La primaria Perin: "Le abbiamo provate tutte per prevenire episodi violenti, non sappiamo più come fare"
E' stata l’ennesima aggressione. L’ennesima notte in trincea per i medici e gli infermieri che lavorano al pronto soccorso dell’Infermi. "Quanto accaduto domenica è gravissimo, ed è solo l’ultimo episodio. Al pronto soccorso di Rimini la situazione si è fatta insostenibile. E non bisogna stupirsi se poi tanti colleghi lasciano il pronto soccorso per lavorare altrove". Maurizio Grossi, il presidente dell’ordine dei medici di Rimini, è un fiume in piena. "Siamo di fronte a una vera emergenza. Le aggressioni ai sanitari del pronto soccorso sono sempre più frequenti, va trovata una soluzione vera. Chiediamo alla Prefettura, all’Ausl e a tutti gli organi competenti di dare risposte". Per Grossi "il pronto soccorso di Rimini deve essere presidiato 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine. Deve tornare a essere un posto sicuro per chi ci lavora e per i pazienti". Quest’estate i controlli – su indicazione della Prefettura – sono stati rafforzati. Rimane il problema delle ore serali e notturne, quando non c’è presidio fisso.
Giuseppe Barbato Infermiere Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
Giovanna Piga Infermiera Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
DESCRIZIONE DEL FENOMENO
Alla luce delle sollecitazioni dell’emergenza pandemica, risulta necessario creare un sistema di servizi diversificato, che risponda ai bisogni complessi della comunità. Il tessuto sociale ed economico in profonda trasformazione porta ad esigere lo sviluppo di metodi e dinamiche innovative e integrative alla programmazione ed erogazione dei servizi.
Negli ultimi 50 anni l’invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne)(1).
L’Italia detiene il primato europeo sia per aspettativa di vita che per numero di anziani e le previsioni attestano che nei prossimi decenni assisteremo a quello che viene spesso denominato “inverno demografico”.
REVISIONE DELLA LETTERATURA MIRATA SUL FENOMENO ANALIZZATO
Le recenti rilevazioni statistiche disponibili su 55 comuni del territorio bolognese confermano queste previsioni. Gli anziani rappresentano infatti il 24,4% (247.900) della popolazione complessiva (1.019.539 abitanti), percentuale che aumenterà di circa il 20% in più entro il 2033, a fronte di tassi di natalità statistici
Roberto Buonincontro Infermiere Area dei Professionisti della Salute – AUSL Toscana Centro di Firenze, Italia
Valentina Fedele Infermiera Area dei Professionisti della Salute – Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, Italia
Patrizia Ambrosio Infermiera, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Italia
INTRODUZIONE
Il trapianto di fegato, come intervento sostitutivo vitale, assume un ruolo cruciale nella gestione delle gravi disfunzioni epatiche, offrendo una prospettiva di miglioramento della qualità di vita per i pazienti affetti da patologie irreversibili. Nonostante gli avanzamenti significativi nella chirurgia trapiantologica, il successo a lungo termine e il benessere continuo del paziente richiedono un approccio multidisciplinare che vada oltre la mera competenza medica.
Questo studio di revisione della letteratura, concentrato sugli ultimi 10 anni di ricerche nel campo del trapianto di fegato, mira a esplorare strategie chiave per comprendere i bisogni specifici dei pazienti e intervenire in modo efficace. Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione infermieristica, poiché gli infermieri svolgono un ruolo centrale nell’implementare pratiche personalizzate che affrontano le esigenze uniche di ciascun paziente post-trapianto.
Attraverso questa analisi, ci proponiamo di evidenziare il contributo fondamentale della gestione infermieristica nella prevenzione delle complicanze, nell’educazione del paziente e nel fornire supporto emotivo. Comprendere come queste pratiche influenzino il benessere e la qualità di vita dei pazienti nel lungo periodo sarà essenziale per informare la pratica clinica, sviluppare linee guida pratiche e contribuire al continuo miglioramento degli esiti per i pazienti sottoposti a trapianto di fegato.
REVISIONE DELLA LETTERATURA
La necessità di una valutazione approfondita sull’impatto dell’intervento infermieristico personalizzato sulla qualità di vita post-trapianto emerge dalla crescente complessità delle cure e dalla richiesta di risultati ottimali a lungo termine. Con il numero sempre maggiore di trapianti di organi, è imperativo comprendere come le pratiche infermieristiche possano contribuire a migliorare non solo il recupero fisico, ma anche gli aspetti psicologici, sociali e ambientali della vita dei pazienti post-trapianto. Questo lavoro si propone di aprire una riflessione sull’efficacia dell’intervento infermieristico personalizzato per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti trapiantati.
OBIETTIVO
Gli obiettivi di questo studio sono duplici. Il primo: sintetizzare le evidenze disponibili sulla qualità di vita dei pazienti post-trapianto, esaminando gli interventi infermieristici personalizzati rispetto alle pratiche standard. Il secondo: identificare le dimensioni specifiche della qualità di vita che possono essere modificate positivamente attraverso l’intervento infermieristico, contribuendo così a evidenziare interventi per migliorare il benessere complessivo dei pazienti trapiantati.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: