La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) ha messo già da tempo nero su bianco otto punti necessari al rilancio della professione, dalla costituzione di un’area infermieristica legata alla peculiarità del lavoro svolto evidenti soprattutto durante la pandemia e il fatto che gli infermieri sono il 61% del personale sanitario del Ssn alla necessità di rivedere le indennità, introducendone alcune analoghe a quelle della dirigenza. E ovviamente alle risorse contrattuali (necessariamente al rialzo, visto che gli infermieri in Italia percepiscono retribuzioni tra le più basse d’Europa).
Poi accesso alla dirigenza eliminando discriminazioni tra professioni. È il caso, ad esempio, dell’intramoenia e dell’esclusiva e, ovviamente l’adeguamento degli organici, soprattutto per garantire sul territorio (domicilio, RSA ecc.) la necessaria tutela e assistenza, a fronte di una carenza complessiva di circa 53mila unità, di cui almeno 30mila sul territorio.
La Federazione ha già ottenuto una prima integrazione col decreto Rilancio di 9.600 infermieri, ha consentito l’ufficializzazione della figura importantissima per la professione e per gli assistiti dell’infermiere di famiglia/comunità, è intervenuta con successo nelle politiche vaccinali, nell’assistenza nelle scuole e nelle strategie sulle cronicità.
La nostra Federazione sostiene chi si impegna a portare avanti queste istanze anche con azioni pacifiche, responsabili e costruttive che si caratterizzano per la volontà di proporre e aprirsi al dialogo, ma sempre guardando a ciò che gli infermieri sono e fanno ogni giorno per la tutela della salute delle persone, senza mai creare ostacoli all’assistenza.
Tutti dobbiamo puntare al raggiungimento del massimo livello di professionalità e di assistenza alle persone che sono e dovranno sempre essere il nostro primo, vero, unico, obiettivo.
E dobbiamo fare in modo che tutti tengano ben presente un punto fermo: siamo infermieri e senza di noi non c’è salute.