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OPI Torino: no agli "infermieri operai". Interviene la Giunta

Notizie
10 Gen 2017
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All'esame della Giunta regionale la denuncia del Collegio OPI di Torino i casi di infermieri con contratto da "operaio" che di notte puliscono l'ascensore e di giorno svolgono le attività sanitarie proprie della loro professione

E' all'esame della Giunta regionale piemontese dal 9 gennaio la denuncia del Collegio OPI di Torino che ha segnalato alla Regione e all'ispettorato del lavoro i casi di infermieri con contratto da "operaio" che di notte puliscono l'ascensore e di giorno svolgono le attività sanitarie proprie della loro professione.
Il Collegio di Torino si è rivolto all'assessore Antonio Saitta per chiedere un Osservatorio delle professioni sanitarie e un potenziamento dei controlli sui contratti.

«Chiederò all'assessore al lavoro Gianna Pentenero di avviare un approfondimento», ha commntato Saitta. Pentenero, l'assessora al lavoro, conferma la volontà di intervenire: «L'OPI solleva una questione molto grave. Faremo le verifiche per andare a fondo affinché si possa contrastare questa situazione e capirne le ragioni».

Il Collegio di Torino ha presentato un esposto all'ispettorato del lavoro e, dove necessario, ai carabinieri dei Nas.
«Si fa in fretta a dire i sindacati non fanno nulla, i Collegi neppure – ha commentato il vicepresidente del Collegio, Barbara Chiapusso -. Il problema è a monte: vengono create condizioni secondo cui non è necessario l'intervento di nessuno perché" come da contratto" le cose stanno cosi. E tra le righe "se non ti piace te ne puoi sempre andare».
Il Collegio di Torino fa anche alcuni esempi i situazioni sulle quali ha ritenuto di intervenire.

Quello di alcuni infermieri soci-lavoratori di una cooperativa sociale, costretti, sulla base di un contratto che li inquadrava come operai, a svolgere attività infermieristica diurna e ausiliaria/pulizie durante la notte. Nel mansionario rivolto a" tutto il personale sia assistente che delle pulizie" viene riportato di provvedere alla immediata pulizia di eventuali spazi sporchi o oggetti sporchi (...) nello stesso tempo, in caso di necessità, il personale di pulizia deve cooperare con le assistenti. Il personale dell'assistenza deve collaborare con le addette alle pulizie in ogni momento.
A questo incipit segue una declaratoria di mansioni cha dal cambio pannoloni ad orario arriva a "le pulizie devono essere eseguite in modo tale che all'inizio del turno tutte le parti comuni, bagni, refettori ecc. siano perfettamente puliti e profumati, ascensori compresi".

Lo stipendio è diversificato di circa 1 euro/ora a seconda che l'infermiera sia presente sul turno come "assistente" o come "personale di pulizia".

In un'altra cooperativa, gli infermieri tra le 7,30 e le 8 devono controllare i ritardi alvo (?) per l'esecuzione di eventuali clisteri (fonte: mansionario turni –servizio infermeria) e poi smistare i rifiuti e, in barba alle raccomandazioni del Ministero, "preparare i farmaci serali utilizzando gli appositi blister, precedentemente alla somministrazione".

Il Collegio OPI di Torino sta da tempo operando con gli organi preposti per dare risposte agli infermieri. I loro diritti, intesi come diritto a vedersi riconoscere quanto riportato nelle leggi che dall'abolizione del mansionario gli conferiscono l'autonomia professionale di un professionista intellettuale, iscritto a un albo, in possesso di una laurea, per molti sono negati.

"C'è bisogno di una forte rete a sostegno – aggiunge Chiapusso - del loro ingresso nel mondo del lavoro. Vi sono realtà virtuose in cui vengono rispettate le norme e conseguentemente le diverse professionalità; vi sono realtà, come quelle sinteticamente descritte, in cui vengono studiate a tavolino le possibilità per aggirare le leggi e quindi sfruttare, e dico sfruttare, le risorse umane in loro possesso".

Secondo l'OPI sarebbe necessario un osservatorio delle professioni sanitarie da insediare nella Regione. Un sistema che permetta di monitorare costantemente i requisiti di idoneità delle strutture presso cui andranno a operare i professionisti (anche e non per ultimo, a tutela del cittadino) nel rispetto delle loro competenze; i contratti posti in essere (in collaborazione con l'ANAC), l'individuazione di standard assistenziali e così via. E sarebbe necessario potenziare l'attività delle commissioni di vigilanza delle asl, standardizzando gli indicatori a cui far riferimento.

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