Con il patrocinio delle quattro Federazioni FNOMCEO, FNOPI, FNOPO e TSRM PSTRP e della SIIET, Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale, sarà on line dal 15 maggio il corso dello psichiatra Massimo Picozzi per prevenire stress e burnout dei professionisti della Salute.
Burnout e stress psico-fisico: durante COVID-19 colpiscono tra il 30 e il 50% degli operatori sanitari e a fine pandemia possono lasciare tracce indelebili.
Provocano irritabilità, difficoltà ad addormentarsi la notte, tensioni muscolari, stress lavorativo con minore resa sul lavoro, affaticamento fisico e mentale, cattiva salute.
Secondo il Centro di Ricerca Engage Minds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha da poco condotto uno studio sul fenomeno, il 45% del campione studiato ha avvertito frequentemente nell’ultimo mese almeno un sintomo di stress psico-fisico: il 70% si è sentito più irritabile del normale, il 65% ha avuto maggiori difficoltà ad addormentarsi, poco meno del 50% ha sofferto di incubi notturni, il 45% ha avuto crisi di pianto e il 35% palpitazioni.
Inoltre, un operatore su tre mostra segni di alto esaurimento emotivo (la sensazione di essere emotivamente svuotato, logorato ed esausto) e uno su quattro moderati livelli di depersonalizzazione (ovvero, la tendenza a essere cinico, trattare gli altri in maniera impersonale o come “oggetti”, sentirsi indifferente rispetto ai pazienti e ai loro familiari).
Dati analoghi a quelli riscontrati in uno studio simile cinese che ha mostrato percentuali importanti di depressione (50%), ansia (44,6%), insonnia (34%) e stress psicologico (71,5%). I sintomi più severi sono stati riscontrati proprio negli operatori di prima linea, lavoratori della città epicentro della pandemia in Cina.
È per questo che è stato ideato da Massimo Picozzi, psichiatra, criminologo, saggista e Faculty Fellow Sda Bocconi, già noto per aver realizzato – con successo di partecipazione e di risultati – il corso per medici e infermieri per prevenire la violenza sugli operatori sul posto di lavoro, il nuovo progetto A.B.C.D.E. (Attenzione, Burnout, Compassion fatigue, Disturbo post traumatico da stress… E oltre) che sarà offerto gratuitamente ai professionisti della sanità in prima linea nella guerra contro COVID-19 in Italia.
Vista l’importanza degli argomenti trattati e apprezzato il valore dei contenuti, hanno dato il loro patrocinio all’iniziativa FNOMCEO, medici e odontoiatri, FNOPI, infermieri, FNOPO, ostetriche, TSRM PSTRP tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e SIIET, Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale.
Il corso – che ha come provider e segreteria organizzativa Format (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – www.formatsas.com) – sarà accessibile dal 15 maggio dai siti istituzionali delle quattro Federazioni, per gli operatori iscritti, perché questi possano evitare danni successivi a se stessi e ai pazienti e rappresenta, come lo ha definito il suo ideatore, un vero e proprio “DPI (dispositivo di protezione individuale) psicologico” per qualunque sanitario lavori in area critica.
“I professionisti sanitari – spiega Picozzi – sono esposti a grandi pressioni su più fronti: da un lato l’etica e la deontologia professionale, l’impegno verso i propri pazienti e la frustrazione di non riuscire a curarli, di non riuscire a lenire le loro sofferenze; dall’altro, forte preoccupazione per la propria salute e per quella dei propri cari. Parallelamente, si assiste a una rivalutazione del ruolo dei professionisti della salute: se prima della pandemia da Covid-19 erano trattati con poco rispetto e considerazione, oggi vengono chiamati “eroi”, grazie a un processo di idealizzazione tanto comprensibile quanto superficiale”.
Gli obiettivi del corso – articolato su cinque lezioni che danno 10 crediti ECM (educazione medica continua) – sono quelli di individuare strategie finalizzate a prevenire, riconoscere e gestire le varie forme di disagio psicologico che possono manifestarsi nei contesti sanitari e sociosanitari che si trovano a gestire l’emergenza Covid-19. Ma anche definire il burnout, riconoscendone i sintomi, acquisire conoscenze rispetto alla sindrome Compassion Fatigue e i sintomi attraverso i quali si manifesta e individuare i fattori che concorrono allo sviluppo del disturbo post traumatico da stress (PTSD) ed i relativi sintomi.
LA PRESENTAZIONE DEL CORSO È VISIBILE
A QUESTO LINK
IL CORSO SARA’ ACCESSIBILE DAL 15 MAGGIO A QUESTO LINK
https://bit.ly/2WqiPRr
Con l'iniziativa "Grazie di cuore", il gruppo alberghiero Starhotels offre agli infermieri dei reparti e degli ospedali Covid, 500 soggiorni di due notti per due persone colazione inclusa, validi negli hotel italiani del gruppo.
L'offerta è soggetta a disponibilità e valida dal 1° giugno al 31 dicembre 2020.
FNOPI raccoglierà le richieste che perverranno all'indirizzo PEC Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Al raggiungimento delle 500 richieste ritenute valide, non ne saranno accettate di ulteriori.
Per essere valida la richiesta di soggiorno deve:
a) pervenire da infermiere regolarmente iscritto all'Albo
b) essere accompagnata dalla dichiarazione del datore di lavoro che attesti l'attività svolta in ambito COVID da parte del richiedente.
FNOPI trasmetterà periodicamente i nominativi dei richiedenti ritenuti idonei a Starhotels fino al raggiungimento dei 500 nominativi.
Una volta trasmesso l'elenco a Starhotels, FNOPI comunicherà ai richiedenti ritenuti idonei la possibilità di effettuare la prenotazione del soggiorno gratuito contattando il Reservations Center Starhotels.
Istituire la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità; aprire gli ambulatori infermieristici; rivedere i protocolli operativi delle Unità sanitarie di continuità assistenziale (Usca) per la cura dei pazienti Covid che, come finora organizzate, limitano al loro interno la professionalità degli infermieri; inserire questi ultimi a pieno titolo nei tavoli della programmazione sanitaria: sono alcune delle scelte chieste e ribadite per l’ennesima volta dai quattro presidenti degli Ordini provinciali degli 11mila infermieri dell’Abruzzo durante un incontro in videoconferenza convocato con urgenza dall’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.
Proprio nei giorni scorsi i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche Giancarlo Cicolini (Opi Chieti), Maria Luisa Ianni (L’Aquila), Irene Rosini (Pescara) e Cristian Pediconi (Teramo) avevano inviato una nota all’assessore chiedendo di passare rapidamente dai proclami ai fatti concreti.
Gli Ordini hanno chiesto un calendario di incontri per dare attuazione alle richieste e attivare un tavolo tecnico permanente in Regione Abruzzo, con la presenza attiva dei rappresentanti degli infermieri nella programmazione, revisione e riorganizzazione del Sistema sanitario regionale.
Le proposte presentate durante l’incontro sono state condivise dall’assessore Verì, la quale ha avuto parole di elogio per gli infermieri e riconosciuto il mancato pieno coinvolgimento della categoria, a causa dell’Emergenza Covid-19, e ha immediatamente stilato un calendario degli incontri richiesti. L’avvio del confronto avverrà entro la fine del mese, con la firma di un protocollo d’intesa, l’avvio della revisione delle Usca e la definizione del percorso per l’istituzione degli infermieri di famiglia.
“Seppure in notevole ritardo – commentano Cicolini, Ianni, Rosini e Pediconi – consideriamo finalmente importante l’avvio di un confronto tra la Regione Abruzzo e gli ordini professionali. Siamo riusciti a ottenere questo primo risultato grazie alla nostra insistenza. Ma è solo un punto di partenza, dobbiamo lavorare per il riconoscimento della professionalità degli infermieri: solo in questo modo possiamo garantire la tutela della salute dei cittadini abruzzesi. Ora dobbiamo recuperare il tempo perso, la Regione dovrà dimostrare con i fatti la volontà politica di valorizzare gli infermieri e di non considerarli “ancillari” rispetto ad altre professioni, come è avvenuto fino a oggi”.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: