Vi segnaliamo questa bellissima e toccante intervista di Rosanna Banfi, pubblicata da Nursitimes.org:
Attrice cinematografica e televisiva, ambassador Women per EXPO 2015, Rosanna Zagaria, in arte Rosanna Banfi si definisce "una signora, che si è imbattuta in una malattia circa sette anni fa e fortunatamente ne è uscita".
"Sono stata una persona fortunata – continua l'attrice – anche perché ho incontrato sul mio percorso di guarigione dei bravissimi professionisti: ho un ricordo bellissimo delle infermiere quando facevo la chemioterapia, erano praticamente quasi più importanti dell'oncologo. Con loro con ho avuto un dialogo più diretto, capiscono immediatamente di cosa hai bisogno....
Tratto da OPI.it
29/10/2015 - Barbara Mangiacavalli: "Un atteggiamento che non tutela né i professionisti né i pazienti, ma fa da vetrina a situazioni che con l'assistenza, le cure e la corretta gestione dei servizio non hanno davvero nulla a che fare", I presidenti dei Collegi dell'Emilia Romagna: "Nessuno ha agito in autonomia, ma tutto è stato fatto in base a un'organizzazione concordata
"La polemica aperta da alcuni rappresentanti ordinistici dei medici sfociata in una denuncia alla Procura della Repubblica volta a prevedere provvedimenti disciplinari per i loro colleghi che in Emila Romagna hanno redatto procedure e istruzioni operative che regolano l'intervento di infermieri sulle ambulanze del 118, attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo del medico, rischia di minare alla base la vera assistenza che il Servizio sanitario nazionale eroga. Interventi drastici e polemiche che mettono inoltre in cattiva luce anche davanti ai cittadini, chi per questo lavora e ledono ancora una volta l'assistenza e le stesse categorie professionali".
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione OPI, interviene sulla notizia della denuncia alla Procura della Repubblica e di provvedimenti disciplinari che gli Ordini dei medici di Modena, Ravenna, Piacenza e Bologna hanno deciso contro i propri colleghi, per aver "redatto procedure e istruzioni operative che regolano l'intervento di infermieri sulle ambulanze del 118, attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo del medico".
Secondo Mangiacavalli "è necessario fermare a tutti i costi questa spirale autolesionista che sta insinuandosi nella sanità pubblica al solo scopo di affermare primazie e domini che in realtà solo pochi ormai riconoscono come tali e che stanno impedendo al sistema una crescita tanto naturale, quanto indispensabile per migliorare prestazioni, servizi e anche la stessa spesa".
Nel caso specifico dell'Emila Romagna, spiega la presidente OPI, si configura ancora una volta una vicenda analoga a quella già avvenuta in Toscana dove gli stessi Ordini dei medici che hanno avviato i provvedimenti, avevano denunciato un'organizzazione simile dell'emergenza urgenza, approvata con delibera dalla Regione.
Il ministero della Salute in quel caso espresse un parere in base al quale la Procura rigettò i ricorsi, sottolineando che "nel complesso sistema dell'emergenza-urgenza sanitaria l'art. 10 del DPR del 27/03/1992 ... prevede che "il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi, nonché a svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsabile del servizio".
Nel recepire queste indicazioni la Regione Toscana, nell'ambito dell'accordo quadro per l'attività di trasporto sanitario in Toscana, emanò linee di indirizzo che prevedevano un'ambulanza infermieristica, il cui equipaggio è tuttora costituito da un autista, due soccorritori volontari di livello avanzato e un infermiere con adeguato percorso formativo.
A questi protocolli, aggiunge, si è giunti facendo proprio quanto la comunità scientifica internazionale ha elaborato in materia, nella gestione di patologie traumatiche e non traumatiche, prevedendo le specifiche competenze dell'infermiere adeguatamente e preventivamente formato: oltre alla formazione e alle competenze dell'infermiere laureato, sono previsti ulteriori interventi formativi per accrescerne le competenze professionali e metterlo nelle condizioni di poter esprimere la propria professionalità in questi contesti.
"Ci auguriamo – conclude la presidente OPI - che la vicenda segua lo stesso copione di quella Toscana. Resta tuttavia davvero preoccupante questo atteggiamento che non tutela né la categoria professionale né i pazienti, ma fa da vetrina a situazioni che con l'assistenza, le cure e la corretta gestione dei servizio non hanno davvero nulla a che fare".
Anche i Collegi OPI dell'Emilia Romagna hanno preso posizione in un comunicato congiunto.
"Respingiamo con forza - scrivono - la motivazione sottesa alle denunce alla Procura della Repubblica e ai procedimenti disciplinare verso i medici dell'emergenza che a Bologna, Modena, Ravenna e Piacenza, hanno redatto procedure e istruzioni operative che regolano l'intervento di infermieri sulle ambulanze del 118, attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo del medico.
Non si tratta infatti nel modo più assoluto di un'attribuzione di quell' "atto medico" non meglio identificato e definito a cui si fa spesso strumentalmente riferimento, ma di una procedura operata dagli infermieri impegnati nel Servizio di Emergenza che garantiscono una professionalità e una risposta alla comunità, certificata da una costante e impegnativa formazione specialista secondo protocolli validati dalla letteratura internazionale.
Nessuno ha agito in autonomia o secondo scelte non lecite: ciò che è stato fatto fa parte di un'organizzazione ragionata, concordata e sottoscritta da tutte le componenti professionali coinvolte nell'emergenza-urgenza. Chi ha agito – medici e infermieri – lo ha fatto n base a precise linee di indirizzo validate, nell'interesse primario del cittadino e dell'efficienza dei servizi, che caratterizza l'eccellenza nel settore sanitario propria della Regione Emilia Romagna.
Ci auguriamo ora - concludono - che questa spiacevole vicenda sia ridimensionata nelle sue cause e nei suoi effetti e che il servizio, il soccorso e l'assistenza possano riprendere il loro corso con quella serenità, efficienza ed efficacia di cui i cittadini per primi, ma anche le categorie professionali, hanno bisogno".
Tratto da OPI.it
29/10/2015 - Da gennaio procedura elettronica per il riconoscimento delle qualifiche professionali tra i Paesi della Ue: infermieri in prima linea
La tessera professionale europea (Epc) è una procedura elettronica per il riconoscimento delle qualifiche professionali tra i Paesi della Ue: uno strumento che, quindi, incoraggia la mobilità dei professionisti in Europa, facilitando il riconoscimento delle qualifiche grazie ad un maggior coinvolgimento delle autorità nazionali e all'uso di procedure elettroniche. Dal 2016, l'Epc sarà disponibile per alcune professioni selezionate che presentano un'elevata mobilità e che figurano tra quelle per le quali è stato manifestato interesse.
Infermieri anzitutto, ma pure farmacisti e fisioterapisti. A stabilirlo, il regolamento di esecuzione 2015/983, sulla base della direttiva 55 del 2013 sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Tuttavia, lo stesso regolamento, afferma che per il concreto rilascio della tessera per medici, infermieri specializzati e farmacisti specializzati è necessaria una valutazione più profonda.
La Tessera consisterà in un certificato elettronico in cui si attesta che il professionista soddisfa tutte le condizioni necessarie all'esercizio dell'attività in un altro paese dell'Unione europea, su base occasionale o in seguito a stabilimento nello Stato ospitante. Viene concessa su richiesta del professionista, che invia i documenti necessari all'autorità competente dello Stato membro di origine la quale, a sua volta, ha tempo un mese dalla ricezione per concedere la certificazione.
Lo Stato o gli Stati Ue di destinazione (che il richiedente deve segnalare nella propria domanda) hanno un mese per confermare il certificato e in caso di dubbi potranno chiedere ulteriori informazioni o documenti. Comprese tutte le possibili proroghe previste, l'intero processo per la concedere la tessera non potrà superare i 95 giorni.
La tessera prenderà concretamente forma in Italia solo con il recepimento della Direttiva 2013/55, cioè non oltre il 18 gennaio 2016.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: