Dopo il Collegio OPI di Pisa anche il Collegio OPI di Teramo ha voluto esprimere la sua opinione in merito all’art.49 del Codice Deontologico.
Uno dei limiti più grandi della professione infermieristica di oggi è la frammentazione dei suoi membri, che attraversa tutti i livelli di responsabilità.
Ammettendo questo come il nostro punto critico, abbiamo però il dovere di profondere ogni sforzo per dare ai 430000 infermieri italiani una professione migliore.
L’iniziativa del Collegio OPI di Pisa secondo noi va in questa direzione; affronta direttamente uno, non l’unico, forse non il maggiore, dei limiti con cui ogni giorno gli infermieri si devono misurare.
Proprio perché si tratta del NOSTRO Codice Deontologico, dobbiamo essere noi a definirne i contorni, ascoltando le opinioni, anche divergenti, e trovando una sintesi perché, alla fine, tutta la categoria vince o tutta la categoria perde.
A otto anni dalla sua nascita il Codice Deontologico ha mostrato delle debolezze, l’art. 49 in maniera più segnata, viste anche le conseguenze giudiziarie che sono derivate dalla sua interpretazione da parte della Magistratura.
Non si tratta solo di art. 49, comunque. La situazione degli infermieri è la risultante di una rete di responsabilità distribuite a vari livelli, dal coordinamento, alle direzioni, alle rappresentanze professionali, fino anche alla percezione nel pubblico sentire e alla raffigurazione mediatica di quello che è il ruolo dell’infermiere ed infine anche tra gli infermieri stessi.
Che le responsabilità siano tante, non esonera ciascuno dall’assumersi le proprie.
In questo contesto, riteniamo lodevole l’iniziativa dei Colleghi di Pisa, perché senza dubbio sta stimolando un dibattito che altrimenti sarebbe rimasto sullo sfondo, se mai ci fosse stato, e proprio per questo ci auguriamo che non venga strumentalizzata per battaglie distruttive prive di senso e di contenuto contro una componente dell’infermieristica italiana senza dubbio più energica e vitale di quanto il panorama generale offre.