All’inizio dell’anno è uscito l’ultimo film di Verdone “Benedetta follia”. Il filo narrativo è quello solito cui ci ha abituato l’attore e regista romano, caratterizzato da un lui protagonista, in crisi esistenziale fra rotture e manie da ipocondriaco cronico, sostenuto dalla bella di turno che lo conduce per mano verso un finale felice, quanto scontato. Più che la trama qui preme di sottolineare, forse per la prima volta nei lavori di Verdone, la presenza della figura di un’infermiera che quasi fuoriesce dai soliti cliché.
Quell’infermiera non più un cliché nell’ultimo film di Verdone
L’infermiera viene mostrata una professionista preparata, culturalmente competente, posata, in grado di fare educazione sanitaria e di consigliare percorsi diagnostico-terapeutici. È vestita di una divisa colorata, ma sobria, e si muove in un ambiente sostanzialmente rilassante.