Direttamente dal sito del Ministero della Salute vi segnaliamo questo interessantissimo approfondimento sul tema dei vaccini, in più viene invitata la popolazione a contattare il numero di pubblica utilità 1500 al quale risponderanno medici ed esperti del Ministero e dell'Istituto Superiore di Sanità.
Attivo dal 14 giugno il numero di pubblica utilità 1500 al quale risponderanno medici ed esperti del Ministero e dell'Istituto Superiore di Sanità per fornire ai cittadini informazioni e risposte in merito alle novità introdotte dal recente decreto legge in materia di vaccinazioni obbligatorie da zero a 16 anni.
Il numero è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 16.00.
Consulta anche la Guida ai nuovi obblighi vaccinali diffusa in occasione della pubblicazione in Gazzetta del decreto.
Il decreto legge estende da 4 a 12 le vaccinazioni obbligatorie previste, includendo oltre alla vaccinazione anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica e anti-epatite B anche l'anti-pertosse, l'anti-Haemophilus influenzae tipo b, l'anti-meningococcica B, l'anti-meningococcica C, l'anti-morbillo, l'anti-rosolia, l'anti-parotite e l'anti-varicella, in ragione della loro elevata contagiosità.
Tutte le 12 vaccinazioni sono gratuite, perché già inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Le dodici vaccinazioni devono essere tutte obbligatoriamente somministrate ai nati dal 2017, mentre ai nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate le vaccinazioni contenute nel Calendario Vaccinale Nazionale relativo a ciascun anno di nascita....
L'evento, promosso dall'associazione APRIRE, vede coinvolta la Federazione nel Panel Giuria e molto Infermieri esperti nel Comitato tecnico scientifico.
Procedono spediti i lavori del Comitato tecnico scientifico in preparazione della Conferenza di consenso: "La cura nelle fasi terminali della vita nel grande anziano. Cure palliative e accompagnamento a domicilio, nelle residenze per anziani e in hospice" che sarà celebrata nel mese di ottobre 2018. L'evento è promosso e finanziato dall'associazione APRIRE - Assistenza PRimaria In REte - Salute a Km 0.
Si è inoltre costituito il Panel Giuria, all'interno del quale la Federazione nazionale OPI avrà il compito di esaminare, correggere, integrare ed, infine, approvare il Documento di consenso.
Molti gli infermieri presenti anche nel Comitato tecnico scientifico: Cinzia Bertelli, Infermiera cure palliative Associazione Nazionale Tumori; Simonetta Di Meo, Infermiera Dirigente Servizio Infermieristico Territoriale ASST Spedali Civili; Serena Sperotto, Infermiera Cure Domiciliari ASST Brescia; Ermellina Zanetti, Infermiera Associazione APRIRE Network.
La Conferenza di consenso consiste nella stesura di raccomandazioni da parte di una giuria al termine di una presentazione e consultazione di esperti che sintetizzano le conoscenze scientifiche su un dato argomento.
Dal loro esordio negli anni Sessanta nel Regno Unito, le cure palliative si sono estese in tutto il mondo
occidentale, acquistando le caratteristiche di una vera e propria disciplina specialistica.
Sviluppatesi nel contesto assistenziale della malattia oncologica avanzata, le cure palliative sono state in
seguito estese all'Aids o ad altre malattie croniche come lo scompenso cardiaco, l'insufficienza renale,
l'insufficienza epatica, le broncopneumopatie croniche ostruttive e le sindromi neurologiche degenerative. Terminale viene inteso comunemente il paziente con aspettativa di vita non superiore a sei mesi, ma l'identificazione in termini così rigidi si è dimostrata difficile da attuare, in particolare nel caso di diagnosi non correlate al cancro. Per ovviare a questa grave limitazione, il National Hospice Organization negli Stati Uniti, ha proposto dei criteri di eleggibilità per il ricovero in hospice, basati su dati anamnestici, clinici e laboratoristici che sono stati successivamente utilizzati per l'identificazione dei pazienti terminali. Tuttavia, il tentativo di validazione clinica di tali criteri in pazienti con malattie croniche avanzate non neoplastiche, ha dimostrato la loro inattendibilità predittiva.
Gli obiettivi della Conferenza di consenso promossa da APRIRE network sono:
1. Definire i criteri prognostici di terminalità specifici per il grande anziano.
2. Identificare gli interventi palliativi appropriati per l'assistenza e la cura, a domicilio, nelle strutture
residenziali e in hospice, del grande anziano nelle fasi terminali della vita.
3. Identificare gli interventi per il supporto alla famiglia e ai cargiver formali e informali.
4. Individuare criteri e indicatori per la valutazione della qualità dell'assistenza e della cura nelle fasi
terminali della vita del grande anziano.
Per saperne di più: https://www.aprirenetwork.it/
Si chiama MAP, Metodo Assistenziale Professionalizzante ed è il meccanismo presentato a Torino durante il convegno Ecm "Assistere in sicurezza. DRG e assorbimento di risorse assistenziali: un metodo a supporto di Professionalità e Governance", organizzato dal Collegio OPI del capoluogo piemontese
Si chiama MAP, Metodo Assistenziale Professionalizzante. Ed è il meccanismo presentato a Torino durante il convegno Ecm "Assistere in sicurezza. DRG e assorbimento di risorse assistenziali: un metodo a supporto di Professionalità e Governance", organizzato dal Collegio OPI del capoluogo piemontese.
Il MAP è un vero e proprio supporto per la pianificazione assistenziale infermieristica e ha come obiettivo quello di proporre e sperimentare un metodo per la messa a punto di piani di assistenza standard in relazione a specifici problemi di salute, costruendo uno strumento informatizzato, flessibile, di facile uso che, in ragione della complessità della persona assistita, sostenga razionalmente la definizione delle dotazioni organiche.
In estrema sintesi, le ricadute attese del Map sono quelle di liberare "spazio mentale" per la pianificazione personalizzata, armonizzare l'azione professionale collettiva e favorirne il coordinamento, sostenere l'atteggiamento proattivo, rendere più evidenti le differenze di responsabilità rispetto agli OSS, quantificare con maggior precisione l'intensità assistenziale standardizzabile.
L'utilizzo del MAP a livello di Collegio di Torino è anche stato utilizzato come metodo a supporto della strategia negoziale sul fabbisogno di personale con la Regione Piemonte grazie a elaborati di gruppi di lavoro utilizzabili per costruire piani standard.
In questo caso è stato definito "MAP risorse" ed è stato utilizzato come strumento che oltre a supportare la pianificazione assistenziale, contribuire alla definizione di standard ai quali tendere, documentare l'attività periferica: costruzione e valutazione dinamica delle dotazioni organiche a livello della singola struttura, dipartimento, presidio, azienda, offre una risposta appropriata ai bisogni dell'utenza e una risposta altrettanto appropriata ai bisogni degli infermieri di lavorare, appunto, appropriatamente e di gestire i tempi lavoro per rispondere con le proprie competenze alle necessità assistenziali.
Il MAP è applicabile anche sul territorio (MAPt) e in questo caso è in grado di documentare la complessità, sostenere la presa in carico e formulare una proposta di ottimizzazione dei servivi.
Il MAP insomma è ritenuto utile per programmare meglio, per concentrarsi meglio sulla personalizzazione, per armonizzare le cure, per ridurre il rischio di dimenticanze, per attribuire le attività all'Oss, per migliorare la documentazione.
Il MAP rappresenta l'inizio dell'interesse verso la complessità assistenziale e si basa su dotazioni organiche definite in base a criteri molto diversificati, soprattutto minutaggio per specialità, tenendo presenti le differenze importanti di organico quali-quantitativo tra strutture simili.
E la valutazione della complessità assistenziale e la definizione del fabbisogno di risorse umane sono i due strumenti che il MAP mette in campo per rilevare le variabili alterate, classificare il livello di complessità, identificare le necessità assistenziali, definire obiettivi, azioni e valutare gli esiti, definire il numero di professionals e di operatori di supporto necessario per assistere ogni persona assistita.
La sua utilizzazione vale sia in ambito organizzativo dove l'infermiere con posizione gestionale, a partire dai dati rilevati dagli infermieri clinici è in grado di calcolare e modulare in breve tempo il fabbisogno quali-quantitativo di personale per erogare l'assistenza necessaria rispondente a criteri di qualità, sicurezza e sostenibilità economica, sia in ambito assistenziale in cui l' infermiere clinico in grado di rilevare tutti gli elementi costitutivi la complessità assistenziale, elaborare il piano di assistenza, tracciare l'assistenza e documentare gli esiti.
Al convegno d Torino il MAP - di cui si riportano in allegato tutte le relazioni presentate al convegno e il video relativo all'intero evento - è anche stato valutato dagli oltre 200 infermieri intervenuti al corso Ecm, che rispetto alla domanda loro formulata in che misura nelle organizzazioni sanitarie, si sente la necessità di un metodo che definisca il fabbisogno di personale – il MAP appunto – hanno risposto nell'88,1% dei casi "molto rilevante", nell'11,2% "rilevante", hanno giudicato "poco significativa" la necessità nello 0,2% dei casi e nessuno ha comunque ritenuto che il metodo fosse "poco rilevante".
All'ulteriore domanda "Riterresti utile che il metodo e lo strumento presentati fossero utilizzati nel tuo contesto organizzativo per garantire miglior qualità nell'assistenza?" le risposte sono state nel 72,1% dei casi "sarebbe molto utile" e nel 20% "sarebbe utile. Il 7,1% lo ha giudicato "parzialmente utile" e solo lo 0,8% "non significativo".
Critiche invece le risposte alla domanda riguardante la misura attuale, nei vari setting di cura, dei metodi utilizzati per la composizione di equipe assistenziali che tengano conto dei livelli di complessità. Il 59,7% delle risposte infatti l'ha giudicata "insufficiente", ma il 22,7% "inesistente". Il 15,6% ha risposto "in modo parzialmente adeguato" e solo il 2% ritiene che i metodi attuali siano adeguati.
Infine una domanda diretta sul lavoro svolto dal Collegio di Torino per applicare il metodo MAP per sapere In che misura può contribuire a migliorare la definizione delle dotazioni di personale infermieristico e di supporto. "Molto rilevante" e "rilevante" sono state l'85,4% delle risposte, "parzialmente significativa" il 12,6% e solo il 2% l'ha giudicata "per nulla signifcativa".