28/12/2016 - Netta presa di posizione OPI dopo la diffusione della notizia dell'intenzione del Comune di regolamentare il settore dell'assistenza a domicilio.
Il Collegio OPI di Torino interviene ufficialmente, con una nota a firma della presidente Maria Adele Schirru, nel dibattito, ripreso oggi dal quotidiano "La Stampa", sulla ricerca effettuata dal Comune sul fabbisogno di formazione nel lavoro di cura. I risultati della ricerca confermano come le famiglie affidino sempre più spesso l'assistenza dei propri cari alle "badanti", anche nei casi in cui servirebbero competenze infermieristiche. L'articolo cita l'intenzione del Comune di regolarizzare questo settore, anche mediante un "albo delle badanti".
Di qui la reazione dell'OPI, di cui riportiamo ampi stralci di seguito:
"L'idea di un'assistenza h24 ad anziani, non autosufficienti, malati cronici è la nostra idea, non c'è dubbio. L'idea che questa assistenza debba avvenire dove la persona vive è la ricetta migliore per soddisfare i suoi bisogni e la qualità di vita di cui tutti hanno necessità.
L'idea che le badanti debbano essere 'professionalizzate' e quindi si debbano riconoscere quelle capaci e 'ufficiali' da quelle improvvisate e pericolose ai fini della salute - scrive Schirru - è una necessità legata all'evidenza che dove non arriva il servizio pubblico qualcuno deve pure esserci accanto a queste persone. Ma tutto deve essere fatto secondo canoni di regolarità e di competenza. Ed è per questo che, se un 'albo' delle badanti deve esserci (sarebbe opportuno denominarlo registro), a definire chi ne può far parte deve essere una selezione post-formazione, entrambi possibili solo da parte di un professionista sanitario che ha quale obiettivo primario l'assistenza e il prendersi cura: l'infermiere.
E' per questo che idee, innovazioni e progetti, seppure con fini nobili, devono seguire strade appropriate.
E' per questo che come Collegio siamo disponibili a fornire il nostro contributo sia per la definizione dei percorsi formativi sia per individuare criteri di verifica delle capacità di chi potrà far parte del registro.
E' anche per questo - conclude OPI Torino - che respingeremo sempre con forza l'idea che a una badante, per quanto
formata, possano essere riconosciute competenze infermieristiche. Quelle cioè che gli infermieri acquisiscono a livello universitario, lavorando nelle strutture sanitarie e gestendo dal punto di vista clinico e manageriale la persona. Nessuna competenza infermieristica quindi, può essere attribuita ad altro soggetto. Piuttosto, ribadiamo la necessità di una presenza più capillare di infermieri sul territorio in modo tale che questi possano assumere la responsabilità assistenziale,
eventualmente coadiuvati da caregiver laici meglio informati su cosa poter fare per assistere con maggiore competenza le persone loro affidate. Obiettivo primario è garantire la sicurezza delle cure ed evitare effetti dannosi di atti inappropriati che si sommerebbero a quelli della condizione clinica".