Il governo vara misure che portano l’Italia verso la riapertura delle attività e una maggiore libertà dei cittadini. L’approccio voluto dal premier Mario Draghi rimane quello della «gradualità» e quindi la scelta di rendere illimitato il green pass, lasciare validi i divieti delle zone rosse solo per i no vax e togliere l’obbligo di mascherina all’aperto dal 10 febbraio, quando riapriranno le discoteche: è il segnale che il Paese riparte.
Il governo conferma la scadenza illimitata per chi è vaccinato o guarito con due dosi mentre limita a sei mesi la validità della certificazione verde per chi non ha completato il ciclo vaccinale. Il decreto stabilisce che per chi ha fatto il booster il green pass è valido «senza necessità di ulteriori dosi di richiamo».
Per chi è guarito «oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino» il green pass ha validità sei mesi a decorrere dall’avvenuta guarigione. Per chi è guarito «a seguito del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della relativa dose di richiamo», il green pass «ha validità a decorrere dall’avvenuta guarigione senza necessità di ulteriori dosi di richiamo».
Come già accade in zona arancione, anche in zona rossa i divieti valgono soltanto per chi non ha il green pass rafforzato. Chi invece ha la certificazione potrà uscire dal Comune di residenza anche se non ha motivi di lavoro, necessità, urgenza. Al momento in Italia non ci sono zone rosse. Qualora la curva epidemiologica dovesse risalire il governo dovrà stabilire se mantenere le chiusure di bar e ristoranti, oppure lasciarli aperti soltanto per i vaccinati. Si dovrà anche stabilire se consentire l’apertura dei negozi con l’obbligo di green pass base oppure lasciare aperti soltanto supermercati, alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie e quelli con codice Ateco consentito.
A coloro che provengono da uno Stato estero «e sono in possesso di un certificato di avvenuta guarigione o avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali è previsto il green pass rafforzato, previa effettuazione di un test antigenico rapido (che ha validità 48 ore) o molecolare (che ha validità 72 ore)». La stessa regola vale per coloro che hanno effettuato vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, sempre previa effettuazione di un tampone.
Fino al 10 febbraio è obbligatorio indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. Dall’11 febbraio sarà obbligatorio indossare la mascherina in tutti i luoghi chiusi. Nei bar e nei ristoranti va indossata soltanto quando ci si alza dal tavolo. Nei cinema e nei teatri va indossata sempre. Nelle palestre e nei centri sportivi soltanto quando si sta nelle aree comuni e si può naturalmente togliere quando si fa attività sportiva. Su treni, aerei, navi e su tutti i mezzi del trasporto pubblico locale è obbligatorio indossare le Ffp2. I contatti stretti dei positivi con terza dose da meno di 120 giorni non fanno quarantena, ma devono indossare per dieci giorni la Ffp2 e rispettare l’autosorveglianza.
Fino al 10 gennaio le discoteche sono aperte soltanto come locale pubblico per intrattenimento con il posto al tavolo. Dall’11 febbraio si torna invece a ballare ma seguendo i protocolli già approvati. Potrà entrare soltanto chi ha il green pass rafforzato, quindi guariti o vaccinati. Se la discoteca è al chiuso sarà obbligatorio indossare la mascherina, tranne quando si sta in pista a ballare. Dall’11 febbraio nelle discoteche all’aperto si potrà stare invece senza mascherina. Il limite di capienza di tutti i locali da ballo non può essere superiore al 75% all’aperto e 50% al chiuso rispetto a quella massima autorizzata.
La decisione definitiva sarà presa soltanto nelle prossime settimane ma l’intenzione del governo è quella di non prorogare lo stato di emergenza che scade il 31 marzo. La scelta sarà fatta sulla base dei dati della curva epidemiologica a ridosso della scadenza, ma anche dell’andamento della campagna vaccinale. L’intenzione dell’esecutivo è quella di tornare al regime ordinario che consente comunque di affidare poteri rafforzati a chi deve gestire le misure, compresa l’organizzazione della campagna vaccinale, anche rispetto alle indicazioni che arriveranno da Ema e Aifa sulla somministrazione di ulteriori dosi.Con la fine dell’emergenza dovranno essere riviste e ridiscusse le regole dello smart working.