Quattro obiettivi da raggiungere per FNOPI, Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche e SIDMI, Società italiana Direzione e Management delle professioni infermieristiche: formazione, ruolo manageriale, staffing (personale giusto al posto giusto), specializzazioni.
FNOPI e SIDMI hanno identificato in un protocollo d’intesa appena sottoscritto, azioni da promuovere in questo senso: il superamento delle disomogeneità nazionali, nella struttura organizzativa della dirigenza delle professioni infermieristiche, troppo spesso soggetta a “interpretazioni” e a volte negata; il rafforzamento di queste strutture e l’articolazione in diversi livelli con ambiti di dirigenza e coordinamento specifici; l’accesso degli infermieri a tutte le opportunità dirigenziali del Ssn; lo sviluppo di processi formativi specifici per la dirigenza in ambito sanitario e sociosanitario con percorsi integrati con Enti accademici e imprenditoriali italiani ed esteri.
Sulla formazione, il protocollo prevede, tra l’altro, lo sviluppo della managerialità, con sinergie per l’accrescimento delle competenze specifiche, l’attivazione di corsi di alta formazione per consolidare l’attuale management, la strutturazione in sinergia con le Università di percorsi post-laurea magistrale da far evolvere attraverso anche la Conferenza Stato Regioni per lo sviluppo di ruoli e rispetto al PNRR.
Per il ruolo manageriale, il protocollo descrive l’evoluzione e lo sviluppo dei nuovi ruoli direzionali con il consolidamento del middle management, il rafforzamento degli infermieri dirigenti, integrando la formazione con conoscenze scientifiche nell’ambito del management sanitario, l’adeguamento delle finalità e delle funzioni anche in relazione alle altre strutture sanitarie e socioassistenziali, l’emanazione di linee guida e la valorizzazione della mission della direzione delle professioni sanitarie. Per questo è essenziale lo sviluppo della leadership delle professioni infermieristiche a garanzia di risposte ai bisogni di assistenza infermieristica, appropriatezza, qualità, efficacia ed efficienza in tutte le attività assistenziali, nell’ambito di presa in carico della persona e della famiglia e comunità in base alla complessità dei bisogni e delle risposte assistenziali, promuovendo interventi professionali, multiprofessionali e integrati secondo il principio dell’interdipendenza dei sistemi e della “Rete” dei servizi.
Poi il consolidamento quali/quantitativo dello staffing rispetto alle evidenze scientifiche e al futuro sviluppo di nuovi rapporti alla luce anche dei nuovi ruoli legati alle specializzazioni cliniche anche per aumentare la sicurezza nelle cure, ridurre il fenomeno delle cure infermieristiche mancate, aumentare la sicurezza dei professionisti e il benessere organizzativo.
Infine, le specializzazioni, con la definizione di strategie sullo skill mix e i rapporti professionali tra infermieri specialisti e generalisti, con altre figure professionali e tecniche, ampliando formalmente le competenze dell’infermiere sia in termini di numeri e grado di autonomia e responsabilità, sia per la capacità di programmazione, regolazione e autocontrollo sulle attività di propria competenza nei diversi ambiti. Questo anche con una riforma dei percorsi di formazione, un graduale ampliamento dei numeri programmati per le lauree e in particolare per l’accesso alle lauree magistrali a indirizzo clinico, per garantire flussi costanti di infermieri in relazione ai bisogni formativi che derivano dal quadro epidemiologico e ricadranno sui servizi nei prossimi anni.