Tratto da cityrumors.it
Infermieri a tempo determinato, spesso giovani e alle prime esperienze, costretti a spostarsi da un reparto all'altro senza una necessaria continuità lavorative e con il rischio di non fornire un'assistenza adeguata ai pazienti. E' questa la preoccupazione espressa dal collegio provinciale OPI nei confronti della gestione del personale infiermeristico assunto tramite l'agenzia interinale Etjca assegnato alle varioe unità operative della Asl di Teramo.
"Nell'ultimo periodo", spiega in una nota il presidente Cristian Pediconi, "sono giunte numerose segnalazioni da parte degli iscritti che testimoniano il continuo spostamento degli infermieri, neoassunti con contratti a tempo determinato, da un reparto all'altro a seconda delle necessità del momento dettate dalla carenza del personale, acuita nei mesi estivi dal godimento delle ferie".
E pur consapevole della necessità della Asl di esternalizzare la richiesta del personale, il collegio OPI chiede, nel rispetto della procedura aziendale approvata lo scorso febbraio sulle procedure di inserimento dei neoassunti, che vengano adottati i giusti criteri nell'assegnazione degli infermieri ai reparti, in modo tale che l'assistenza non venga stravolta e senza arrecare rischi alla salute dei cittadini.
Tratto da thedailynurse.eu
COME FUNZIONA L'ORDINE DI SERVIZIO:
Deve essere scritto (CCNL 01.09.95 Art.28): in giurisprudenza le comunicazioni che possiedono valore sono scritte. L'ordine di servizio, che è un'ingiunzione al dipendente di violare le norme contrattuali, deve essere scritto anche per tutela sia del dipendente stesso che dell'azienda. Tale tutela non è presente se viene emesso verbalmente.
Deve pervenire per tempo: e quindi in anticipo al lavoratore presso la sede lavorativa. Il lavoratore non è tenuto a farsi reperire al proprio domicilio, né telefonicamente né con altri sistemi, tranne nel caso della pronta disponibilità (Art. 7 CCNLI 20.09.01).
Deve essere motivato: nell'ordine di servizio deve apparire la motivazione per la quale è stato emesso, a garanzia della liceità dello stesso.
Deve essere uno strumento eccezionale: altrimenti diverrebbe straordinario programmato, espressamente vietato dalla normativa in vigore (CCNL 07.04.99 Art.34 comma 1). La copertura dei turni deve essere garantita sulla base dei criteri organizzativi certi e con personale sufficiente per evitare disservizi dovuti ad imprevisti. Se vi è carenza d'organico dovuta a motivi contingenti, la Direzione può organizzare i turni utilizzando l'istituto contrattuale della pronta disponibilità.
Non deve sovrapporsi ad altri istituti contrattuali già previsti: non può essere utilizzato per il richiamo in servizio "oggi per oggi", in quanto si cade nell'istituto della pronta disponibilità. In questo caso, se il dipendente si rifiuta di adempiere l'ordine di servizio, non possono essere prese sanzioni disciplinari nei suoi confronti. Inoltre il codice deontologico prevede per il personale infermieristico l'obbligo di presentarsi in servizio solo in caso di calamità pubblica. In caso di richiamo in servizio "oggi per domani", il ricorso all'ordine di servizio può essere legittimo, a patto che si rispettino una serie di vincoli.
In caso di prolungamento dell'orario di servizio il dipendente è costretto a......
Tratto OPI.IT 30/07/2015
Sentenza del Tar Umbria che dà ragione agli infermieri contro la richiesta di interruzione dell'attività del reparto di degenza infermieristica avanzata da alcuni sindacati e dall'Ordine dei medici. Riganelli (OPI): "Si valorizzano le competenze dei professionisti"
In Umbria il Tar ha deciso: il reparto di degenza infermieristica resta operativo. Il Tribunale amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata da alcuni sindacati e dall'Ordine dei medici: "Ha prevalso il buonsenso e ora pazienti ed operatori sanitari esprimono la loro soddisfazione", ha commentato in una nota l'Ao di Perugia dove la struttura è attivata.
Sulla vicienda aveva preso subito posizione, con una nota inviata agli organi di stampa per sensibilizzare l'opinione pubblica, il presidente del Collegio Palmiro Riganelli, sottolineando che se fosse stata accolto il ricorso i cittadini umbri avrebbero corso il rischio "di perdere un importante servizio da poco attivato presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia: l'Unità di degenza infermieristica, un servizio per persone ricoverate in ospedale in condizioni stabili che dopo essere state adeguatamente trattate e aver risolto uno o più problemi clinici determinati da una patologia, non necessitano più di interventi medici, ma devono solamente continuare l'attività assistenziale, prevalentemente infermieristica, in attesa di completare il loro percorso presso il proprio domicilio o nelle strutture residenziali, lasciando liberi posti letto per le urgenze".
"Piena soddisfazione per la decisione presa dal Tar ,che garantisce il proseguimento di un'attività assistenziale che continua a garantire confort ed assistenza in sicurezza a pazienti e familiari, nel pieno rispetto delle normative vigenti", è stata espressa anche dal direttore generale Walter Orlandi.
Il reparto, di 12 letti, era stato inaugurato il 4 maggio scorso e dopo pochi giorni di rodaggio aveva ospitato pazienti trasferiti da strutture di area medica che dovevano completare le terapie prima delle dimissioni o di essere avviati in strutture preposte per la riabilitazione. "Il nuovo reparto – spiega l'ufficio stampa dell'Ao - ha sensibilmente ridotto e in molti casi annullato il fenomeno del letto aggiuntivo nei corridoi".
I 12 posti letto erano stati allestiti in poco tempo, non appena il CREO (Centro di Ricerca Ematologia Oncologica) aveva iniziato l'attività nella nuova sede liberando così spazi per la degenza a gestione infermieristica. "Dopo una settimana di messa a punto dei percorsi assistenziali – ribadisce l'Ao - la struttura aveva accolto sempre più pazienti, permettendo così di elevare l'attività assistenziale e soprattutto di limitare a pochissimi casi, o addirittura ad eliminare i letti aggiuntivi nei corridoi. Ma il sindacati dei medici e lo stesso Ordine dei medici di Perugia hanno voluto presentare il ricorso, che il Tar ha respinto per quanto riguarda la sospensione della attività di degenza".
"Questa decisione - ha commentato Riganelli - salvaguarda un nuovo modello assistenziale che va sostenuto ed implementato anche nella nostra Regione perché assicura maggiore efficacia delle prestazioni, migliore qualità dell'assistenza, risultati clinici più appropriati secondo i principi della continuità e dell'umanizzazione delle cure, dell'integrazione professionale e dell'ottimizzazione dell'impiego delle risorse. Un cambiamento di cui la Regione Umbria e le sue aziende sanitarie sembrano finalmente aver colto l'importanza per puntare con decisione sul miglioramento dell'assistenza ai cittadini a partire dalla valorizzazione delle competenze specifiche dei suoi professionisti".
Altre decisioni, spiega l'Ao, sono state rinviate all'udienza del 23 Settembre.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: