno stato di pieno benessere mentale. Le donne sono i soggetti più fragili - complice la disparità di genere avvertita nel quotidiano - e i giovani - che scontano l'effetto di un uso spesso eccessivo di tecnologie e social.

Lo strumento utilizzato è il Mind Health Index che valuta lo stato del benessere mentale identificando potenziali situazioni critiche e fornendo nello stesso momento azioni possibili da mettere in atto per cambiare stili di vita e abitudini fonte di stress e disagio, migliorando il proprio benessere individuale.

Ogni intervistato viene poi inserito all’interno di un profilo di salute e benessere mentale. I quattro profili identificati sono definiti dalla ricerca: coloro che combinano benessere sociale, emotivo e psicologico a un livello di soddisfazione massima (Flourishing); coloro che mostrano benessere in alcune aree, ma con una percezione generale meno intensa (Getting by); coloro che non si sentono al pieno delle proprie capacità e manifestano assenza di un benessere positivo (Languishing) e coloro che riportano totale assenza di aree di benessere, per i quali la fatica è associata a disagio emotivo e compromissione psicosociale (Struggling).

In Italia (e in Giappone) i risultati peggiori sullo stato della salute mentale degli intervistati solo il 18% del campione dichiara uno stato di pieno benessere (Flourishing), un dato in calo rispetto allo scorso anno (20%).

Lo stress è il disturbo mentale più diffuso a livello globale, in Italia è avvertito dal 56% del campione (+8% vs 2022).Il 48% degli italiani soffre di solitudine, il dato peggiore in Europa, mentre incidono sullo stato di salute mentale anche l'impatto negativo della guerra, avvertito dal 52% del campione e l'impatto degli effetti negativi del cambiamento climatico (43%, terzi in Europa). Le donne sono le più colpite in tutte le fasce d'età, principalmente a causa del divario di genere avvertito nell’ambito lavorativo. I giovani sono un’altra categoria particolarmente fragile. Su essi pesano l’incertezza sul futuro, la solitudine e l’immagine corporea, ma anche una maggiore sensibilità alla tematica del cambiamento climatico. Per il 38% dei giovani, inoltre, tecnologia e social media hanno un impatto negativo sul proprio benessere mentale. Solo 1 giovane su 12 riporta uno stato di benessere mentale pieno.

Un dato positivo c’è, diminuisce infatti lo stigma sull'argomento e cresce la propensione a prendersi cura della propria salute mentale. Oltre il 60% degli italiani si rivolge a medici e specialisti per la diagnosi delle malattie mentali, dato in controtendenza rispetto allo scorso anno, dove l'Italia era il primo Paese europeo in classifica per numero di persone che ricorrevano all'autodiagnosi.

Diminuisce dunque lo stigma e aumenta la consapevolezza sull'importanza di prendersi cura del proprio benessere mentale.

Purtroppo però l’Italia è 21esima al mondo per la spesa in salute mentale: il 3% del costo della Sanità, contro il 14% della Francia, l’11% della Germania e il 10% del Regno Unito. Abbiamo il bonus psicologo ma i fondi stanziati sono bastati ad accogliere solo il 10% delle 400mila domande presentate.

Se la percezione della popolazione sta cambiando, anche se molto lentamente, è auspicabile che le istituzioni guardino alla gravità del problema e prendano coscienza di quanto sia necessario agire per garantire ai cittadini adeguata educazione e supporto.

 

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