06/11/2017 - Il Sitra del Gemelli è un ripensamento dell’organizzazione di tutte le componenti professionali che dà origine a un insieme di interventi correlati tra loro per una migliore assistenza ai pazienti, sia durante il ricovero sia nel post-ospedaliero, garantendo dimissioni in continuità con l’assistenza territoriale e domiciliare
Una rete che avvolge tutti i poli assistenziali del Gemelli, che risponde in tempo reale alle necessità di ogni singola Unità operativa con capacità predittiva per i bisogni post dimissione, attraverso una gestione ottimale delle professioni sanitarie e del personale di supporto, orientato alla massima appropriatezza clinica e efficienza del servizio.
E' il Sitra, Servizio infermieristico, tecnico e riabilitativo aziendale, attivo da 5 anni presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Un ripensamento dell’organizzazione di tutte le sue componenti professionali che dà origine a un insieme di interventi correlati tra loro, che si traducono in migliore assistenza ai pazienti, sia durante il ricovero sia nel post-ospedaliero, garantendo dimissioni in continuità con l’assistenza territoriale e domiciliare.
Di questo modello si è parlato in occasione del convegno intitolato "Il sistema salute e le professioni sanitarie: una risposta appropriata e sostenibile - L’esperienza della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli (FPG)”.
Dopo l’intervento di apertura del direttore generale Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Enrico Zampedri, il convegno ha visto i contributi del Direttore Sanitario FPG Andrea Cambieri, del responsabile Uoc Sitra FPG Maurizio Zega, del direttore area Gastroenterologia e direttore Uoc Medicina interna e gastroenterologia FPG Antonio Gasbarrini, del direttore risorse umane FPG Daniele Piacentini.
Sono intervenuti il responsabile distretto 1 Asl RM 1 Mariarosaria Romagnuolo, il direttore generale della Programmazione sanitaria, ministero della Salute Andrea Urbani, Mario Del Vecchio, professore associato di economia aziendale dell’Università di Firenze e SDA Bocconi di Milano, il direttore generale Istituto Palazzolo Edoardo Manzoni, la presidente FNC OPI Barbara Mangiacavalli.
“Il meeting – ha spiegato Maurizio Zega - è stato pensato proprio per portare in evidenza quanto realizzato e misurarci con gli stakeholder per avere un risconto sul lavoro fatto e sulle possibili attività future”.
Il Sitra gestisce le professioni sanitarie e il personale di supporto di tutte le unità operative del Gemelli, spiega Zega: la struttura organizzativa prevede una componente gestionale con dieci dirigenti, ognuno per Polo assistenziale, e un’area tecnico-professionale con due professional (PhD) che lavorano costantemente in ricerca, reporting e analisi degli outcome.
"Una delle novità più significative nella struttura organizzativa del Gemelli degli ultimi anni è stata proprio l'organizzazione del personale infermieristico e delle professioni sanitarie in una struttura complessa dedicata; al ruolo delle professioni infermieristiche e sanitarie aspetto la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica porrà sempre maggiore attenzione anche sul piano della formazione accademica", ha affermato il preside di medicina Rocco Bellantone.
"Quando si tratta di progettare un'organizzazione sanitaria si cerca di trovare un delicato equilibrio tra efficacia ed efficienza, tecnologia, professionalità e valorizzazione delle competenze - ha dichiarato il direttore generale del Gemelli Enrico Zampedri -. Le mutate esigenze dei cittadini ci chiedono di offrire risposte innovative e diverse, quindi l'implementazione di nuovi modelli organizzativi che stiamo sviluppando nel nostro Policlinico con ricadute positive sul piano lavorativo e assistenziale".
"È molto importante avere professionisti di alto livello, con competenze adeguate al sistema salute in continua evoluzione. Non è facile avere in tutti gli ospedali l’organizzazione virtuosa delle professioni infermieristiche sviluppate al Gemelli – ha commentato Lia Pulimeno, presidente Collegio OPI di Roma -. Una strada ancora lunga da percorrere: nonostante oltre venti anni di riconoscimento universitario dei nostri profili professionali, sappiamo che non è ancora una cosa facile né scontata. Nella sanità di oggi e di domani vogliamo essere protagonisti, attraverso le nostre specifiche competenze, basate su capacità ed etica della responsabilità”.
“L’adeguamento e la crescita delle professioni sanitarie è una risposta al cambio di bisogni, al fatto che l’ospedale oggi è chiamato ad assistere una popolazione con diverse cronicità e con maggiori fragilità”, ha spiegato Zega. “In un passato anche recente l’assistenza ospedaliera era caratterizzata da una modalità ‘riparativa’, l’età media dei pazienti era inferiore, l’ospedale rispondeva al bisogno di salute contingente, ma non vi era una stringente necessità di accompagnare il paziente anche nel post-dimissioni. Oggi la popolazione che ricorre alle cure ospedaliere è prevalentemente anziana, poli-patologica, ed esprime bisogni complessi”.
Il paziente oggi è più fragile e più complesso e il Sitra, in ambiente ospedaliero, aiuta i clinici a rispondere ai suoi bisogni in tutte le fasi del percorso di cura. Rientra in questo processo la decisione di inserire nuovi profili professionali e nuovi strumenti in grado di modernizzare la modalità di presa in carico, monitorando volumi di attività e carichi di lavoro con un sistema di rilevazione sistematica attraverso i nuovi strumenti gestionali.
Un esempio è l’introduzione della figura dell’infermiere clinico, un consulente che si occupa esclusivamente di specifici bisogni clinici del paziente e conosce in modo approfondito e aggiornato tutte le tematiche della sua area di attività̀. Tali conoscenze gli permettono di essere un punto di riferimento per tutti i colleghi infermieri e medici ed è un costante punto di riferimento per la soluzione di situazioni complesse.
Si tratta di un’evoluzione organizzativa e tecnico professionale in linea con la transizione epidemiologica che tende a sostenere il superamento del sistema di cure incentrato sul tradizionale paradigma biologico, oltrepassando l’approccio clinico d’organo ed orientandola ad una più efficace centralità della persona.