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Infermiere prescrittore. Di alcuni farmaci non etici, di automedicazione e soprattutto dei presidi per gestire determinate forme di assistenza

Notizie
02 Ago 2021
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associazioni-foto
 
 
Lo ha chiesto la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), sulla scia del suo documento presentato in occasione dei pareri sul PNRR, messo a punto da un Advisory board di personaggi illustri del mondo sanitario, in cui a proporlo è stato Silvio Garattini, presidente del Mario Negri di Milano – per adeguare le competenze infermieristiche alle esigenze, identificare meglio il ruolo nei vari setting assistenziali anche in relazione agli standard di esiti di cura attesi sulla popolazione.
 
Ora lo chiedono le associazioni dei diretti interessati, dei cittadini pazienti, che hanno scritto per questo al ministro della Salute Roberto Speranza, ai sottosegretari alla Salute e al direttore generale della programmazione del ministro.
 
Favo, Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, Fincopp OdV, Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico, Faip, Federazione delle Associazioni Italiane Paratetraplegici, Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Aistom OdV, Associazione Italiana Stomizzati e AIMAR Onlus, Associazione Italiana Malformazioni Ano Rettali e Asbi, Associazione italiana spina bifida, che rappresentano oltre 10 milioni di cittadini (il 17% circa della popolazione italiana), hanno chiesto nella loro lettera l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza perché la possibilità prescrittiva sia estesa agli infermieri e in alcuni casi anche ai fisioterapisti.
 
Il Dpcm sui Lea dice che “È fatta salva la possibilità per le regioni e per le province autonome di individuare le modalità con le quali la prescrizione è consentita ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta ed ai medici dei servizi territoriali. I prodotti per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da decubito sono prescritti dal medico nell’ambito di un piano di trattamento di durata definita, eventualmente predisposto dallo stesso medico; il medico prescrittore è responsabile della conduzione del piano” e le associazioni chiedono formalmente che questo venga esteso, ad esempio, anche all’infermiere stomaterapista, all’infermiere uro-riabilitatore e al fisioterapista, per quanto di loro competenza.
 
“Osiamo far rilevare – si legge nella lettera – che in Inghilterra da oltre trent’anni gli infermieri possono prescrivere ai pazienti dispositivi medici monouso e nessuno reclama, ma tutti ringraziano”,
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