I tempi sono maturi. Oramai è diventato non solo necessario, ma sempre più urgente e fondamentale riorganizzare l’intero sistema di emergenza pre-ospedaliera al fine di garantire a tutti i cittadini la migliore appropriatezza terapeutico-assistenziale e uniformando gli standard di pronto intervento su tutto il territorio nazionale.
È questo l’appello delle società scientifiche nazionali dell’area emergenza che, per sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni, hanno unito le forze attraverso documenti intersocietari stilati allo scopo di mobilitare a gran voce una riorganizzazione la cui necessità è resa evidente ed imprescindibile dalla realtà clinica e assistenziale nell’emergenza-urgenza.
SIIET (Società Italiana degli Infermieri di Emergenza Territoriale) rappresenta ormai moltissimi infermieri di emergenza urgenza territoriale con gruppi costituiti ed attivi, al momento, in quindici regioni d’Italia. La Società dice la sua focalizzandosi sulla figura dell’infermiere di emergenza territoriale dando, al contempo, anche una visione di tutto il sistema attraverso un proprio policy statement, frutto di in un lavoro durato alcuni mesi, svolto in sinergia con le maggiori società scientifiche nazionali di area infermieristica e medica, che ha come obiettivo la presentazione di una vera e propria proposta di riforma del sistema di emergenza.
“Diciamo da anni che è necessario definire chi è l’infermiere di emergenza territoriale e che cosa fa nel sistema” sottolinea il presidente nazionale di SIIET, Roberto Romano. “Questo è il motivo per cui, accanto alle altre società che stanno portando avanti con noi la discussione, abbiamo deciso di pubblicare la nostra visione del sistema e di ciò che in esso dovrebbe rappresentare l’infermiere e l’infermieristica”. “Da tempo”, prosegue, “sosteniamo che il sistema di emergenza territoriale dovrebbe prevedere livelli di assistenza nei quali, attraverso procedure ben codificate, o collaborazione con il medico in loco o da remoto, sia correttamente definito quello di pertinenza infermieristica.”
Il position paper di SIIET definisce alcuni ambiti dell’agire infermieristico in emergenza urgenza territoriale così da mettere un punto su molti aspetti a lungo dibattuti, in primis quello delle competenze, che sono già superati nella pratica clinica.
“Abbiamo una nostra sfera di competenza, che non tocca minimamente quella altrui ma anzi si embrica con essa, che deve essere definita una volta per tutte anche ritoccando alcune norme ormai non più attuali e superate dai fatti. Questo è necessario al fine di offrire la migliore assistenza alla cittadinanza” rimarca il presidente Romano.
Con questa presa di posizione, la Società Italiana degli Infermieri di Emergenza Territoriale desidera ricordare quanto fatto in questi anni, e non da ultimo durante l’emergenza sanitaria, da tutti gli infermieri che operano sui mezzi di soccorso e nelle centrali operative.
Sono tante le occasioni che hanno reso evidente la necessità di un cambio di passo.
La pandemia ha semplicemente messo in luce una questione lasciata troppo a lungo in sospeso, rendendo pertanto ancor più maturi i tempi per un riconoscimento dei ruoli di professionisti “alla pari”. Soltanto sulla base di un reciproco rispetto di ruoli e responsabilità, normate sul piano legislativo, sarà possibile concretizzare un vero lavoro di squadra.
Un appello forte e urgente: sono maturi i tempi per superare anacronistici ruoli subalterni ed è giunto il tempo per un vero salto di qualità nell’assistenza ai pazienti che necessita di essere resa uniforme su tutto il territorio nazionale, per difendere il diritto costituzionale alla salute dei cittadini.
In data 27 marzo 2021 il Presidente del Consiglio Direttivo dell' OPI Teramo Cristian Pediconi ed il Presidente della Commissione Albo Infermieri Pasquale Lisciani, saranno presenti alle elezioni di rinnovo degli Organi della Federazione che si terranno a Roma.
Il riconoscimento precoce dell’aggravamento del paziente pediatrico è un obiettivo fondamentale dell’assistenza in pediatria. Vari studi dimostrano che un ritardo nel riconoscimento dei segni di instabilità e nell’intervento può aumentare la mortalità.
Tra le diverse scale per l’individuazione precoce del peggioramento clinico il Pediatric Early Warning Score (PEWS) ideato da Monaghan è generalmente riconosciuto come quello di più semplice applicazione. Ad oggi non è disponibile un adattamento per la lingua italiana. “Vista l’importanza del riconoscimento precoce dell’instabilità clinica del paziente pediatrico, i risultati positivi ottenuti dalla letteratura internazionale e la mancanza di uno strumento valido e di facile applicazione in lingua italiana si è deciso di effettuare questo studio con lo scopo di tradurre e adattare in italiano il PEWS di Monaghan” hanno scritto i ricercatori dello studio condotto da Carlotta Granata, (infermiere Azienda USL Piacenza, U.O. Pediatria e Neonatologia, Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sede Formativa di Piacenza) che di seguito riportiamo.
INTRODUZIONE
Il riconoscimento precoce dell’aggravamento del paziente pediatrico è un obiettivo fondamentale dell’assistenza in pediatria (Jagt, 2013; Shin et al., 2012), studi dimostrano che un ritardo nel riconoscimento dei segni di instabilità e nell’intervento può aumentare la mortalità (Topjian et al., 2008; Young and Seidel, 1999).
Secondo Robson (2013) segni di instabilità clinica, cambiamenti fisiologici e comportamentali possono essere presenti nelle 24 ore precedenti un arresto cardiopolmonare.
Allo scopo di identificare precocemente l’instabilità clinica diversi autori consigliano l’utilizzo di scale di punteggi per l’allerta precoce (Akre et al., 2010; Gold et al., 2014; Tucker et al., 2009; Tume, 2007).
Tra le diverse scale per l’individuazione precoce del peggioramento clinico (Duncan et al., 2006; Egdell et al., 2008; Haines et al., 2006; Parshuram et al., 2011) il Pediatric Early Warning Score (PEWS) ideato da Monaghan (2005) è generalmente riconosciuto come quello di più semplice applicazione (Akre et al., 2010; Gold et al., 2014). Tuttavia, Fenix (2015) pur riconoscendo la sensibilità del PEWS, ne consiglia il suo utilizzo in associazione al giudizio clinico.
Lo studio pilota di Monaghan (2005) ha dimostrato una capacità dello strumento di predire nel 96% dei casi l’effettiva richiesta di interventi medici specialistici, di questi solo il 17% ha richiesto il trasferimento in Terapia Intensiva (TI) dopo aver ricevuto l’intervento dell’equipe, dimostrando l’efficacia della rilevazione precoce dell’instabilità clinica (Monaghan, 2005).
La validità del PEWS è stata testata in diversi contesti, Akre (2010) in uno studio retrospettivo in ambito medico-chirurgico ha evidenziato una sensibilità del 85% nell’utilizzo del PEWS nel prevedere un peggioramento già nelle 11 ore precedenti l’evento acuto. Risultati sovrapponibili sono emersi in un altro studio, dove la sensibilità è stata del 84,2% per il trasferimento in TI dal reparto di degenza ordinaria (Tucker et al., 2009). Osservando i pazienti trasferiti nelle TI, Tume (2007) ha dimostrato che il PEWS è stato in grado di identificare precocemente (24 ore prima) l’87% dei bambini a rischio di deterioramento clinico. Anche nello studio di Gold (2014) effettuato in un Dipartimento di Emergenza e Urgenza Pediatrico ha dimostrato che punteggi elevati di PEWS sono statisticamente associati al bisogno di cure in TI. L’implementazione del PEWS in una U.O. di Onco/Ematologia Pediatrica ha facilitato l’arrivo tempestivo di personale adeguato al letto del paziente per ulteriori valutazioni e trattamenti (Demmel et al., 2010).
Il PEWS è stato tradotto e adattato in portoghese per il contesto brasiliano (De Oliveira Freitas Miranda et al., 2016) e l’autore riferisce di aver ricevuto la richiesta di autorizzazione per l’adattamento in cinese mandarino, attualmente non pubblicata. Ad oggi non è disponibile un adattamento per la lingua italiana.
Vista l’importanza del riconoscimento precoce dell’instabilità clinica del paziente pediatrico, i risultati positivi ottenuti dalla letteratura internazionale e la mancanza di uno strumento valido e di facile applicazione in lingua italiana si è deciso di effettuare questo studio con lo scopo di tradurre e adattare in italiano il PEWS di Monaghan.
MATERIALI E METODI
Forward and backward translation
Il PEWS è stato sottoposto al processo di traduzione in lingua italiana attraverso la metodologia di forward and backward translation (Falbo et al., 2013; Sousa and Rojjanasrirat, 2011). Nel mese di gennaio 2019 è stata richiesta tramite mail all’ideatore del PEWS, Alan Monaghan, l’autorizzazione a sottoporre la scala al processo forward and backward translation.
Inizialmente sono state eseguite due traduzioni indipendenti dell’ultima versione disponibile dello strumento originale dall’inglese all’italiano. I soggetti che hanno effettuato le due traduzioni sono in possesso di certificazione TOEFL (Test of English as a Foreign Language) e C1 advanced ed entrambi sono docenti di lingua inglese, i suddetti non avevano mai visto la scala di valutazione e non avevano contatti tra loro. Le due traduzioni sono state confrontate da una terza persona (in possesso di certificazione TOEFL) che non aveva mai visto la scala. Una terza versione della scala è stata ottenuta dalla combinazione delle due versioni precedenti.
Ottenuta la versione finale della scala di valutazione in lingua italiana è stata sottoposta ad un’ulteriore ritraduzione in lingua originale ad opera di una madrelingua inglese con buona conoscenza dell’italiano.
Questa versione della scala in inglese è stata valutata e approvata dall’autore del PEWS.