In occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, la Fnopi – Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche – sta organizzando un evento unico, memorabile, condiviso con tantissimi infermieri e Ordini. #Florence2020 è stato pensato non solo come una semplice ricorrenza, ma come un momento di riflessioni sul passato, presente e futuro dell’assistenza. Storia, arte e infermieristica mescolati assieme, come in un quadro, per far emergere i colori di una delle professioni cardine del nostro Ssn.
Tuttavia, la grave emergenza in corso ha indotto la presidente Barbara Mangiacavalli a comunicare il differimento dell’evento in programma il prossimo 12 maggio al Teatro della Pergola in Firenze, inviando una accorata lettera a tutti gli infermieri iscritti al convegno, nonché una circolare a tutti gli Ordini provinciali.
Articolo completo QUI
Ed ecco le sette richieste degli infermieri per un futuro – come promesso – migliore, ma anche per poter assistere da domani, quando l’emergenza sarà passata, chi ne ha bisogno, nel modo più professionale e intenso possibile. Soprattutto sul territorio. Senza mai, come stanno già facendo durante COVID-19 – lasciare solo nessuno.
- Un‘area contrattuale infermieristica che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di una categoria che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie.
- Una indennità infermieristica che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, non una “una tantum” e riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, sempre esistite, ma rese evidenti proprio da COVID-19.
- Garanzie sull’adeguamento dei fondi contrattuali e possibilità di un loro utilizzo per un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo.
- Garanzie di un adeguamento della normativa sul riconoscimento della malattia professionale in caso di infezione con o senza esiti temporanei o permanenti.
- Immediato adeguamento delle dotazioni organiche con l’aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari: gli infermieri non bastano, ne mancano 53mila ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso.
- Aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona: siamo sul territorio, dove l’emergenza ha dimostrato che non è possibile prescindere da una competenza sanitaria di tipo assistenziale a garanzia degli ospiti. Come nelle RSA ad esempio dove da ieri si stanno destinando proprio infermieri, quelli del contingente dei 500 volontari scelti dalla Protezione civile, ma anche a domicilio con cronici, anziani, non autosufficienti e così via.
- E per questo – è la settima richiesta – dare anche agli infermieri pubblici – superando il vincolo di esclusività, un’intramoenia infermieristica già scritta anche in alcuni Ddl fermi in Parlamento che gli consenta di prestare attività professionale a favore di strutture sociosanitarie (RSA, case di riposo, strutture residenziali, riabilitative…), per far fronte alla gravissima carenza di personale infermieristico di queste strutture. Applicando anche nel caso la legge 1 del 2002) di 18 anni fa quindi) che prevedeva prestazioni aggiuntive e possibilità che altro non sono se non il richiamo in servizio di pensionati e contratti a tempo determinato utilizzati una tantum (ma indispensabili a quanto pare) per COVID-19.
Articolo completo qui
“Adesso abbiamo bisogno di te”. Con questo slogan, gli infermieri impegnati finora in prima linea nell’emergenza coronavirus si rivolgono ai cittadini per i quali si sono impegnati dall’inizio della pandemia per lanciare, attraverso la Federazione nazionale che li rappresenta, la prima raccolta fondi creata e gestita dagli infermieri per gli infermieri.
Gli infermieri al “fronte” di COVID-19 sono oltre 180mila. Di questi, oltre 7.300 per ora sono stati contagiati, il 4,1%, come se in Italia invece di 144mila casi totali ce ne fossero 2,5 milioni.
Di questi, 28 sono i decessi, di cui 2 suicidi: gli infermieri come tutti gli altri cittadini purtroppo muoiono di COVID-19, lasciando un vuoto non solo nella loro professione, ma soprattutto nelle loro famiglie.
Ogni giorno in media dall’inizio della pandemia circa 2-300 infermieri in più sono positivi al virus perché non possono mai lasciare solo nessuno, nessun malato, nessun anziano, nessun bambino. Anche nessuno dei loro colleghi, di qualunque professione, che spesso incontrano in un letto di ospedale, come pazienti.
E tutti loro, superato il peggio, hanno necessità di supporto per poter tornare ad assistere chi sta male: gli infermieri non abbandonano mai chi soffre.
Ora è il momento di aiutare chi ogni giorno aiuta l’altro, sino a donare la propria vita per garantire il diritto alla Salute nel nostro Paese, è il momento di prendersi cura di chi si prende cura di voi. E di noi.
AIUTACI AD AIUTARE CHI TI AIUTA
Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) che li rappresenta (450mila iscritti distribuiti in 102 Ordini provinciali) ha deciso di aiutare le famiglie degli infermieri deceduti, di quelli in quarantena costretti a stare lontani da casa e dalle famiglie, gli infermieri malati che lottano per tornare a condurre una vita normale e lavorare per la salute di tutti, promuovendo una raccolta a favore di un fondo nazionale di solidarietà per gli infermieri in prima linea nell’emergenza COVID-19.
La campagna
#NoiConGliInfermieri è il nome della campagna. Un fondo di solidarietà in favore di chi è vittima della lotta a COVID-19, creato e gestito dagli infermieri per gli infermieri. Un fondo che sarà alimentato dalle donazioni di tutti coloro che vorranno essere vicini agli infermieri. Un fondo che si caratterizzerà per tempestività, trasparenza, accountability.
Un aiuto in più, ora e nel futuro, rispetto a quello che riceveranno dallo Stato, cucito sulle esigenze della professione e delle condizioni di vita degli infermieri, per aiutarli nelle loro fragilità fisiche, ma anche economiche, ora e dopo la fine dell’emergenza. Un segnale di chiara e concreta vicinanza.
Il primo stanziamento della Federazione per avviare il Fondo di solidarietà è di 300.000 euro: risorse degli infermieri da subito a disposizione degli infermieri. Ma non sarà l’unico.
Insieme alla FNOPI, poi, sono già in campo Enel Energia e AbbVie, per illuminare e dare speranza agli infermieri in un futuro migliore.
E al fianco degli infermieri anche questa volta, come sempre, ci sono i pazienti che, attraverso le loro Associazioni, hanno deciso di manifestare la loro vicinanza, patrocinando la campagna. Una vicinanza, quella dei pazienti, importantissima per tutta la comunità infermieristica.
Come aderire
Per accedere alla campagna da oggi è attiva una piattaforma online a questo link: www.noicongliinfermieri.org dove sono previste tutte le forme di pagamento elettronico e basterà seguire le istruzioni del tutorial A QUESTO LINK, attivo sul canale YouTube della FNOPI (https://youtu.be/NhjA57Zox2o).
Oppure si può donare utilizzando questo IBAN: IT91P0326803204052894671510 (Banca Sella) intestato a Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche usando come causale: Fondo di solidarietà NOI CON GLI INFERMIERI