La disciplina dell’orario di lavoro è stata più volte modificata nel corso degli ultimi anni. In un primo momento il legislatore era intervenuto con la Legge 196/1997 (cd. “Legge Treu”).
Successivamente il D.Lgs. 66/2003, recependo le Direttive comunitarie 93/104/CE e 2000/34/CE, ha introdotto una regolamentazione quadro in materia e altre importanti questioni ad esso connesse.
Sulla scorta della nuova normativa, si può definire l’orario di lavoro come il periodo in cui il lavoratore è al lavoro e a disposizione del datore di lavoro, con l’obbligo di esercitare la sua attività o le sue funzioni. Al contrario, qualsiasi periodo che non rientra nell’orario di lavoro è definito come periodo di riposo.
L’orario di lavoro dovuto da infermieri ed ostetriche è il debito orario contrattualmente da ogni dipendente, che secondo l’ultimo CCNL 2019-2021 è di 36 ore settimanali ed è funzionale all’orario di servizio e di apertura al pubblico. Ai sensi di quanto disposto dalle disposizioni legislative vigenti, l’orario di lavoro è articolato su cinque o sei giorni, con orario convenzionale rispettivamente di 7 ore e 12 minuti e di 6 ore. Nel rispetto del monte ore annuale, potranno essere previsti periodi con orari di lavoro settimanale, fino ad un minimo di 28 ore e, corrispettivamente, periodi fino a quattro mesi all’anno, con
orario di lavoro settimanale fino ad un massimo di 44 ore settimanali.
L’orario di servizio è la modalità pratica di articolazione dell’orario di lavoro, in funzione delle esigenze operative della struttura di assegnazione. L’orario di servizio comprende, il lavoro straordinario, la pronta disponibilità e le prestazioni aggiuntive. In buona sostanza è lo strumento gestionale, mediante il quale si assicura la presenza del personale sanitario nei servizi ospedalieri e territoriali, nell’arco delle 24 ore.
Sicurezza dei pazienti significa controllare, monitorare, arginare il rischio clinico. Vuol dire anche sicurezza dei farmaci, chirurgia sicura, prevenzione e controllo delle infezioni, resistenza antibiotica. È fondamentale costruire una cultura della sicurezza. Enfatizzare il miglioramento continuo, l'apprendimento e l'innovazione. Rafforzare i sistemi di segnalazione e apprendimento. Sostenere il personale sanitario e rafforzarne le capacità. Implementare i sistemi di dati. Coinvolgere i pazienti e i loro familiari nelle cure. La Carta di Montreux è un altro passo, dalla decisione alla realizzazione, per fare meno danni e dare cure migliori nella visione ambiziosa, ma globalmente già idealmente condivisa, di una copertura sanitaria universale e sicura.
Affrontare i danni evitabili nell'assistenza sanitaria
La sicurezza è, per definizione, una condizione che rende e fa sentire di essere esente da pericoli o che dà la possibilità di prevenire, eliminare o rendere meno gravi danni e rischi.
La sicurezza può essere definita anche come la conoscenza, intesa come consapevolezza, che l'evoluzione di un sistema non produrrà danni futuri.
Nessun sistema può essere ritenuto completamente sicuro ma certamente una conoscenza di tipo scientifico, basata su osservazioni ripetibili, può garantire una valutazione sensata della sicurezza.
Non esiste comunque una sicurezza totale, è impossibile avere un rischio zero ma si può tendere ad abbassarlo in maniera importante.
Sicurezza significa protezione, salvaguardia da atti che possono causare un danno a cose o persone. La sicurezza delle persone si riferisce all’incolumità fisica e psicologica. È un concetto che diventa un obiettivo primario in vari campi della vita sociale, pubblica e privata.
Ed è ritenuto comunemente fondamentale raggiungere un elevato grado di sicurezza per vivere con un maggior grado di serenità. Esiste la sicurezza nazionale. La sicurezza di luoghi e abitazioni. La sicurezza sul lavoro e sulle strade. La sicurezza alimentare e quella delle informazioni.
È quando si sottovaluta il rischio e si ha una visione distorta della sicurezza che capitano i danni e gli incidenti, eventi che possono risultare fatali.
La sicurezza sanitaria è una condizione altrettanto essenziale su cui occorre investire per costruire sistemi sanitari più sicuri e più resilienti. L'assistenza non sicura risulta infatti una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo.
Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della sanità negli anni precedenti la pandemia di Covid-19 sono morte nel mondo ogni anno circa 2,6 milioni di persone a causa di problemi legati alla sicurezza negli ospedali dei paesi a basso reddito. Inoltre, emerge che circa il 15% della spesa sostenuta per l'attività ospedaliera nei Paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo sia destinato per il trattamento dei problemi di sicurezza. Si stima che nel 50% dei casi di danni provocati ai pazienti tale danno sia prevenibile.
Di sicurezza si è ampiamente discusso al quinto vertice ministeriale globale sulla sicurezza del paziente che si è svolto a Montreux, in Svizzera, lo scorso 23 e 24 febbraio. Vi hanno partecipato le delegazioni di oltre 80 paesi. Ospiti del governo svizzero e guidati dal direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i ministri della Salute hanno discusso sul “Piano d'azione globale per la sicurezza dei pazienti 2021-2030: verso l'eliminazione dei danni evitabili nell'assistenza sanitaria”, evidenziando lacune e sfide per attuarlo.
I precedenti vertici annuali sulla sicurezza, che avevano già sensibilizzato sull'onere dei danni evitabili ai pazienti nel corso dell'assistenza sanitaria, si sono svolti a Londra nel 2016, a Bonn nel 2017, a Tokyo nel 2018 e a Gedda nel 2019. Il sesto vertice si terrà in Cile nel 2024.
Il vertice 2023 è il primo dopo la pandemia di Covid-19 che ha esposto, secondo i delegati, l'elevato rischio di cure non sicure per i pazienti, gli operatori sanitari e la popolazione in generale. Ha altresì reso visibili una serie di lacune in termini di sicurezza in tutti i componenti fondamentali dei sistemi sanitari.
Secondo i delegati internazionali, la pandemia rappresenta tuttavia un enorme potenziale su cui ragionare per costruire sistemi sanitari migliori basati su una maggiore sicurezza per tutti, dai pazienti agli operatori sanitari ed assistenziali.
Durante i lavori è stato ribadito che la sicurezza dei pazienti in tutto il mondo è una priorità che deve essere garantita concentrando gli sforzi necessari a livello globale e promuovendo approcci strategici per rafforzarla.
Al vertice è stata elaborata ed approvata la Carta di Montreux. Con le sue raccomandazioni, il documento stimola l'azione per affrontare i danni evitabili nell'assistenza sanitaria. Viene riconosciuto che il danno ai pazienti provocato durante l'assistenza sanitaria è un problema urgente di salute pubblica che interessa tutti i paesi e in qualsiasi area geografica del mondo. Pertanto, esso diventa una sfida globale condivisa.
Basandosi sulle lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19, è possibile affrontarla come una priorità approfondendo i partenariati, la collaborazione e l'apprendimento reciproco e coinvolgendo i pazienti e loro famiglie.
Slogan del vertice 2023 è stato “Less harm, better care – from resolution to implementation”. Tema della giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti sarà “Coinvolgere i pazienti per la sicurezza dei pazienti”.
Il World Patient Safety Day - che in Italia coincide con la Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita – si celebra ogni anno dal 2019, promossa dall'Oms, il 17 settembre.
La Carta di Montreux è un altro passo, dalla decisione alla realizzazione, per fare meno danni e dare cure migliori nella visione ambiziosa, ma globalmente già idealmente condivisa, di una copertura sanitaria universale e sicura.
E' possibile dal 27 febbraio inserire sul sito dell’Inps le domande per il Bonus asilo nido 2023. L’importo – ricorda Il Sole 24Ore – viene erogato fino a esaurimento fondi. Per l’anno in corso sono circa 550 milioni di euro. È rivolto a cittadini italiani residenti in Italia o in uno dei Paesi europei oppure a cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno anche non permanente. Al via le domande per il contributo che va da 1.500 a 3.000 euro l'anno.
Via libera all'inserimento, sul sito dell’Inps, della domanda per il Bonus asilo nido 2023.
L'agevolazione è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2017 e offre un contributo - che varia in base all’Isee - per il pagamento della retta di asili nido pubblici e privati autorizzati e di forme di assistenza domiciliare per bambini sotto i tre anni affetti da gravi patologie croniche.
Il rimborso viene erogato fino a esaurimento fondi (550 milioni di euro per l’anno in corso) e ne hanno diritto i cittadini italiani residenti in Italia o in uno dei Paesi europei e quelli extracomunitari con permesso di soggiorno anche non permanente.
Il bonus non è cumulabile con la detrazione prevista dall’articolo 2, comma 6, legge 22 dicembre 2008 (detrazioni fiscali per la frequenza degli asili nido), mentre lo è con l’assegno unico universale per i figli e con il welfare aziendale.
Il rimborso sulla retta varia in base all’Isee che è diviso in tre scaglioni:
La domanda, una per ogni figlio, può essere inoltrata telematicamente sul sito dell’Inps o attraverso un patronato, indicando le mensilità per cui si richiede il rimborso da gennaio a dicembre 2023. Per ricevere l'agevolazione è necessario caricare sul portale le ricevute che attestino i pagamenti già effettuati. Il rimborso mensile, però, non può eccedere la quota saldata e viene accreditato sul conto del genitore o affidatario a cui sono intestate le fatture e che le ha pagate.
Sono escluse dal rimborso le spese sostenute per servizi all’infanzia diversi da quelli forniti dagli asili nido (ad esempio, ludoteche, spazi gioco, spazi baby, pre-scuola, baby parking), per i quali i regolamenti degli enti locali prevedono requisiti strutturali e gestionali semplificati, orari ridotti e autorizzazioni differenti rispetto a quelli individuati per gli asili nido.