24/11/2019 - Infermieri pivot nell’assistenza agli anziani: "Dall’assistenza domiciliare all’infermiere di famiglia è nostro compito non lasciarli mai soli e risolvere i loro bisogni di salute e innalzare la qualità di vita", ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, all'apertura del Congresso nazionale Senior Italia Federanziani.
"Gli infermieri sono pronti ad assistere gli anziani. A casa loro e accanto a loro. È uno dei nostri primi target sul territorio e l'infermiere di famiglia che sta nascendo in tutte le regioni con il nuovo Patto per la salute e le proposte di legge di maggioranza presenti in Parlamento ne è la prova e la soluzione ai loro bisogni di salute".
Barbara Mangiacavalli, presidente ella Federazione nazionale degli oltre 450mila infermieri – la Federazione più grande d’Italia - ordini delle professioni infermieristiche, interviene così a Rimini alla cerimonia di apertura del congresso nazionale Senior Italia FederAnziani, la federazione delle associazioni della terza età fondata nel 2006 con lo scopo di tutelare i diritti e migliorare la qualità della vita delle persone Senior. Senior Italia FederAnziani riunisce numerose associazioni per un totale di 3.700 Centri Sociali per Anziani (CSA) su tutto il territorio nazionale ed oltre 3,8 milioni di persone aderenti.
"L’anziano sano – spiega Mangiacavalli - deve cercare quanto più possibile di mantenere il benessere, ma spesso è soggetto a patologie croniche e, speriamo il meno possibile, a non autosufficienza che ne limitano la qualità della vita. C’è bisogno di assistenza quindi. Nel 2028, tra la popolazione della classe di età 45-74 anni, gli ipertesi saranno 7 milioni, quelli affetti da artrosi/artrite 6 milioni, i malati di osteoporosi 2,6 milioni, i malati di diabete circa 2 milioni e i malati di cuore più di 1 milione. Inoltre, tra gli italiani ultra 75enni 4 milioni saranno affetti da ipertensione o artrosi/artrite, 2,5 milioni da osteoporosi, 1,5 milioni da diabete e 1,3 milioni da patologie cardiache".
Secondo gli ultimi dati Eurostat l’Italia è già al primo posto nel 2018 in Europa per percentuale di over 65: 35,2% (circa 21 milioni), contro una media Ue del 30,5 per cento. La buona notizia è che nel 2050 l’Italia non è più prima e a batterla è il Portogallo con il 65,8% di ultrasessantacinquenni, ma la cattiva notizia è che il nostro paese è al secondo posto con ben il 64,7 per cento. E le cose peggiorano dopo altri 50 anni, nel 2100, quando la Croazia è al top col 71,7%, l’Italia raggiunge il 66,7%: oltre due terzi della popolazione è over 65.
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