Due miliardi in più per il fondo sanitario nazionale nel 2022. E poi altri due rispettivamente nel 2023 e nel 2024.
La prima bozza della legge di Bilancio 2022 mette sul piatto risorse fondamentali da affiancare a quelle del PNRR che sono comunque “a termine” (si interrompono nel 2026) necessarie soprattutto a riempire di “contenuti” (i professionisti) i “contenitori che il Recovry Plan ha previsto e progettato per la salute sul territorio.
Risorse ottenute grazie all’intervento che il ministro della Salute Roberto Speranza non ha mai smesso di operare per riequilibrare dopo anni di tagli il fondo sanitario e che le Federazioni dei professionisti della sanità hanno chiesto per riuscire a integrare gli organici ormai ai minimi termini.
“Ringraziamo il ministro per la sua azione che ha portato altro ossigeno alle casse del Ssn e dopo i due miliardi previsti nel 2019, aumentati a 10 per l’emergenza Covid nel 2020 e poi a 20 con il PNRR, è riuscito a introdurre un meccanismo di crescita del fondo più stabile che è quello che chiediamo ormai da tempo: l’integrazione degli organici non può essere fatta con risorse ‘a tempo’ perché i contratti si devono rinnovare, né si può proseguire con l’immissione di nuovi precari come durante l’emergenza è stato indispensabile fare”.
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), che rappresenta oltre 456mila infermieri in Italia, sottolinea l’enorme passo avanti che si è fatto nell’organizzazione della sanità nazionale con le previsioni attuali della manovra 2022 e l’importanza di scelte che vanno davvero nel senso della tutela della Salute.
“Gli infermieri che mancano nel nostro Paese – continua – sono oltre 60mila. Una parte, gli infermieri di famiglia e comunità, è stata prevista e finanziata nel decreto Rilancio (anche se sono operativi solo il 12% dei professionisti previsti), ma c’è un universo di precari e di vincitori di concorsi pronti a ristabilire il necessario equilibrio di professionisti nel Ssn che senza risorse sarebbe rimasto ancora in stand by”.
“Ora chiediamo al Parlamento di vegliare e tutelare su queste risorse e, una volta che la manovra 2022 sarà legge – conclude – gli infermieri chiedono al Governo e alle Regioni di prevedere nuovi organici anche allargando la disponibilità didattica degli Atenei, introducendo le specializzazioni infermieristiche (anche l’infermiere di famiglia e comunità lo è) e condizioni di lavoro analoghe a quelle dei colleghi degli altri paesi europei. La sanità si fa con l’organizzazione dei servizi, la salute si ha quando ci sono professionisti in grado di garantirla.”