Replica SIGG alla notizia di un corso per badanti e familiari di anziani non autosufficienti anche su atti sanitari: "Il Corso non prevede nessuna formazione su tecniche di competenza infermieristica, prima fra tutti la somministrazione di iniezioni intramuscolari che rimangono di competenza esclusiva di medici e infermieri"
La scintilla che ha dato fuoco alle polveri è stato un servizio del TG2 di domenica 22 maggio sul progetto della SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) di un corso promosso in 9 regioni italiane (Lombardia-Toscana-Umbria-Marche-Lazio-Abruzzo-Molise-Calabria-Sardegna) per la formazione di badanti e familiari di anziani non autosufficienti, finalizzato alla presa in carico della persona in ambito sanitario, dalla somministrazione farmaceutica alle intramuscolari fino ai consigli sull'alimentazione.
Intervistato anche il prof. Paolo Falaschi (responsabile Unità Geriatria – Ospedale Sant'Andrea – Roma) sul progetto : "Verrà insegnato come fare un iniezione, come misurare la pressione, come fare un prelievo per la glicemia, ma anche come muoversi nella complessa rete dei servizi territoriali, come fare delle richieste alla Asl, qual è la reazione degli ambienti, qual è l'alimentazione più corretta per un soggetto anziano".
Immediata la reazione sui social e sulle riviste on line per l'inavsione di campo di pratiche sanitarie per le quali la legge richiede laurea e abilitazione per non incorrere nel reato di esercizio abusivo di professione sanitaria (art.348 ccp),
Ma immediata anche la risposta della SIGG, il cui presidente, Nicola Ferrara, anche su sollecitazione della sezione nursing della Società scientifica, ha inviato alla presidente della Federazione OPI una lettera di chiarimenti. Ecco il testo:
"Gentilissima Dott.ssa Mangiacavalli,
con riferimento al Corso di Formazione per Caregivers di Anziani Non Autosufficienti, promosso dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria a cura del Prof. Paolo Falaschi – Responsabile U.O. di Geriatria dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma, a seguito dell'intervista andata in onda al TG2 domenica 22 maggio u.s., è nostra premura chiarire che il Corso non prevede l'acquisizione di competenze specifiche relative alla possibilità di effettuare iniezioni intramuscolo al paziente da parte del caregiver.
E' nostro dovere precisare che si è trattato di un errore di comunicazione del quale ovviamente ci scusiamo. Il Corso non prevede nessuna formazione su tecniche di competenza infermieristica, prima fra tutti la somministrazione di iniezioni intramuscolari che rimangono di competenza esclusiva di medici e infermieri.
A tal proposito, si ricorda che il Corso si prefigge i seguenti obiettivi:
Conoscenze inerenti la rete dei Servizi Socio-Sanitari e capacità di accedere alle risorse territoriali;
Capacità di identificazione dei bisogni e delle problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative delle persone anziane non autosufficienti;
Abilità legate alla cura e all'igiene della persona e dell'ambiente;
Principi generali di educazione alimentare;
Abilità finalizzate al miglioramento del contesto abitativo, indipendenza e sicurezza domestica e qualità della vita.
La Società di Gerontologia e Geriatria si rende disponibile a far visionare il materiale informativo su richiesta inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Cordiali saluti,
Nicola Ferrara"
Il corso, tra l'altro, come riporta la locandina (allegata) è organizzato dalla SIGG e dalla sua stessa sezione Nursing.
La senatrice Annalisa Silvestro, membro del Comitato centrale OPI, interviene sul Ddl Lorenzin: "Gli Ordini sono un grande obiettivo, un impegno a favore della società per combattere abusivismo, opacità fiscale e amministrativa e autoreferenzialità. E per garantire qualità professionale al sistema e ai cittadini"
Con l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge 1324 "Norme varie in materia sanitaria", più noto come Ddl Lorenzin, le professioni sanitarie tutte hanno raggiunto un importante traguardo che conferma il ruolo che viene loro attribuito per l'evoluzione e lo sviluppo del Servizio sanitario nazionale e dell'intero sistema salute del Paese.
Le professioni sanitarie attraverso i loro Ordini e i Collegi hanno da sempre fatto una scelta di campo a favore del cittadino, sostenendo un Ssn pubblico, equo, solidale e universale a cui chiedevano fosse correlato un impianto ordinistico moderno con norme adeguate all'attuale contesto sociale e nei rapporti con le istituzioni, i cittadini e i professionisti.
Ora, la tanto attesa riforma ordinistica in sanità è a un passo dalla meta e si lascia alle spalle un percorso tortuoso e accidentato fatto di stop and go, di speranze e acerbe delusioni che erano rese ancora più incomprensibili stante l'evidenza di quanto l'impianto ordinistico avesse bisogno di un'ampia ridefinizione nella governance interna, nelle relazioni con le istituzioni e con i propri professionisti e nella rete di rapporti con la collettività sociale.
Una riforma resa ancora più necessaria per le funzioni che sempre più assumeranno gli Ordini professionali dopo il varo del decreto legislativo n. 38/14 che attua la direttiva n. 24 del 2011 dell'Unione europea sull'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera; della direttiva n. 52 del 2015 dell'Unione europea sulle misure per agevolare il riconoscimento delle etichette mediche emesse in un altro Stato membro e, ancora, del decreto legislativo n. 15/16, sull'attuazione della direttiva n. 55 del 2013 dell'Unione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica le direttive 36 del 2005 e 1024 del 2012, relative alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno IMI, quello della tessera professionale europea.
Agli Ordini viene, infatti, chiesto di svolgere un ulteriore e peculiare ruolo a favore dei cittadini-pazienti fornendo dati e informazioni in generale e specificamente sulle competenze e sul comportamento deontologico dei professionisti iscritti ai loro Albi oltre che per la garanzia sulla loro professionalità.
Nel Ddl Lorenzin gli Ordini, completamente autofinanziati dagli iscritti che offrono così un ulteriore contributo al sistema salute, agiscono quali organi sussidiari dello Stato per tutelare gli interessi pubblici connessi all'esercizio delle professioni sanitarie.
Quello degli ordini e dei professionisti loro iscritti è, quindi, un impegno a favore della società, che potrà contare su solidi e attenti alleati non solo per combattere l'abusivismo professionale, l'opacità fiscale ed amministrativa e l'autoreferenzialità professionale, ma anche per sostenere e verificare il costante aggiornamento delle competenze professionali e la manutenzione delle conoscenze e delle abilità attraverso il contributo fornito alle istituzioni per la definizione del fabbisogno e dei contenuti formativi.
Un grande obiettivo, dunque, quello dei professionisti sanitari: garantire risposte appropriate e pertinenti, anche attraverso i loro novellati Ordini professionali, ai nuovi ed emergenti bisogni di salute dei cittadini e preservare il fondamentale patrimonio di valori, conoscenze, scientificità e solidarietà che sottendono e informano il nostro Servizio sanitario nazionale.
Attendiamo perciò di festeggiare la trasformazione del Ddl Lorenzin in legge dello Stato rapidamente e comunque entro l'anno in corso.
Annalisa Silvestro
Senatore della Repubblica
E' quanto emerso da uno studio di Angelo Mastrillo che si rifà ad una recente indagine presentata a Napoli da Almalaurea.
E' ripartita l'occupazione nel campo delle professioni sanitarie e nello specifico in quello Infermieristico. Lo rende noto Angelo Mastrillo, tra i massimi esperti del settore in Italia, noto per aver siglato nel 2004 con la Federazione Nazionale dei Collegi OPI un importante accordo e per avere rappresentato anche gli Infermieri Italiani nella Commissione Lauree Triennali presso il MIUR....
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: