“La tutela della salute mentale rappresenta da sempre per la FNOPI un caposaldo della propria attività istituzionale di valorizzazione delle specifiche esigenze del cittadino ma anche degli infermieri, che sono ormai centrali in ogni percorso clinico e assistenziale di presa in carico dei pazienti, in special modo di quelli che presentano particolari condizioni di cronicità e fragilità”.
Partendo da questo presupposti, Carmelo Gagliano, Consigliere nazionale della Federazione e presidente dell’Ordine degli infermieri di Genova, ha illustrato alla Commissione 10a (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato il punto di vista FNOPI sui disegni di legge sulle “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale” (AS. 734-938-1171-1179), in occasione dell’audizione della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche su questo argomento.
“Si rende necessario – ha detto Gagliano – elaborare e consolidare politiche specifiche che promuovano, fin dai primi anni di vita e per tutta l’età evolutiva, lo sviluppo e il benessere fisico e mentale di tutti i bambini e gli adolescenti e che intervengano efficacemente e in modo mirato, in particolare in contesti e situazioni di vulnerabilità. In questo, la FNOPI si mette a servizio, con il proprio know-how, a servizio delle istituzioni”.
L’Infermiere in Salute Mentale e Psichiatria è oggi, ha spiegato Gagliano, il professionista sanitario che, nell’ambito delle proprie competenze specifiche opera nelle strutture ed i servizi che hanno come mission il farsi carico della domanda legata alla cura, all’assistenza e alla tutela della Salute Mentale per tutte le fasce di età.
Il panorama attuale caratterizzato da quadri psicopatologici sempre più frequentemente in co-morbilità ad altre diagnosi e problematiche (es. dipendenze, psicopatologia in adolescenza e disabilità psichica, situazioni di stress), calati in una realtà con rapide evoluzioni dei contesti sociali e relazionali, obbliga a “manutenere” le conoscenze allo scopo di garantire una ridefinizione continua dell’agire professionale riconducendo le prassi specialistiche a fonti validate quali linee guida, linee di indirizzo, procedure, protocolli, PDTA, buone pratiche sempre più condivise tra i vari saperi. La condivisione della filosofia di cura, che si può esplicare con i diversi modelli concettuali, sostiene una presa in carico da parte dell’Infermiere e degli altri membri dell’équipe.
Il rapporto annuale Salute mentale realizzato dal Ministero della Salute indica come la figura dell’Infermiere sia il professionista maggiormente presente all’interno dei Dipartimenti di salute mentale: a fronte di un totale di 41.734 professionisti sanitari gli Infermieri rappresentano il 37% del totale pari a n. 15.488 unità.
In Italia, il rapporto del SISM – Sistema Informativo per la Salute Mentale del 2023 a cura del Ministero della Salute riportava un numero di primi contatti durante l’anno pari a 285.101 persone, di cui il 94.4% ha avuto un contatto coi servizi di Salute Mentale per la prima volta. Complessivamente, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2022 ammontano a circa 776.829 unità con tassi standardizzati che vanno da 84.8 per 10.000 abitanti adulti. Gli utenti sono di sesso femminile nel 54% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale delle persone assistite al di sopra dei 45 anni (67,2%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi le persone assistite al di sotto dei 25 anni mentre, la più alta concentrazione, si ha nelle classi 45-54 anni e 55- 64 anni (46% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6.1% ,nei maschi e 9.5% , nelle femmine).
“L’Infermiere di Salute Mentale e Psichiatria responsabile della gestione dei processi infermieristici – ha detto ancora Gagliano alla Commissione – è figura fondamentale in quanto:
Accoglie la domanda della persona, della famiglia, decodifica il bisogno di cura e assistenza, identifica le priorità assistenziali e pianifica, in seno all’équipe nel contesto del lavoro interventi volti alla riacquisizione dell’autonomia e autodeterminazione.
Garantisce la continuità delle cure, l’integrazione multi-professionale e la tutela dei diritti della persona.
Fornisce consulenza specialistica ad altri operatori sanitari nelle Unità Operative ospedaliere /o in strutture sanitarie e socio-sanitarie territoriali.
Assiste la persona nelle fasi di acuzie, post-acuzie e nel percorso di ripresa.
Promuove, nel suo operare, la cultura di contrasto allo stigma e adotta un approccio improntato alla recovery”.
Per questo, ha sottolineato , ha bisogno di un percorso formativo che favorisca l’acquisizione delle competenze specialistiche e deve sviluppare, nel suo percorso formativo, capacità relazionali interpersonali orientate al lavoro di gruppo in équipe multidisciplinare e multiprofessionale e al lavoro di rete, finalizzate alla capacità di ascolto attivo e di aiuto nei confronti dell’assistito, della famiglia e dei caregivers, ma anche all’integrazione con altri servizi e professionisti, sanitari e non, scegliendo e adattando di volta in volta la modalità e gli strumenti di comunicazione interpersonale più efficaci.
“Gli aspetti che compongono il percorso del reinserimento delle persone assistite in un contesto di appartenenza a sé stessi e di un’appartenenza sociale sono molteplici – ha spiegato Gagliano – e riteniamo di sintetizzarlo in una sola parola: “empowerment” che comprende empowerment di comunità ed empowerment individuale:
L’empowerment di comunità si riferisce agli individui che agiscono a livello collettivo per riuscire a influenzare e controllare i determinanti della salute e la qualità della propria vita (World Health Organization, 1998).
L’empowerment individuale nasce e si sviluppa come metodologia di intervento per le persone assistite (e i loro familiari) rivolta al recupero e al potenziamento dell’autonomia e della responsabilizzazione attraverso le capacità del singolo individuo di prendere decisioni o per assumere il controllo della propria vita”.
In questo processo, ha detto il consigliere FNOPI, si inserisce l’Infermiere utilizzando la matrice relazionale nel percorso di cura di “presa in carico” della persona assistita e, se esistente, del più ampio contesto familiare e nella negoziazione dei trattamenti, per migliorarne l’efficacia e la qualità.
Per quanto riguarda i disegni di legge, Gagliano ha sottolineato che la FNOPI accoglie con favore i progetti normativi all’esame della Commissione “che, in linea generale, conferiscono ulteriore efficacia ai princìpi della «legge Basaglia», rafforzandone i contenuti di assistenza, confermandone i principi ispiratori. Questa attività di modernizzazione degli approcci nei confronti della salute mentale, e di riflesso dei modelli di presa in carico dei pazienti, non può e non deve prescindere da una presa di coscienza rispetto ai cambiamenti in atto nel contesto sociale e delle nuove esigenze dei pazienti”.