Infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia e Conaps, il coordinamento delle professioni ancora senza albo, scrivono a FnomCeO, ministro della Salute e sindacati di categoria: no all'ipotesi di rivedere la legge introducendo il concetto di "leadership medica"
Il dialogo tra professioni sanitarie e medici si allontana dopo la recente posizione assunta dalla FnomCeO sulla revisione della legge e l'introduzione del concetto di "leadership medica".
E con il dialogo si allontana una possibile mediazione sull'ormai famoso "comma 566" della legge di stabilità 2015 che ha normato la possibilità di crescita professionale delle professioni, più volte chiesta da queste (che rappresentano infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia medica, riabilitatori, tecnici sanitari e della prevenzione e così via per un totale di circa 600mila professionisti della sanità di cui 500mila dipendenti del Servizio sanitario), ma finora rimasta lettera morta.
Le Federazioni degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici di radiologia e il Conaps, il Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie che non hanno ancora l'albo professionale, chiedono con fermezza a questo punto che la legge sia applicata, senza modifiche o ulteriori attese. E lo fanno con tre lettere inviate alla presidente della FnomCeO Roberta Chersevani, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e a tutti i sindacati di categoria, in cui si respinge ogni tentativo di bypassare o modificare la norma appena entrata in vigore.
Nella lettera alla Chersevani le professioni sottolineano che i media di settore hanno riportato la posizione assunta dalla presidente nell'ultimo Consiglio Nazionale, con cui, secondo anche la maggioranza dei componenti il Consiglio nazionale, sul comma 566 si richiede una legge che imponga una "leadership funzionale" del medico nell'équipe multiprofessionale. "Non possiamo che prendere atto della posizione da Lei assunta e constatare che proseguendo in tale direzione si confermerà la preclusione ad ogni confronto sulla possibile rimodulazione delle relazioni professionali tra i medici e le professioni sanitarie", scrivono le professioni.
Al ministro Lorenzin invece, OPI, Tecnici di radiologia, Ostetriche e Conaps, chiedono "con fermezza di portare in conferenza Stato Regioni" i provvedimenti richiesti dalla stessa Commissione Salute delle Regioni già a gennaio 2015 "per iniziare a dare corso a quanto previsto nella legge 190/14 comma 566, articolo 1", nel qual caso "non vi sarà alcuna necessità di azioni da parte delle professioni rappresentate a difesa dell'applicazione di una legge dello Stato".
Il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, il veneto Luca Coletto, infatti, in una lettera inviata il 28 gennaio scorso al ministro Lorenzin, aveva già chiesto, proprio alla luce del "comma 566", di mettere all'ordine del giorno della Stato-Regioni sia il provvedimento sulle competenze avanzate degli infermieri già approvato dalla Commissione a febbraio 2013, sia il provvedimento sull'implementazione di competenze e profilo dei tecnici di radiologia, anch'esso approvato e perfino sottoscritto dalle organizzazioni sindacali dei medici radiologi, sia infine di aprire il confronto tecnico col ministero per definire i percorsi relativi alle altre professioni, secondo il disposto della legge di Stabilità 2015.
Infine i sindacati. Le professioni annunciano di essere pronte a "una informazione capillare della posizione assunta da FnomCeO, alla quale è prevedibile ipotizzare che si accoderanno le organizzazioni sindacali mediche" e chiedono alle loro rappresentanze sindacali "la disponibilità ad attivare un fronte comune per portare a buon fine" il comma 566 e "contestare la richiesta di ottenere ope legis una "leadership funzionale" del medico nell'équipe multiprofessionale. "Una richiesta anacronistica che non aiuta lo sviluppo del sistema salute" è il commento dei responsabili delle professioni.
Tratto da: opi.it