Il Centro di ascolto è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 al numero 06 8416464. Psicologi e psicoterapeuti hanno l'obiettivo quotidiano di rispondere in modo mirato e personalizzato ai bisogni emersi durante la telefonata, sulla base delle richieste. Offrono sostegno psicologico, informazioni e orientamento durante la malattia e nei momenti di crisi
La cultura del sollievo è non solo una necessità, ma un dovere morale e fare si che essa si propaghi e venga compresa è un compito non solo meritorio dal punto di vista umano, ma professionalmente caratterizzante per chi ha deciso di dedicare la sua vita al prendersi cura.
Lo sanno gli infermieri, per i quali non c'è momento più forte nell'assistenza ai malati di quello della terapia del dolore, del sollievo, in cui i professionisti mettono in campo oltre le loro competenze cliniche, manageriali, la capacità di caring, di prendersi cura e non solo del paziente, ma di tutta la sua famiglia che con lui vive questi momenti, di prendersi cura della persona nella sua globalità (anche sociale) e autonomia. L'attenzione si focalizza sull'individuo piuttosto che sulla malattia, per privilegiare la sua qualità della vita.
Ma lo sanno anche i malati che al di là delle necessità clinico-assistenziali hanno spesso bisogno di sostengo in momenti così difficili – i più difficili - della loro vita.
E lo sa la Fondazione Gigi Ghirotti, che sentendo la necessità di colmare il vuoto che purtroppo si crea nel momento in cui non c'è il presupposto per l'assistenza e la terapia del dolore, ha messo a disposizione dei pazienti oncologici e dei loro familiari, una rete di supporto di sostegno all'assistenza e indirettamente agli operatori sanitari che quotidianamente sono a fianco del paziente e della famiglia: un alleato ulteriore e necessario a fianco di ogni elemento della realtà oncologica.
Si tratta del Centro di ascolto, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 al numero 06 8416464, dove psicologi e psicoterapeuti hanno l'obiettivo quotidiano di rispondere in modo efficace, mirato e personalizzato ai bisogni emersi durante la telefonata, sulla base delle richieste formulate da chi chiama. Offrono sostegno psicologico, informazioni e orientamento, sia durante il decorso della malattia, sia nei momenti di crisi.
Il Centro di ascolto presenta le seguenti caratteristiche:
• gratuità del servizio;
• facile ed immediato accesso al servizio da tutto il territorio (raggiungibile anche dai centri più piccoli e più distanti dalle strutture sanitarie);
• accessibilità da parte di persone con difficoltà a spostarsi dal proprio domicilio o dal luogo di cura (per es. malati allettati, ricoverati o in condizione di malattia avanzata e/o terminale)
• possibilità di usufruire del sostegno in qualunque momento della giornata, negli orari di apertura
del servizio, senza necessità di preventivo appuntamento;
• possibilità di avere un supporto psicologico in base al bisogno e ai tempi della persona;
• semplice fruibilità da parte di familiari che per varie ragioni hanno difficoltà ad allontanarsi dal
congiunto malato;
• presa in carico di malati e loro familiari, su tutto il territorio nazionale, per le quali altrimenti non è previsto un percorso di supporto psicologico (ad es. diagnosi, follow-up, ecc);
• possibilità di garantire l'equilibrio tra vicinanza e distanza emotiva per stabilire una relazione
di fiducia e apertura con lo psicologo.
Dare il numero del Centro di Ascolto, offre la possibilità di ricevere informazioni/orientamento sulle risorse sociali e sanitarie nazionali per l'assistenza in ambito oncologico, antalgico e nelle Cure palliative.
Per offrire queste informazioni il Centro è dotato di banca dati sempre aggiornate e verificate. In tal modo si configura come uno dei nodi della rete delle risorse pubbliche, del privato sociale e del volontariato, presenti sul territorio nazionale, ponendosi come un nodo strategico all'interno della rete di assistenza, del sistema-famiglia e dell'esperienza che il malato oncologico vive.
La persona che chiama non passa attraverso un centralino ma contatta da subito uno psicologo, in grado di ascoltarla e aiutarla a individuare i bisogni profondi per poi dare una risposta e se la persona lo vorrà potrà essere sostenuta costantemente nel lungo tunnel della malattia.
E gli infermieri conoscono bene l'importanza della continuità e dell'interdisciplinarità dell'assistenza, del prendersi cura: l'attenzione è sistematicamente focalizzata sulla persona piuttosto che sulla malattia.
Le cure palliative si propongono come un processo terapeutico finalizzato non solo al controllo dei sintomi, ma, soprattutto, alla difesa e al recupero della migliore qualità di vita possibile, attuando interventi terapeutici mirati a coinvolgere anche la sfera psicologica, sociale e spirituale.
La Fondazione Gigi Ghirotti (www.fondazioneghirotti.it) è un'associazione di volontariato sorta nel 1984 per alleviare il dolore nei malati di tumore. Svolge la sua attività prevalentemente a casa del malato. Dal 1994 l'attività domiciliare è stata estesa anche ai malati di Aids. Dal 2002 gestisce due Hospice a Genova-Bolzaneto e a Genova-Albaro per pazienti che non possono essere più assistiti a casa. Dal 2010 è iniziato il processo di assistenza ai pazienti affetti da Sla (sindrome laterale amiotrofica).
L'Associazione è un'organizzazione non lucrativa di utilità sociale, giuridicamente riconosciuta e iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato. Opera in campo sanitario attraverso operatori professionali retribuiti che impegna nei diversi ruoli (medici, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali). Ogni prestazione offerta dall'Associazione ai malati e alle loro famiglie è gratuita. Le spese sono sostenute con i contributi delle istituzioni sanitarie pubbliche e con le donazioni private.
Presupposto del Forum è che cronicità, disabilità, pluripatologie, fragilità sociali e nuove tecnologie, impongono un mutamento delle risposte date ai bisogni dei cittadini e per questo il riconoscimento del ruolo delle professioni sanitarie diviene una sfida per Ssn e Ssr
Forum delle professioni sanitarie di Federsanità Anci: obiettivo creare una rete rappresentata dai dirigenti di tutte le Professioni Sanitarie che contribuisca alla programmazione strategica e operativa per affrontare le nuove sfide di una società e di una sanità in continua mutazione.
Il presupposto per questa scelta, ratificata dall'Esecutivo di Federsanità il 4 maggio, è che cronicità, disabilità, pluripatologie, fragilità sociali e nuove tecnologie, impongono un mutamento delle risposte date ai bisogni dei cittadini e per questo il riconoscimento del ruolo delle professioni sanitarie in tale contesto, diviene una sfida per il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale.
Il Forum delle professioni sanitarie, che la Presidente, Tiziana Frittelli, aveva già annunciato al primo Congresso della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, è lo strumento per vincere questa sfida.
Grazie a un modello in cui gli infermieri dovranno fornire assistenza sicura e basata sulle prove di efficacia, i cui principi cardine sono: assistenza e cure "centrate" sull'individuo; promozione della salute; prevenzione della malattia.
"Nel nostro Paese - spiega Lucia Mitello, Coordinatore del Forum - il problema dell'invecchiamento della popolazione e la crescita dei problemi di salute legati alla cronicità, sono argomenti che possono essere affrontati solamente in maniera sistemica e con tutti gli stakeholder: lo Stato, le Regioni, gli Enti Locali, le Aziende Sanitarie, le Associazioni, i professionisti. Con il carico di disuguaglianze rispetto agli accessi ai servizi sociosanitari e le notevoli criticità che caratterizzano la nostra società, quali la disabilità e la non autosufficienza, il fenomeno è maggiormente rilevante".
Gli italiani, con un trend superiore agli altri paesi europei, sono progressivamente più vecchi e la speranza di vita nei prossimi 40 anni è destinata ad aumentare. La popolazione anziana (>65) rappresenta il 22% del totale (13,4 milioni) con un indice di dipendenza strutturale in crescita al 55,5%, di cui quello di dipendenza degli anziani rappresenta il 34,2%.
Una situazione che si inserisce in un quadro europeo di costante invecchiamento della popolazione e di crescita dell'indice di dipendenza (OECD, 2016). La popolazione non autosufficiente è pari a 3.167.000 unità (il 5,5% della popolazione), di cui oltre 2,5 milioni sono persone anziane con differenti limitazioni funzionali (mobilità, autonomia, comunicazione, etc.)
Per rispondere a tutto questo, a livello internazionale le varie componenti professionali hanno proposto vari modelli di sviluppo dell'assistenza e del prendersi cura degli individui. Un esempio è rappresentato dal modello "Framework di policy Health 2020" sviluppato nell'ambito della European Strategic Direction for Strengthening Nursing and Midwifery Towards Health 2020 goals, che individua 4 aree prioritarie di sviluppo per andare incontro al miglioramento della salute e del benessere della popolazione, riducendo le iniquità socio-sanitarie.
I beneficiari del nuovo modello non sono solo gli individui e le comunità, ma anche i sistemi sanitari e le professioni coinvolte del Servizio Sanitario Nazionale che, ad oggi, contano 629 mila unità. Il 70,7% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 17,3%, dal ruolo tecnico, l'11,7% dal ruolo amministrativo e il restante 0,3% dal ruolo professionale.
Gli infermieri, costituiscono il 53,7% del totale del ruolo sanitario, i medici il 26,8% mentre il 19,5% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.
"In questo scenario – continua Mitello - così complesso ed articolato, appare evidente come sia necessario passare da un sistema burocratico organizzato in settori d'interesse, poco dialoganti tra loro, quali per esempio l'area per le acuzie e l'area territoriale, l'area della salute mentale e sociale con l'area di medicina generale".
"E' quindi peculiare – aggiunge - mettere al centro non più il malato ma l'individuo, il suo ruolo, il suo vissuto, la sua narrazione di salute, per incidere sul self-care, sulla cura informale da parte di caregivers, sulla medicina generale nelle differenti intensità di cura, e sulla medicina specialistica ultra specialistica o di iniziativa. In tale quadro i dirigenti delle professioni sanitarie organizzati in rete, in ragione delle esperienze maturate in anni di lavoro all'interno delle organizzazioni sanitarie e della formazione fino al livello magistrale, costituiscono uno dei cingoli del cambiamento".
Gli obiettivi strategici di una nuova rete di professionisti, all'interno di un'associazione come Federsanità ANCI dovranno essere quelli di focalizzare l'attenzione sugli individui, le famiglie e le comunità; rafforzare la posizione (empowerment) delle professioni sanitarie nelle attività sanitarie; contribuire con azioni sistematiche e in sinergia con tutte le componenti dirigenziali, ad erogare assistenza sicura, di alta qualità, nei diversi setting assistenziali, assicurando la continuità delle cure; garantire equità nell'allocazione delle risorse per ridurre gli sprechi; sviluppare le aree di competenza professionale attraverso la formazione anche ai fini di avere ambienti di lavoro efficienti e produttivi, con misurazione delle performances, della qualità assistenziale e degli esiti delle cure.
Il Forum si propone di promuovere l'adozione ed implementazione delle esperienze e buone pratiche dell'area socio-sanitaria italiane e internazionali per soddisfare i bisogni di salute della popolazione, ovvero tradurre gli obiettivi di salute internazionali, europei e nazionali in azioni di livello operativo nelle aziende ospedaliere, in quelle sanitarie, nei distretti e nei territori con gli ambiti sociali.
I temi che il Forum si propone di affrontare riguarderanno il monitoraggio di fenomeni di interesse professionale inerenti soprattutto la programmazione, gestione e valutazione dei processi organizzativi e di gestione delle organizzazioni sanitarie, scambio di informazioni, esperienze e buone pratiche organizzative, attraverso il confronto su specifiche tematiche di interesse manageriale. Tutto per progettare, sperimentare e verificare modelli organizzativi innovativi; promuovere rapporti collaborativi e di scambio tra tutte le strutture sanitarie nazionali; promuovere gruppi di ricerca nazionali e regionali, su tematiche specifiche, in partnership con le società scientifiche professionali.
Inoltre il Forum si propone di offrire attività di consulenza agli organi regionali, promuovere e tutelare la professionalità e stabilità delle Direzioni delle Professioni Sanitarie aziendali; promuovere iniziative di studio, ricerca e formazione sui temi della tutela della salute del cittadino e del governo della sanità; favorire, in particolare, le migliori buone pratiche organizzative e di gestione dei processi assistenziali, sostenere e promuovere la gestione dell'assistenza socio-sanitaria in ambito territoriale e domiciliare.
"Nei vari contesti di cura – spiega Mitello - dovranno essere valorizzate le professioni sanitarie attraverso, per esempio, l'istituzione dei case manager, degli infermieri di famiglia e degli infermieri con competenze avanzate e specialistiche soprattutto per la gestione delle cronicità e delle comorbilità (see and treat, wound care, stomie, cure palliative, promozione/prevenzione/famiglia)".
E il nuovo Forum si integrerà con gli altri promossi nell'ambito di Federsanità Anci: il Forum dei Direttori Sanitari, quello dei Direttori Amministrativi e il Forum dei Comunicatori delle Aziende associate e, soprattutto, lo storico Forum dei Direttori Generali.
"Maggiore sarà l'integrazione dei professionisti dei vari Forum – conclude Mitello - e più possibilità avrà la sanità del Paese di sperimentare idee innovative che rendano migliore e sostenibile il Ssn".