15/04/2015 - Rinvio si una settimana ancora per l'intesa sulla riduzione di 2,352 miliardi della spesa sanitaria, ottenuta con misure su personale e strutture per circa 273 milioni in meno e sugli acquisti di beni e servizi. Motivo: alcuni nuovi emendamenti delle Regioni. Il testo dell'intesa
E' rinviata al 23 aprile l'intesa Stato-Regioni con cui si applica la riduzione di 2,352 miliardi della spesa sanitaria 2015.
Come ha spiegato il presidente delle Regioni, Sergio Chiamparino, i governatori avevano aggiunto alla bozza alcuni emendamenti, sui quali il Governo avrebbe già espresso la propria «disponibilità» ma «c'è bisogno del tempo tecnico di approfondire la materia, che coinvolge il Mef: il ministro Padoan era ieri all'estero e quindi si è deciso di rimandare». Le integrazioni riguarderebbero – come ha spiegato lo stesso Chiamparino – alcune «richieste politiche condizionanti: l'apertura di un tavolo per avviare la revisione del Patto della Salute» dove discutere della «rivisitazione dei Lea, della ridefinizione del sistema dei ticket, che bisognerà accelerare, e della questione dei farmaci innovativi».
Per le Regioni, il tavolo diventa indispensabile dopo la pubblicazione del Def, il Documento di economia e finanza, che "proietta" anche sul 2016 i 2,3 miliardi di tagli imputati quest'anno al Ssn. «Se le nostre proposte saranno accolte» ha concluso Chiamparino «sarà possibile rendere sostenibile il sistema sanitario anche nel prossimo anno».
Il testo già pronto comunque conferma il giro di vite sulle prescrizioni di specialistica ambulatoriale, il ridimensionamento dei ricoveri di riabilitazione, l'azzeramento delle strutture private con meno di 40 posti letto, la riduzione delle strutture semplici e complesse, l'eliminazione di 15 centrali del 118. Queste voci, come già anticipato, dovrebbero portare un risparmio minimo di almeno 273 milioni.
Il grosso della manovra tuttavia, come ha anticipato anche il presidente dei governatori Sergio Chiamparino, è concentrato sui beni e servizi. Il testo prevede la rinegoziazione dei contratti di acquisto con un abbattimento medio del 4% del valore dei contratti in essere e la possibilità per le Asl di recedere dal contratto in caso di rifiuto della rinegoziazione. E se il budget che sarà definito sarà superato, a pagare saranno le imprese fornitrici che dovranno ripianare la spesa extra per il 30% nel 2016, il 40% nel 2017 e il 50% nel 2018.
Per quanto riguarda i farmaci, sarà anticipata a fine anno la revisione del Prontuario terapeutico per la quale entro il 30 giungo l'Aifa dovrà sviluppare la metodologia, individuare i raggruppamenti di medicinali assimilabili, fissare i prezzi minimi di rimborso a carico del Ssn e quelli massimi, pubblicando il tutto sulla gazzetta Ufficiale e sul proprio sito istituzionale. Anche il prezzo dei biotecnologici sarà rivisto al ribasso: l'Aifa potrà rinegoziare con le aziende farmaceutiche riduzioni di almeno il 20% di quelli giunti a scadenza del brevetto,
Infine, nell'intesa è scritto anche che "Governo e Regioni condividono la necessità di introdurre normative sulla responsabilità civile e penale dei professionisti della salute" per favorire l'appropriatezza prescrittiva e limitare gli effetti della medicina difensiva.
Nel dettaglio delle ipotesi attuali di interventi che riguardano personale e strutture, come già anticipato, se una prestazione di specialistica ambulatoriale sarà considerata ad alto rischio di inappropriatezza, la pagherà l'assistito e se il medico prescrittore non sarà in grado di motivarne la scelta, l'azienda sanitaria potrà intervenire tagliando il trattamento economico accessorio per i dipendenti del Ssn o gli incentivi per il raggiungimento degli obiettivi di qualificazione e appropriatezza per i convenzionati. Questi interventi porterebbero 69 milioni di risparmio per la riduzione dei consumi nel settore privato accreditato e 37 milioni per l'efficientamento del settore pubblico. A regolare la materia dovrebbe essere un decreto della Salute.
Ridimensionamento in vista anche per i ricoveri di riabilitazione. Anche qui un decreto ministeriale definirà le prestazioni ad alto rischio di inappropriatezza. Per quelli inappropriati il taglio sarà del 50% della tariffa oppure si utilizzerà quella pagata alle strutture riabilitative extraospedaliere. E per le giornate oltre-soglia di questi ricoveri il taglio si inasprirà fino al 60 per cento. In tutto queste misure dovrebbero portare, secondo le stime, un risparmio di 89 milioni, per effetto della riduzione dei ricoveri e della valorizzazione tariffaria nel settore privato accreditato.
C'è poi un risparmio di circa 10 milioni che deriva dall'azzeramento previsto dai nuovi standard ospedalieri dei ricoveri in strutture convenzionate con meno di 40 posti letto che, a eccezione di quelle monospecialistiche, sono destinate a chiudere i battenti.
Per quanto riguarda infine i risparmi che derivano da interventi sul personale, si tratta di 68 milioni per la riduzione di 2.069 strutture complesse ospedaliere, sottoposte al nuovo parametro degli standard di posti letto previsto dal regolamento sull'attività ospedaliera, e di 8.718 strutture semplici legate a queste strutture complesse. Per la scelta di quali e dove tagliare varranno sempre le indicazioni e i parametri scritti nel nuovo regolamento sugli standard ospedalieri.