Cos’è – L’esame periodico del proprio seno permette di imparare a conoscerne l’aspetto normale e di notare qualsiasi cambiamento rispetto alla fisionomia di base. Certamente, in un’epoca in cui la mammografia e talvolta l’ecografia mammaria consentono di rivelare tumori di pochi millimetri, non si può parlare di diagnosi precoce: la sola autopalpazione non basta, tuttavia è bene evidenziare che, eseguita correttamente e regolarmente, questa tecnica può aiutare a ridurre il rischio di diagnosticare un tumore del seno in fase avanzata.
È un esame che la donna può eseguire da sola a partire dai 20 anni di età, una volta al mese, una settimana dopo la fine del ciclo (poiché questa è la fase in cui il seno è meno dolente e turgido); se si è in gravidanza o in menopausa, il momento in cui eseguirlo è indifferente. Rilevata la presenza di segnali chiaramente differenti dalle condizioni usuali, sarà allora opportuno sottoporsi a una visita senologica.
Come si svolge? – Davanti allo specchio, in un ambiente ben illuminato, osservare le mammelle tenendo le braccia distese lungo i fianchi; poi appoggiarle sul bacino e spingere forte in modo da contrarre i muscoli del petto. Scrutare adesso le eventuali imperfezioni naturali del seno: infatti, solo raramente le due mammelle sono del tutto identiche.
Attenzione a un mutamento nel disegno dei seni: un’alterazione del contorno, come un gonfiore, una retrazione cutanea o un’anomala morfologia dei capezzoli. Ripetere la stessa perlustrazione con le braccia ben alzate, mettendo in evidenza la zona ascellare, e successivamente anche di profilo, per controllare la linea delle mammelle ed evidenziare irregolarità o vere e proprie sporgenze.
A questo punto, piegare il braccio destro dietro la nuca e cominciare a palpare delicatamente la mammella a destra con la mano sinistra e le dita tese, a caccia di eventuali masse anomale, indurimenti o ispessimenti. L’operazione va quindi ripetuta sul seno sinistro.
Sdraiarsi, ponendo un cuscino o un asciugamano ripiegato sotto la spalla sinistra e collocando la mano sinistra sotto la nuca: i seni si appiattiranno e il tessuto si distribuirà uniformemente sul petto. Premere delicatamente con le dita tese della mano destra (che va posta piatta) il seno sinistro, descrivendo movimenti circolari lenti per cogliere eventuali noduli.
Per un corretto esame, procedere in senso orario, come se la mammella fosse l’immaginario quadrante di un orologio, che va palpato in un giro completo: la parte superiore della mammella corrisponde alle ore 12, poi spostarsi sull’1 e così via, fino a ultimare il cerchio. Anche la zona tra seno e ascella va sondata con cura. Ripetere le stesse manovre sul seno destro, naturalmente spostando il cuscino su questo lato. Per finire, stringere delicatamente i capezzoli tra le dita per rilevare possibili fuoriuscite di liquido (siero o sangue).
Aiutarsi con un fazzoletto: in questo modo si potrà controllare il colore del liquido eventualmente fuoriuscito. E’ importante che tutte le manovre fin qui indicate vengano sempre effettuate allo stesso modo. Per giunta, questo periodico controllo del seno può essere eseguito mentre si sta sotto la doccia. Infatti, certe modificazioni a carico delle mammelle risultano più agevolmente percepibili quando la pelle è umida e i tessuti mammari sono rilassati dal calore dell’ambiente. Se nel corso dell’autoesame dovessero emergere un nodulo, un infossamento o una secrezione, è importante informare il medico, che prescriverà le indagini diagnostiche adeguate allo scopo di fugare ogni dubbio. Non è il caso di allarmarsi, anche se il segnale non va sottovalutato: può trattarsi di un riscontro innocente.
IL TUMORE AL SENO
Cos’è – Il seno è costituito da un insieme di ghiandole e tessuto adiposo ed è posto tra la pelle e la parete del torace. In realtà non è una ghiandola sola, ma un insieme di strutture ghiandolari, chiamate lobuli, unite tra loro a formare un lobo. In un seno vi sono da 15 a 20 lobi. Il latte giunge al capezzolo dai lobuli attraverso piccoli tubi chiamati dotti galattofori (o lattiferi).
Il tumore al seno è una malattia potenzialmente grave se non è individuata e curata per tempo. È dovuto alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne. Ciò significa che hanno la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti e, col tempo, anche gli altri organi del corpo. In teoria si possono formare tumori da tutti i tipi di tessuti del seno, ma i più frequenti nascono dalle cellule ghiandolari (dai lobuli) o da quelle che formano la parete dei dotti. Per L'Articolo completo www.nursetimes.org