A quasi venticinque anni dal DPR 27 marzo 1992, l’infermieristica in emergenza urgenza è ancora un cantiere aperto in continua, talvolta disomogenea, evoluzione. I Collegi degli Infermieri, Firenze, Pistoia, Massa Carrara, Siena, faranno il punto sul settore dell’Infermieristica nell’area dell’emergenza-urgenza alla Conferenza Regionale Scienze Infermieristiche, nel corso del Forum Leopolda in programma a Firenze il 23 e 24 settembre. I cambiamenti della normativa professionale negli ultimi venti anni hanno creato i presupposti per un professionista molto diverso da quello dei primi anni Novanta, ma non sempre le organizzazioni hanno saputo coglierne l’essenza valorizzandone il ruolo. In un crescendo di modelli organizzativi molto differenti tra loro anche all’interno di singole regioni, tra esperienze consolidate e sperimentazioni, in Toscana ci si affaccia a un’ulteriore nuova era dell’emergenza-urgenza con l’allargamento della famiglia DEU alle terapie intensive, andando a configurare nel senso più ampio la cosiddetta “Area critica”.
di Barbara Mangiacavalli
Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi OPI
La prima tappa del rapido percorso di ulteriore, costante ascesa della nostra professione, si è presentata in questo inizio d'estate con un duplice obiettivo in un solo colpo: il nuovo contratto e lo sviluppo delle nuove competenze degli infermieri.
Mantenendo infatti la promessa già insita nella loro approvazione della bozza di accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate per la nostra professione, e visto lo stallo che le istituzioni governative, le Regioni hanno preferito scegliere il contratto come risposta alla definizione di questo primo, nuovo e indispensabile tassello per il cambio di rotta che necessariamente dovrà effettuare l'assistenza del Servizio sanitario nazionale. Dribblando di fatto l'ormai noto comma 566 della legge di stabilità 2014 e rendendo omogenee le previsioni già attuate spontaneamente in molte realtà locali per ottimizzare i servizi contenute nell'accordo Stato-Regioni.
Il Comitato di settore Sanità ha inserito l'infermiere specialista nell'atto di indirizzo all'Aran per il nuovo contratto.
Questo significa che ora, al tavolo delle trattative ormai ai nastri di partenza, non si dovrà solo recuperare la dignità degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, costretti da oltre sei anni a veder ridotto il loro stipendio in termini assoluti, ma soprattutto dal punto di vista di un potere di acquisto che ha perso almeno il 25% del suo valore. Si dovranno infatti gettare le basi, sia di inquadramento e di carriera, sia economiche, per l'ulteriore balzo in avanti possibile con le competenze avanzate.
Gli infermieri con questo passo ottengono un'importante affermazione professionale. E' delle professioni intellettuali infatti avere nel loro Dna diversi livelli di responsabilità che arrivano fino alla dirigenza, quella vera. E sia la legge Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione, sia ora le basi del nuovo contratto ci riconoscono questo status inserendo la nostra professione a pieno titolo nel contratto della dirigenza sanitaria e anche prevedendo nei fatti una crescita professionale che rappresenta una ulteriore testimonianza e un altro trampolino di lancio per lo sviluppo dell'infermieristica italiana.
E' chiaro: l'atto di indirizzo non è il contratto e comunque le Regioni fanno riferimento alla bozza di accordo che norma le aree delle competenze avanzate. Ma l'atout è ormai sul tavolo dei giochi che i sindacati dovranno condurre per ottenere questa volta ci auguriamo in un vero gioco di squadra, i migliori risultati di sempre.
Gli infermieri sanno bene cosa hanno dovuto affrontare in questi lunghi anni in cui, al di là della pur importantissima questione economica, sono stati messi nelle condizioni di svolgere il loro lavoro, quella professione che hanno scelto e sentono dentro di sé, tra mille difficoltà, con mille ostacoli, dai turni di lavoro impossibili agli organici sempre più ridotti, dalla crescita dell'età media che per la nostra professione spesso determina situazioni di disagio all'assenza di quel supporto che, sul territorio, sappiamo tutti benissimo essere necessario per preservare davvero la salute dei cittadini, dei nostri assistiti.
Le Regioni e il ministero della Salute hanno mantenuto ora la promessa e la coerenza. La promessa di dare un nuovo impulso alla valorizzazione delle professioni sanitarie seguendo le linee indicate, come anche lo stesso atto di indirizzo ricorda nelle sue premesse, nel Patto per la salute e nel recepimento di tutte le ultime direttive europee in materia. La coerenza perché sono state le Regioni le prime a sottoscrivere e approvare con la bozza di accordo sulle nuove competenze degli infermieri.
Certo, il lavoro non finisce qui e spetterà poi all'Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie, ricostituito presso il ministero dell'Università a marzo di quest'anno, prevedere i vari percorsi formativi, compreso, per la laurea magistrale i nuovi indirizzi clinici, implicito nella nuova figura di professionista specialista.
Ma la scelta del Comitato di settore conferma l'efficacia della politica portata avanti dall'OPI. Da ora in poi, quando il tavolo contrattuale sarà aperto, toccherà ai sindacati, che dovranno davvero mettercela tutta, far applicare, difendere e tutelare il lavoro dei nostri professionisti e di tutti gli operatori chiamati in causa nel nuovo modello di assistenza disegnato dalle Regioni. Concertazione e collaborazione reale sono le parole chiave per continuare a lavorare fianco a fianco in un nuovo modello di sanità sicura, efficace, appropriata e sostenibile.
Così, nel nuovo contratto ci sarà il "professionista specialista", laureato e con un master di primo livello nelle professioni sanitarie. E ci sarà un "professionista esperto", quello che ha acquisito competenze avanzate grazie a percorsi formativi complementari regionali e le attività professionali svolte anche in base a protocolli concordati tra le rappresentanze delle professioni, di quelle mediche e dell'area sanitaria in generale.
Ma nel nuovo contratto e nella nostra professione, non dobbiamo mai dimenticarlo, c'è soprattutto la realizzazione e la materializzazione di quello spirito, di quella volontà che ci fa essere sempre accanto ai nostri assistiti, che ci fa essere sempre pronti ad affrontare qualunque avversità purché possano vedere realizzati i loro bisogni di salute, che ci fa essere pronti, preparati e aggiornati anche al di là di quello che ci viene riconosciuto se questo serve per poter scrivere la nostra assistenza con la "A" maiuscola. Che ci fa essere, semplicemente e orgogliosamente, infermieri.
A Firenze, il 23 e 24 settembre, si parlerà del ruolo dell’infermiere nel futuro. DISPONIBILE IL PROGRAMMA
Il 23 e 24 settembre, a Firenze, in occasione del Forum della Sostenibilità e Opportunità nel Settore della Salute, si terrà la Conferenza regionale Scienze Infermieristiche.
Si discuterà del ruolo dell’infermiere nel futuro: un’intera giornata dedicata alle nuove prospettive della professione negli spazi della stazione Leopolda di Firenze.
Peculiarità dell’appuntamento di quest’anno sarà il coinvolgimento di altre Regioni per confrontare strategie e progetti e per avviare processi di condivisione e collaborazione: un momento importante, in cui i responsabili politici e delle scelte del Sistema Sanitario di diverse Regioni italiane si metteranno a disposizione delle imprese per condividere obiettivi e progetti di innovazione e sviluppo.
Il 24 settembre è prevista la Conferenza Regionale Scienze Infermieristiche – Leopolda Infermieri, dedicata alle “Nuove prospettive, formazione e management per un’infermieristica al servizio dei cittadini” e che sarà divisa in cinque sessioni: dalle 8.30 alle 18.30 temi come “Sviluppo, formazione, competenze, valorizzazione”; “Infermieristica comunità-famiglia”; “Infermieristica nei percorsi ospedalieri”; “Infemieristica in area emergenza urgenza”; “Scenari, organizzazione, gestione infermieristica”.
La conferenza è aperta a tutti gli infermieri che possono già iscriversi, esclusivamente on-line e gratis,
a questo indirizzo.
La duegiorni prevede un convegno principale sugli aspetti più rilevanti della politica sanitaria e dello sviluppo economico per la Sostenibilità del Sistema della salute e lo sviluppo delle imprese, della ricerca e del lavoro, a cui si affiancherà un programma di iniziative ed eventi di approfondimento sui temi di particolare interesse: il futuro della medicina e della salute (futuro senza cancro, diabete); le eccellenze del Sistema sanitario nazionale e la loro valorizzazione a livello internazionale, la trasformazione del sistema guidata dalla tecnologia; il ruolo della sanità integrativa, le mutue e le assicurazioni; la medicina di precisione e medicina di genere; l’importanza dell’alimentazione per la salute e la sostenibilità del sistema; gli integratori e la medicina complementare; la promozione dell’etica e della meritocrazia contro per la sostenibilità del sistema. Su questi temi si svilupperanno anche delle isole espositive-progettuali.
Tra i temi speciali il “miglioramento continuo per la sostenibilità del Ssn”, con un premio nazionale di idee e progetti.
E poi, tavoli di lavoro dedicati alle filiere dell’innovazione nel settore farmaceutico e dei devices; manufacturing ed export provision; biosimilari e sostenibilità per garantire l’accesso alle cure ai cittadini e per lo sviluppo del settore; partnership tra l’industria farmaceutica, il Sistema Sanitario Pubblico e il Sistema della ricerca per sconfiggere il cancro: proposte e prospettive; nuove imprese, grandi imprese, sistema sanitario, governo e fondi di investimento.
Info: www.forumdellaleopolda.it