La presidente della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche spiega perché promuove il Recovery Plan: "Senza infermieri sul territorio (ma non solo) non c’è salute e nel Piano siamo protagonisti del cambiamento e dei nuovi modelli grazie anche a una nuova multiprofessionalità". "La Missione 6 parla per certi aspetti la lingua degli infermieri: reti di prossimità, Casa della Comunità, domicilio, Ospedali di comunità che sono, si sa, a gestione infermieristica"
Il Recovery Plan italiano approda a Bruxelles diverso dalla sua prima stesura, in una versione che sul versante della sanità decide di spostare risorse (le raddoppia) sull’assistenza nel territorio, la cenerentola degli ultimi decenni nel Ssn che ha puntato molto sulla revisione, il riequilibrio e la razionalizzazione delle cure ospedaliere.
I medici di medicina generale hanno già avuto modo di manifestare la loro delusione rispetto alle novità in cantiere perché prima di tutto le Case di comunità secondo loro non avvicinerebbero l’assistenza ai cittadini, ma anzi creerebbero ancora di più compartimenti che in situazioni come ad esempio le aree interne e disagiate, non sarebbero un presidio di vera prossimità.
Cosa ne pensa “l’altra metà” dell’assistenza sul territorio: gli infermieri? Come giudicano il PNRR? Lo abbiamo chiesto alla presidente della loro Federazione, Barbara Mangiacavalli, appena confermata alla guida della FNOPI fino al 2024.
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