Istituire la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità; aprire gli ambulatori infermieristici; rivedere i protocolli operativi delle Unità sanitarie di continuità assistenziale (Usca) per la cura dei pazienti Covid che, come finora organizzate, limitano al loro interno la professionalità degli infermieri; inserire questi ultimi a pieno titolo nei tavoli della programmazione sanitaria: sono alcune delle scelte chieste e ribadite per l’ennesima volta dai quattro presidenti degli Ordini provinciali degli 11mila infermieri dell’Abruzzo durante un incontro in videoconferenza convocato con urgenza dall’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.
Proprio nei giorni scorsi i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche Giancarlo Cicolini (Opi Chieti), Maria Luisa Ianni (L’Aquila), Irene Rosini (Pescara) e Cristian Pediconi (Teramo) avevano inviato una nota all’assessore chiedendo di passare rapidamente dai proclami ai fatti concreti.
Gli Ordini hanno chiesto un calendario di incontri per dare attuazione alle richieste e attivare un tavolo tecnico permanente in Regione Abruzzo, con la presenza attiva dei rappresentanti degli infermieri nella programmazione, revisione e riorganizzazione del Sistema sanitario regionale.
Le proposte presentate durante l’incontro sono state condivise dall’assessore Verì, la quale ha avuto parole di elogio per gli infermieri e riconosciuto il mancato pieno coinvolgimento della categoria, a causa dell’Emergenza Covid-19, e ha immediatamente stilato un calendario degli incontri richiesti. L’avvio del confronto avverrà entro la fine del mese, con la firma di un protocollo d’intesa, l’avvio della revisione delle Usca e la definizione del percorso per l’istituzione degli infermieri di famiglia.
“Seppure in notevole ritardo – commentano Cicolini, Ianni, Rosini e Pediconi – consideriamo finalmente importante l’avvio di un confronto tra la Regione Abruzzo e gli ordini professionali. Siamo riusciti a ottenere questo primo risultato grazie alla nostra insistenza. Ma è solo un punto di partenza, dobbiamo lavorare per il riconoscimento della professionalità degli infermieri: solo in questo modo possiamo garantire la tutela della salute dei cittadini abruzzesi. Ora dobbiamo recuperare il tempo perso, la Regione dovrà dimostrare con i fatti la volontà politica di valorizzare gli infermieri e di non considerarli “ancillari” rispetto ad altre professioni, come è avvenuto fino a oggi”.
In occasione del 12 maggio giornata internazionale degli infermieri e dell'anno a loro dedicato, l' OPI Teramo, tenendo conto del momento di forte difficoltà che attraversano tutte le strutture assistenziali in particolare quelle private, causa pandemia, ha deciso di donare delle mascherine FFP2 a tutti i propri iscritti dando un occhio di riguardo ai colleghi che prestano servizio nelle strutture private della provincia. Un piccolo gesto per dimostrare la nostra vicinanza a tutti i professionisti che in questo momento in condizioni non ottimali riescono comunque a garantire una continuità assistenziale con alto livello professionale.
Le donazioni sono già avvenute presso le seguenti strutture:
- Rsa Campanini Sant'Omero
- Rsa Rozzi Nereto
- Opera Pia Alessandrini Civitella
- City Residence Teramo
- De Benedictis Teramo
Nei prossimi giorni concluderemo le consegne alle altre strutture dislocate sul territorio provinciale.
Inoltre ricordiamo a tutti gli iscritti che volessero avere la mascherina di contattare gli uffici OPI Teramo allo 0861241838 oppure all'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Di seguito la consegna del Vicepresidente OPI Teramo Roberto Di Mattia presso la struttura De Benedictis di Teramo.
Giornata dell'infermiere, l'appello dell'Opi: grazie agli 11mila professionisti, ma immobilismo della Regione (video)
L'Aquila. In occasione del bicentenario della nascita della fondatrice dell'infermieristica moderna Florence Nightingale, i quattro presidenti degli ordini provinciali delle professioni infermieristiche Giancarlo Cicolini di Chieti, Maria Luisa Ianni dell'Aquila, Irene Rosini di Pescara e Cristian Pediconi di Teramo ringraziano gli 11mila infermieri abruzzesi per quanto stanno facendo in questo periodo critico per il sistema sanitario nazionale e per i cittadini e ricordano alla Regione Abruzzo che la sanità senza infermieri non può funzionare. Oggi, 12 maggio 2020, ricorre la giornata internazionale dell'infermiere durante l'anno mondiale dell'infermiere dichiarato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
"Durante l'emergenza Covid-19″, sottolineano i presidenti Cicolini, Ianni, Rosini e Pediconi, "gli infermieri hanno messo in campo e continuano a mettere in campo competenze e professionalità per aiutare i cittadini e per sostenere il sistema sanitario regionale, come hanno sempre fatto. Tutti sembrano accorgersene, ma solo la Regione Abruzzo lo ignora. A un anno dall'insediamento dell'amministrazione regionale, nonostante le buone intenzioni, tutti gli impegni presi rispetto al coinvolgimento degli infermieri professionisti sono svaniti nel nulla. Negli ultimi mesi abbiamo avuto maggiore contezza della poca considerazione che questa Regione riserva alla professione infermieristica. Proprio in questo periodo, quando è stato chiesto il massimo agli infermieri, non c'è stato nessun coinvolgimento diretto durante la gestione della pandemia per l'implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), dove si assumono medici ma vengono utilizzati gli infermieri che già operano nel sistema sanitario nazionali comparandoli ad altri profili quali autisti e operatori socio-assistenziali. La salute dei nostri cittadini può essere tutelata solo attraverso una proattiva sinergia tra tutti gli attori. Tutti devono fare la propria parte, tutti i professionisti possono dare il loro contributo, questa pandemia lo sta dimostrando, gli infermieri sono stati, sono e resteranno tra gli attori principali".
I presidenti osservano, inoltre, che non si possa più continuare a difendere i propri steccati e campanilismi e che il sistema sanitario regionale debba avvalersi in modo sinergico di tutte le professioni sanitarie che operano all'interno della sanità, senza far prevalere alcune professioni a discapito di altre, poiché al centro del sistema salute resta sempre il cittadino. Ad oggi, ricordano i presidenti, gli infermieri non hanno ancora ricevuto risposte dalla Regione in merito ad alcune proposte avanzate a sostegno del sistema sanitario regionale e dei cittadini: uniformare e far applicare le linee guida degli atti aziendali previsti nelle quattro province (l'istituzione del dipartimento delle professioni infermieristiche, la cui applicazione è prevista dalla legge 251/2000, è partita con modalità differenti in Abruzzo); revisionare il documento regionale per la determinazione del fabbisogno del personale sanitario; revisionare il modello dell'assistenza domiciliare, visto che l'Abruzzo ha annunciato con il "patto della salute" l'implementazione degli infermieri di famiglia/comunità, l'attivazione degli ambulatori infermieristici e degli ospedali di comunità a gestione infermieristica, ma ad oggi non è stato dato alcun seguito; attivazione del tavolo tecnico permanente con l'Assessorato alla Sanità con la presenza degli infermieri in fase di programmazione sanitaria.
da Abruzzolive.it