Laurea honoris causa all'infermiere Antonio Azzato di Marsico Nuovo, laureato in "Scienze Sociali e del Lavoro" con specializzazione in "Gestione delle Risorse Umane". Ad assegnargliela l'Università I.S.F.O.A.
Laurea honoris causa all'infermiere Antonio Azzato di Marsico Nuovo, laureato in "Scienze Sociali e del Lavoro" con specializzazione in "Gestione delle Risorse Umane". Ad assegnargliela l'Università I.S.F.O.A. durante una cerimonia svolta al Polo Nautico di Salerno, per premiare le migliori professionalità e imprenditorialità italiane. E anche per favorire la realizzazione di una piantagione di cacao in Costa d'Avorio da donare a un folto gruppo di famiglie povere, che potranno, con il loro lavoro, sopravvivere per almeno 30 anni.
La cerimonia si è svolta alla presenza, del Magnifico Rettore Stefano Masullo, del Pro Rettore e presidente dell'Associazione Internazionale Onlus " E ti porto in Africa "Vincenzo Mallamaci e di una rappresentanza del Senato Accademico dell'ISFOA. Diciannove candidati, provenienti da quasi tutta Italia, hanno ricevuto prestigiosi dottorati in varie discipline e specializzazioni e tra essi Antonio Azzato. Hanno portato inoltre il loro saluto nel corso della cerimonia Mons. Giulio Cerchietti Officiale della Congregazione per i Vescovi della Santa Sede e Responsabile Ufficio Internazionale Ordinariati Militari, e Padre Constant Atta Kouadio, Assistente Spirituale e Presidente Vicario per l'Africa dell'Associazione "E ti porto in Africa".
Azzato, dipendente dell'ASP diretta da Giambattista Bochicchio, è distaccato presso la Direzione generale del Dipartimento politiche della Persona della Regione Basilicata, è Direttore Generale per la Basilicata del Corpo Internazionale di Assistenza e Soccorso Humanitas-Onlus con il grado di capitano, è coordinatore d'area della Val d'Agri per il Tribunale per i Diritti del malato - Cittadinanzattiva-Onlus, è Consigliere nel direttivo nazionale dell'ANOTE e ANIGEA associazioni scientifiche infermieristiche di ricerca in endoscopia, relatore a diversi congressi nazionali, autore di pubblicazioni, è stato insignito nel 2015 del titolo di "Accademico d'Onore" della Nobile Accademia Costantiniana di Cappadocia, è stato ancora, nel 2015 consulente per la stesura di una importantissima proposta di legge regionale presentata dai Consiglieri regionali Polese e Robortella, inerente la prevenzione e contrasto del fenomeno del mobbing sui luoghi di lavoro, argomento del quale Azzato è diventato conoscitore. La legge è attualmente in itinere.
"Azzato – ha dichiarato Mallamaci - raggiunge e aggiunge questo ennesimo traguardo dopo un costante impegno da oltre venti anni, nel campo sociale civile e sanitario, per i successi conseguiti, in ambito professionale, per i numerosi attestati di merito rilasciati da pazienti e professionisti con i quali ha collaborato e anche da alti dirigenti dell'ASP, a questo, si aggiungono numerosi episodi che lo hanno visto, tra l'altro impegnato in varie ed importanti attività di volontariato sia umanitario in soccorso ai migranti(ultimo in maggio con Humanitas in assistenza a milleduecento migranti sbarcati nel porto di Salerno) , che di protezione civile. Si è inoltre distinto in almeno quattro episodi, debitamente documentati, per aver salvato altrettante vite umane, intervenendo da solo da semplice civile in situazioni pericolosissime che lo hanno visto mettere a rischio la propria vita per salvarne altre. Questo e tanto altro ancora hanno fatto sì che gli venisse attribuito questo riconoscimento che, siamo certi, non sarà l'ultimo".
Dedicando il titolo alla propria moglie e ai figli, Azzato ha dichiarato di aver "sempre creduto che nella vita possa capitare a chiunque di inciampare e cadere, in tanti modi. Spesso, non senza fatica, ci si rialza , raramente da soli. Ma quando si nasce già a terra? Quando si è tra i più deboli del pianeta? Tra gli ultimi? Di quanto aiuto c'è bisogno? Di tutto l'aiuto possibile...un poco per uno, di un sorriso, di una mano tesa. Non lasciamoli in mare i migranti ed è giusto, ma non aggiungere a queste persone danno al danno, è ancora più giusto, e forse, lo è ancor di più giusto, aiutarli nella loro stessa terra, creando e garantendo quelle condizioni minime di vivibilità e di dignità".
Prossimo impegno quello della costruzione di un orfanotrofio in Costa D'Avorio in collaborazione con l'Associazione "E ti porto in Africa" di cui Azzato è volontario: "Lanceremo un grido d'aiuto alle istituzioni locali, certi che qualcuno lo raccolga, e con l'aiuto di tutti voi si spera di farcela. Gli ultimi ultimi, quelli che vengono dopo... gli ultimi, stanno proprio lì, ed è lì che porteremo ancora una volta il nostro ed il vostro aiuto con la speranza che un giorno non debbano imbarcarsi mai più".
"L'INFERMIERE" ON LINE - Aggressività: un problema emergente in sanità, soprattutto in ambito psichiatrico Potenzialmente pesanti le conseguenze non solo per la persona assistita ma anche per il professionista che lo assiste. Parole chiave: prevenire e gestire migliorando la qualità delle prestazioni erogate
Qual è lo strumento con una buona predittività nei confronti delle condotte aggressive e che possa rappresentare un supporto concreto alla valutazione da parte del professionista?
La Brøset Violence Checklist (BVC) è quello che tra tutti quelli attualmente conosciuti, ha dimostrato un buon livello di predittività secondo quando affermato da Terzoni, Ferrara, Lo Giudice e Destrebecq, autori dell'articolo "Validazione italiana della Brøset Violence Checklist (BVC) per la valutazione a breve termine del rischio di comportamenti violenti di pazienti in un'unità psichiatrica" - (L'Infermiere online n 1 del 2016).
Uno strumento elaborato in Norvegia strutturato in sei indicatori (confusione, irritabilità, clamorosità, minacce verbali, minacce fisiche, crisi pantoplastica) e validato in diversi contesti psichiatrici europei, continuano gli autori, che nonostante la sua dimostrata capacità predittiva non ha una versione italiana.
Ed è proprio alla validazione italiana dello strumento che hanno lavorato gli autori: attraverso l'osservazione di 153 pazienti hanno potuto documentarne la semplicità e velocità di compilazione e evidenziarne, analizzando i risultati ottenuti dalle osservazioni sui pazienti, la capacità di indentificare precocemente le persone a rischio di comportamenti violenti.
(Il testo integrale dell'articolo "Validazione italiana della Brøset Violence Checklist (BVC) per la valutazione a breve termine del rischio di comportamenti violenti di pazienti in un'unità psichiatrica" di Stefano Terzoni,Paolo Ferrara, Annalisa Lo Giudice, Anne Destrebecq è pubblicato nella sezione "Scienze infermieristiche" de L'Infermiere n.1/2016.
Svolta storica in Liguria! La regione approva la figura dell'infermiere di famiglia che seguirà a domicilio i pazienti più fragili segnalati dei medici di medicina generale.
La maggioranza in regione Liguria ha approvato anche l'istituzione della super azienda sanitaria ligure (acronimo ALISA) con compiti di gestione e programmazione delle attuali 5 Asl e dei servizi territoriali. Nel documento è stato inserito l'emendamento che apre le porte all'infermiere di comunità, con la sperimentazione della figura dell'infermiere "case manager".
Un grande risultato per gli infermieri di questa regione grazie anche al grande lavoro del coordinamento regionale OPI ligure che riesce ad ottenere anche un grande risultato politico con una giunta regionale attenta alle dinamiche e alle problematiche sanitarie della popolazione.
L'Infermiere di famiglia avrà in carico circa 500 – 600 casi segnalati dal medici di medicina generale, questo consentirà di ridurre i ricoveri ospedalieri dei pazienti fragili del 25% come dimostrato in altri territori dove questa figura è già operativa da tempo (Friuli Venezia Giulia).
Abbiamo chiesto al Collega Francesco Falli, uno dei quattro Presidenti OPI della Liguria e Segretario del Coordinamento ligure dei Collegi come si è arrivati a questo risultato, importante per la categoria...
FALLI: Credo che, una volta di più, a far breccia sia stata la unione e la coesione del gruppo. In questo caso e in questa Regione, è forse un bene essere in pochi a comporre il Coordinamento (siamo infatti solo in quattro a rappresentare le altrettante Province) e probabilmente il fatto di essere riusciti, in questi anni di collaborazione, a raggiungere una buona intesa personale e professionale fra noi ha permesso di comunicare unità, compattezza, forza.
Ci ha in parte aiutato anche il fatto di essere in carica da un pò di tempo, ognuno di noi ha – come dire – raggiunto un discreto grado di esperienza che va a compensare alcuni dei nostri umani limiti...parlo soprattutto di me, che con il tempo ho imparato che posizioni anche diverse sono prima di tutto da rispettare e che il tuo interlocutore ha da insegnarti qualcosa, sempre.
E i miei tre Colleghi Presidenti hanno fatto un lavoro grande, meticoloso, e sono loro grato dell'amicizia e della colleganza. Senza di queste, non saremmo forse riusciti a far capire in tempi così rapidi il plus valore della nostra professione, in questo settore e in questo contesto.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: