L'obbligo formativo per il triennio 2023-2025, pari a 150 crediti formativi, fatte salve le le decisioni della Commissione nazionale in materia di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni, in cui è previsto anche che l’acquisizione dei crediti formativi relativi al triennio 2020-2022 è consentita fino al 31 dicembre 2023, per eventi con “data di fine evento” al 31 dicembre 2023.
E che la possibilità di spostamento dei crediti è consentita fino al 30 giugno 2024;
Il professionista può prendere visione della propria posizione formativa mediante l’accesso alla banca dati Cogeaps, (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) raggiungibile al link http://www.cogeaps.it
Crediti ECM in Radioprotezione
L’art. 162 del Decreto Legislativo n. 101 del 31 luglio 2020 (co. 4) ha stabilito che i crediti specifici in materia di radioprotezione devono rappresentare almeno il 10 per cento dei crediti complessivi previsti nel triennio per i medici specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri di famiglia, i tecnici sanitari di radiologia medica, gli infermieri e gli infermieri pediatrici, e almeno il 15 per cento dei crediti complessivi previsti nel triennio per gli specialisti in fisica medica e per i medici specialisti e gli odontoiatri che svolgono attività complementare.
Crediti ECM e Assicurazione
La legge 29 dicembre 2021, n. 233, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, pubblicata sulla GU n.310 del 31-12-2021 – Suppl. Ordinario n. 48, prevede norme di rilevanza per le professioni sanitarie, Tra queste si segnala in particolare l’articolo 38-bis (Disposizioni in materia di formazione continua in medicina) secondo il quale, a partire dal triennio formativo 2023-2025, l’efficacia delle polizze assicurative previste all’articolo 10 della L. n. 24/2017 (cd. legge Gelli) è condizionata all’assolvimento in misura non inferiore al 70% dell’obbligo formativo individuale dell’ultimo triennio utile.
da: www.nurse24.it
Sono oltre 1500 i professionisti della sanità italiana, tra medici ed infermieri, che stanno lasciando l'Italia per andare a lavorare all'estero, verso i Paesi del Golfo e altri Paesi europei. Si tratta di 1050 medici, circa 350 infermieri ed altri 100 professionisti sanitari che negli ultimi tre mesi hanno chiesto ai rispettivi albi professionali il certificato di buona condotta per potersi spostare e sono ad un passo per decidere di partire.
Fughe all'estero, 1500 professionisti della sanità italiana pronti a partire
La segnalazione arriva da Amsi, l'associazione Medici di origine straniera in Italia che unisce professionisti di diversi paesi, indipendentemente dalla loro nazionalità, e che si occupa attivamente di divulgazione, integrando la buona sanità italiana con quella di origine straniera promuovendo altresì il dialogo culturale a 360 gradi.
In un comunicato si spiegano le ragioni del fenomeno e si illustrano alcune soluzioni per cercare di arginare, insieme alle istituzioni italiane, le fughe all'estero e fermare gli esodi. Specificando che le domande inoltrate all'associazione nel primo trimestre 2024 arrivano soprattutto da alcune regioni (Veneto, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Emilia-Romagna, Trentino e Lazio), si ritiene che queste partenze non siano legate soltanto a professionisti che offrono le loro competenze verso paesi difficili e in guerra ma anche a tanti che vogliono lasciare una sanità italiana di cui non si sentono più parte integrante.
Occorre riportare a casa i nostri professionisti che sono emigrati, non solo nei Paesi del Golfo e in Europa, ma anche in Sudamerica e in Asia. Così il professor Foad Aodi, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché esperto di Salute Globale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che si occupa anche di immigrazione irregolare e diritti umani.
Siamo tenuti a sostenere quanti desiderano intraprendere la strada per lavorare all'estero, così come coloro che vogliono offrire il loro contributo nei paesi dove la sanità ha bisogno di aiuto e sostegno, laddove i conflitti dilaniano le vite umane, sottolinea Aodi specificando che Amsi è impegnata da 24 anni a favorire una buona immigrazione di professionisti selezionati. La nostra azione è rivolta altresì a fare in modo che nel mondo avvenga una emigrazione equilibrata e sana da parte dei professionisti sanitari e non si dia luogo ad una fuga di medici ed infermieri locali, soprattutto nelle nazioni economicamente più deboli dove la sanità è già in pericolo.
L'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo augura a tutti una serena Pasqua!
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: