La terapia renale sostitutiva (RRT) è indicata nei casi di insufficienza renale acuta, intossicazione/sovradosaggio di droghe o tossine dializzabili, sepsi severa. La terapia renale sostitutiva naturalmente comprende la IHD o emodialisi intermittente, la dialisi peritoneale e il trapianto di reni; qui di seguito tratteremo le metodiche utilizzate maggiormente in terapia intensiva per i pazienti critici, che sono tecniche continue (Continuous renal replacement therapies – CRRT) e vedremo la procedura di gestione infermieristica dell'emodiafiltrazione.
Dosare la terapia renale sostitutiva, il flusso ottimale di RRT
La velocità del flusso si riferisce all'ultrafiltrato prodotto dal processo di filtrazione nonché a qualsiasi flusso di dialisi effluente (ovvero quanto “scarto” si accumula nella sacca di raccolta). La portata è un marker di clearance del soluto, quindi può essere pensata in modo semplificato come la “dose di RRT” (cioè quante sostanze sto rimuovendo?).
L'emofiltrazione ad alto volume può essere benefica nei pazienti con shock settico, quindi attualmente c’è una tendenza ad aumentare le portate nei pazienti con shock settico e IRA.
Normalmente il flusso va da 20 ml/kg/h a 35 ml/kg/h (1500 ml/h in un adulto medio)....
Infermiere aggredito al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Una trentina di rom ha preso d'assalto il reparto.
Parenti stanchi di attendere, pugno in faccia all’infermiere
Bergamo, aggredito un infermiere al pronto soccorso
Erano circa le 20.30 dell’altra sera quando un gruppo di persone, una trentina di rom, è entrato al pronto soccorso accompagnando una bambina con un profondo taglio al dito di una mano. Ancora una volta all’origine dell’aggressione c’è l’impazienza da parte dei parenti della piccola.
La bambina è stata subito presa in carico, medicata e messa in attesa per una radiografia. Ma il gruppo pretendeva tempi più veloci. Ne è scaturito un parapiglia e un infermiere è stato aggredito e si è visto sferrare un pugno in piena faccia.
La direzione dell’ospedale parla di "episodi gravissimi, che vanno duramente condannati perché mettono in pericolo i nostri operatori e minano la sicurezza degli stessi pazienti"....
Dal 1° agosto con il completamento delle autorizzazioni degli Enti del Servizio sanitario nazionale a cui i tre sono stati richiesti, sono comandati all'Iss Fabio D'Agostino (proveniente dall'azienda ospedaliera S. Giovanni Addolorata di Roma), Daniela D'Angelo (in origine dell'Asl Roma 6) e Laura Iacorossi (dell'Istituto nazionale tumori Regiona Elenza Irccs – Ifo di Roma)
Per la prima volta tre infermieri entrano a far parte dei ruoli della ricerca all'Istituto superiore di Sanità.
Dal 1° agosto, infatti, con il completamento delle autorizzazioni degli Enti del Servizio sanitario nazionale a cui i tre sono stati richiesti, si sono completati i comandi di Fabio D'Agostino (proveniente dall'azienda ospedaliera S. Giovanni Addolorata di Roma), Daniela D'Angelo (in origine dell'Asl Roma 6) e Laura Iacorossi (dell'Istituto nazionale tumori Regiona Elenza Irccs – Ifo di Roma).
Ad autorizzare i comandi dei tre nuovi ricercatori dell'Iss sono stati i direttori generali delle strutture di provenienza, rispettivamente Ilde Corio, Narciso Mostarda e Francesco Ripa di Meana.
"Il loro ruolo – spiega Primiano Iannone, responsabile del Centro nazionale per l'eccellenza clinica, la qualità e la sicurezza delle cure dell'Istituto superiore di Sanità - sarà quello, per la professione infermieristica, di verificare e validare sotto questo aspetto gli standard di efficacia, efficienza, qualità e appropriatezza attraverso la ricerca e l'analisi delle evidenze disponibili. Buone pratiche e linee guida infermieristiche quindi, come la legge 24/2017 sulla responsabilità professionale dà mandato all'Istituto superiore di Sanità"
"E' fondamentale, data la rilevanza che la nostra professione ha assunto nell'assistenza e nella verifica dell'appropriatezza delle cure – ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche a cui sono iscritti gli oltre 440mila infermieri che operano in Italia – lo sviluppo di programmi di formazione infermieristica, ricerca, servizi e sistemi guidati da bisogni di salute, prove e priorità strategiche per le persone. Anche secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità adottare meccanismi e standard basati su prove per le migliori pratiche che promuovono istruzione e ricerca infermieristica anche rispetto a una maggiore regolamentazione professionale efficace sono requisiti indispensabili non solo per la professione, ma per i sistemi sanitari. Tra i nostri principali obiettivi – conclude - c'è sicuramente quello di rendere i percorsi di studio maggiormente aderenti ai bisogni di salute e per farlo è fondamentale investire nel nostro settore scientifico disciplinare, anche implementando la rete della ricerca infermieristica, per contribuire, attraverso lo sviluppo della scienza infermieristica, al sistema salute del paese".