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Anamnesi e storia di vita sulla cartella clinica?

Notizie
30 Mag 2015
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Un questionario on line per mettere a punto lo stato dell'arte delle cartelle cliniche. Sei i Paesi campione presi in esame, tra cui l'Italia.

Per mettere a punto lo stato dell'arte delle cartelle cliniche, il Centro nazionale malattie rare dell'Istituto superiore di sanità ha promosso un questionario on line nell'ambito del progetto europeo “Store” (Story Telling on Record), partendo dal presupposto che il vissuto del paziente possa facilitare il percorso di diagnosi e cura, tentando di capire se fosse appropriata un'anamnesi o una storia di vita e malattia nella cartella clinica.   Va ricordato che solo 20 pazienti su 100, nei Paesi-campione, hanno una cartella clinica unica, e solo quattro su 10 possono avere accesso diretto alla cartella e la possibilità di integrarla. Dai dati resi noti dall'Iss, si può comprendere quanto il vissuto del paziente sia considerato accanto alle evidenze cliniche nel percorso di diagnosi e cura, confermando che la medicina moderna vuole lavorare su progetti utili a capire come fare emergere, valorizzare il vissuto ed includerlo nelle evidenze essenziali della pratica clinica".   Il progetto ha fotografato l'utilizzo della cartella clinica attraverso un campione di sei Paesi europei: Italia, Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna e Turchia. Nel 75% dei casi, le cartelle cliniche sono in formato sia cartaceo che elettronico; poco meno di metà dei partecipanti usa cartelle cliniche “episode-based; nell'80% dei casi, la cartella clinica è utilizzata da medici e altri professionisti sanitari (60% infermieri, 30% terapisti della riabilitazione e solo in minima parte psicologi, assistenti sociali e altro personale); solo nel 40% dei casi, inoltre, il paziente può leggere la propria cartella e, di questi, solo il 67% può accederne all'intera mentre il 13% anche integrarne le informazioni direttamente.

Tratto da OPI.it

Letto 2401 volte Ultima modifica il Sabato, 30 Maggio 2015 05:42
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