04/02/2016 - La presidente Mangiacavalli: "Per noi infermieri assume un significato sempre particolare"
Si celebra oggi la Giornata Mondiale contro il Cancro (VEDI LE NOTIZIE SCIENTIFICO-EPIDEMIOLOGICHE SUL PORTALE “INFERMIERI PER LA SALUTE”), promossa dall`Uicc, un`organizzazione non governativa che rappresenta associazioni impegnate nella lotta alle neoplasie in oltre 100 Paesi. All`evento partecipa anche l`Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che fa propria la campagna #WeCanICan (www.worldcancerday.org).
L`iniziativa ha l`obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza su cosa tutti noi possiamo fare, sia a livello individuale che collettivo, contro la malattia.
“La lotta contro i tumori - ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione OPI - assume per noi infermieri un significato particolare. I pazienti che assistiamo, soprattutto sul territorio, si trovano spesso in queste condizioni patologiche e il nostro ruolo diventa non solo quello di garantire la continuità delle cure, ma anche di dare supporto a chi soffre e alle famiglie.
L’infermiere è il vero case manager della malattia e può fare in modo che i pazienti possano ricevere le informazioni e il sostegno di cui hanno bisogno in maniera coordinata e mirata. Il suo ruolo è di gestire il percorso di cura, coordinando tutte le figure, professionali e non, che ne prendono parte. In questo senso ha sempre più motivo di esistere ed essere riconosciuta la figura di infermiere specialista, in questo caso in oncologia, che ne esalti il ruolo non solo dal punto di vista manageriale, ma anche clinico”.
“In più – ha aggiunto Mangiacavalli - il nostro impegno è particolare nelle cure palliative: il dolore è una malattia da curare, perché mina l’integrità fisica e psichica, con un notevole impatto negativo sulla qualità della vita, la capacità lavorativa e le relazioni sociali, è un problema che deriva da un bisogno e l’infermiere deve prendersi carico della persona che tollera e reagisce al dolore in modo diverso, come anche al suo trattamento.
Se poi è vero, come è vero, che il 40% dei decessi per tumore potrebbe essere evitato incentivando la prevenzione a partire dagli stili di vita sani, allora la prevenzione dei tumori è uno dei nostri obiettivi primari. Prevenzione che passa prima di tutto attraverso le campagne di screening mirate, costrette spesso a fare i conti con l’impreparazione culturale dei cittadini a sottoporsi a pap test, mammografie, controlli di prostata e colon retto e così via: fa parte dei nostri compiti informare il cittadino perché tutto questo diventi normale.
E fa parte dei nostri compiti anche partecipare alla condizione del malato, personalizzando e umanizzando l’assistenza, parlare con lui, dimostrargli autentica solidarietà. E’ scritto nel nostro Codice deontologico, lo prevede il Patto infermiere cittadino fin dal 1996, lo prescrive il nostro profilo professionale. Ma soprattutto lo dice quella caratteristica che per prima fa scegliere la professione di infermiere: la volontà di prendersi cura, di assistere, di non lasciare mai solo chi soffre e di fare in modo che la sua sofferenza sia minore possibile perché sia maggiore la sua qual