Dal 31 maggio al 15 dicembre 2022 è disponibile registrandosi al sito www.3psolution.it (una volta effettuata la registrazione basterà accedere alla pagina eventi, selezionare la FAD ed iscriversi seguendo le istruzioni) oppure inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. il corso è gratuito per tutti gli operatori sanitari “Infermiere di famiglia e di comunità – Il futuro dell’assistenza domiciliare”.
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha formulato parere positivo all’accreditamento di 3P Solution Srl, che organizza il corso, come PROVIDER STANDARD (codice 327, autorizzato il 15 ottobre 2012).
La responsabilità per i contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività ECM è a carico di 3P Solution.
L’evento è stato accreditato (ID ECM 327-354268) con obiettivo formativo: 9. Integrazione tra assistenza territoriale ed ospedaliera (Processo), per le seguenti figure professionali: Infermiere (Infermiere); Infermiere Pediatrico (Infermiere Pediatrico); per 40.000 partecipanti e ha ottenuto 6 crediti.
Per ottenere l’attribuzione dei crediti E.C.M. è necessario:
- partecipare ai lavori scientifici, per i quali è prevista la verifica delle presenze;
- compilare il questionario di apprendimento e rispondere correttamente ad almeno il 75% delle domande;
- compilare il questionario di valutazione dell’evento
Il certificato riportante i crediti E.C.M. potrà essere scaricato direttamente dal discente nell’apposita sezione della piattaforma successivamente al completamento del corso.
Il 32,3% degli infermieri, pari a circa 130mila professionisti, nell’ultimo anno, ha subito violenza durante i turni di lavoro. Ma 125mila casi sono casi sommersi. Nel 75% le vittime sono state donne. E’ quanto emerge dalla ricerca CEASE-it (Violence against nurses in the work place), conclusa ad aprile 2021 e svolta da otto università italiane, (capofila l’Università di Genova) su iniziativa della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).
Numeri che, in molti casi, non sono intercettati e registrati in quanto le aggressioni non vengono neppure denunciate perché ormai sono percepite e considerate, dagli stessi infermieri, come dinamiche connaturate alla professione. Si configura così, con proporzioni vastissime, il fenomeno del ‘sommerso’. Ogni anno l’Inail registra 11mila casi di violenza denunciati come infortuni sul lavoro: 5mila sono infermieri. Un dato che rende gli infermieri la categoria più soggetta a questo fenomeno, ma ai numeri ufficiali bisogna anche aggiungere il sommerso di 125mila vittime che non hanno denunciato.
Su queste dinamiche pesa la carenza di infermieri negli organici: un’assistenza efficiente si ha con un rapporto infermiere paziente 1 a 6 ma, allo stato attuale, il rapporto è 1 a 12. Secondo la Fnopi, in base agli standard previsti del cosiddetto ‘DM 71’ (delibera 21 aprile 2022 del Consiglio dei ministri), occorre aumentare l’attuale organico con 70mila infermieri aggiuntivi. Con l’attuale carenza si restringe pericolosamente il tempo di cura oppure si aumenta la possibilità che l’infermiere precipiti in una condizione di “burnout” (33%). A ciò bisogna aggiungere che il 10,8% di chi ha subito violenza, presenta danni permanenti a livello fisico oppure psicologico. Per comprendere le drammatiche proporzioni del problema, è utile un raffronto: il 46% degli infermieri ha subito violenze durante l’esercizio della professione, i medici si attestano al 6%.
“Per restituire dignità all’attività professionale e per garantire la sicurezza degli infermieri durante l’orario lavorativo, spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri – è quanto mai urgente inserire questa professione tra le categorie usuranti, mentre ora è riconosciuta soltanto la classificazione tra i “lavori gravosi. Lo studio – aggiunge Mangiacavalli, – descrive le caratteristiche degli episodi di violenza e individua i fattori predittivi e le cause. I correttivi di cui c’è bisogno derivano da qui. E su queste basi sarà sicuramente più immediato il lavoro dell’Osservatorio di tutte le professioni che il ministero della Salute coordina, anche per organizzare la formazione”.
“Lo studio ha dimostrato che gli infermieri conoscono i tratti e le caratteristiche di un potenziale comportamento di aggressione fisica o verbale; tuttavia per varie ragioni non riescono a intercettare e prevenire questi episodi”, spiega la professoressa Annamaria Bagnasco, dell’Università di Genova, coordinatrice della ricerca. “Una delle concause dimostrate dallo studio – spiega – è la comunicazione inadeguata che avviene tra il personale e l’assistito e/o l’accompagnatore; tuttavia, i processi comunicativi sono ampiamente influenzati dall’ambiente di lavoro, dallo staffing e dal benessere dei professionisti. In questo momento lo studio sta fornendo ulteriori dati, su cui stiamo lavorando, per mettere in correlazione lo staffing, il benessere degli operatori e il benessere dei professionisti con gli episodi di aggressione, al fine di poter ipotizzare i fattori predittivi di questi eventi”, conclude Bagnasco.
A QUESTO LINK LO STUDIO PUBBLICATO SULL’ULTIMO NUMERO DE L’INFERMIERE
Non soltanto rappresentanza, come in quest'ultimo mese, ricco di iniziative per promuovere la professione e l'educazione sanitaria nei confronti dei cittadini, gli Ordini delle Professioni Infermieristiche Abruzzesi si sono da sempre prodigati non soltanto a svolgere un ruolo di tutela nei confronti della cittadinanza rispetto ad i requisiti per poter esercitare la professione ma nel proprio contesto e per quanto possibile hanno assunto anche un ruolo politico, riportando quei disagi che ormai da troppo tempo tediano la professione, facendolo nei modi e luoghi opportuni.
L'ultima volta con un comunicato congiunto il 7 Febbraio scorso riportato anche su www.quotidianosanita.it ma quando le risposte della politica sono quelle che mostrano le immagini che seguono, in un contesto dove non vi sono inaugurazioni, visite ufficiali, ma quello che dovrebbe essere il lavoro quotidiano della politica per tutelare la salute pubblica attraverso la nostra professione, ovvero il benessere di tutti i i cittadini tutto sembra inutile.