Il 4 marzo ricorre il World Obesity Day, la Giornata Mondiale dell'Obesità, istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation, che coinvolge organizzazioni, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di invertire la crisi globale dell'obesità. La giornata ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni e di incoraggiare la prevenzione dell’obesità, evitando discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato e stigmatizzante sulle persone che vivono con l'obesità.
Quest’anno il tema della giornata è Everybody needs to Act” (tutti devono agire).
L'obesità è una delle maggiori sfide per la salute pubblica a livello mondiale.
Alcuni dati
Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità:
L'obesità colpisce 800 milioni di persone, incidendo sulla qualità della vita e aumentando la probabilità di comorbidità; inoltre raddoppia il rischio di ricovero in ospedale per Covid-19.
Il numero di persone obese nel mondo è triplicato a partire dal 1975.
Negli ultimi 40 anni, in molti Paesi, si è osservato un aumento della prevalenza di sovrappeso/obesità, sia nei bambini che negli adulti.
Nel 2019 erano 38 milioni i bambini di età inferiore ai 5 anni in eccesso ponderale
Nel 2016 erano in sovrappeso o obesi oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni.
Si stima che l'obesità infantile aumenti del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni entro il 2030.
Nel nostro Paese secondo i dati 2019 del Sistema di Sorveglianza OKkio alla salute
I bambini (età 8-9 anni) in sovrappeso sono il 20,4%, quelli obesi il 9,4%, compresi i bambini gravemente obesi che rappresentano il 2,4%.
Le bambine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 20,9% e l'8,8%, mentre i maschi sono il 20,0% e il 9,9%.
Nel corso degli anni la percentuale di bambini in sovrappeso è diminuita (da 23,4 % nel 2008-9 a 20,4% nel 2019) mentre l’obesità è rimasta sostanzialmente stabile in tutte le Regioni (9.3% nel 2016 e 9.4% nel 2019).
Sempre in Italia, nel 2018, secondo l'ultima rilevazione (quadriennale) dello studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) sui ragazzi di 11, 13 e 15 anni:
La percentuale di ragazzi in sovrappeso in tutte le fasce di età è stabile rispetto alla precedente rilevazione del 2014, (più evidente tra gli 11enni maschi dal 19% al 19,9% e nelle ragazze tredicenni dall’11,9% al 12,8%).
Si osserva un lieve trend in aumento dell’obesità, più evidente nei 13enni (dal 3,3% al 3,8% nei maschi e dall’1,3% all’1,6% nelle femmine).
I dati del sistema di sorveglianza PASSI nel periodo 2017-2020, relativi a peso e altezza, rilevano che:
il 42,4% di adulti di età 18-69 anni sono in eccesso ponderale: 31,6% in sovrappeso e 10,8% obesi.
Il problema
L’obesità è la risultante dell’interazione tra componenti comportamentali, sociali e metaboliche, alcune geneticamente determinate, altre riconducibili a fattori ambientali. Molti aspetti dell’ambiente in cui oggi vivono e lavorano le persone incoraggiano abitudini alimentari scorrette e/o una ridotta attività fisica che aumentano il rischio di obesità.
Nessun paese, fino ad oggi, ha invertito la sua epidemia di obesità, anche se si stanno registrando alcuni segnali di cambiamento positivo che derivano, principalmente, da un appiattimento della prevalenza dell’obesità dell'infanzia. Tuttavia, anche dove ci sono stati progressi, si segnala un aumento delle disuguaglianze nella prevalenza dell'obesità. I gruppi socialmente vulnerabili sono, infatti, più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute e vivono, di solito, in zone che non facilitano il trasporto attivo e lo svago; molto spesso, inoltre, i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica.
Cosa fare
Una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo è un valido strumento per la prevenzione, la gestione e il trattamento di molte malattie. L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze in termini sociali giustifica la necessità di intraprendere interventi urgenti ed incisivi per contrastare la diffusione del fenomeno. Per agire efficacemente è necessario anche il coinvolgimento attivo di settori della società esterni al sistema sanitario, sia istituzionali che della società civile, così come raccomandato dall’Unione Europea (UE) e dall’OMS attraverso strategie e Piani d’azione, secondo un approccio intersettoriale.
Il Piano Nazionale di Prevenzione (PNP) 2020-2025 (adottato con intesa Stato - Regioni 6 agosto 2020) sottolinea che l’obesità incide profondamente sullo stato di salute, poiché si accompagna ad importanti malattie quali il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che in varia misura peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata e considera l’obesità infantile, in particolare, come una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, quali rischio di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, futuri problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali.
Tutte le Regioni attraverso i propri Piani Regionali sono ora impegnate a perseguire obiettivi di promozione della salute e prevenzione dell’obesità e del sovrappeso.
Vista la necessità di rafforzare le azioni di prevenzione sinora intraprese, favorendone la connessione con il disegno strategico generale ed evitando interventi settoriali e frammentari, e di assicurare la precoce presa in carico dei soggetti in sovrappeso e/o obesi, è stato istituito un Tavolo di lavoro che sta lavorando alla definizione di un documento di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità, in particolare quella infantile, condiviso con le Regioni e Province Autonome, anche al fine di garantire una maggiore omogeneità di azioni a livello nazionale. www.salute.gov.it