29/08/2019 - Lavorare per diritti dei pazienti ed equità, rilancio Ssn, innovazione organizzativa e partecipazione. Mangiacavalli: "Ci aspettiamo dal Governo e dal ministro della Salute che verrà la nostra stessa volontà di collaborare e di coinvolgere tutti nei processi di formazione delle decisioni in sanità"
“La crisi di Governo non è un fatto esclusivamente legato a maggioranze e minoranze parlamentari e alle capacità comunicative/decisionali dei partner di governo, ma coinvolge innanzitutto i cittadini e, soprattutto, può mettere a rischio l’esigibilità del loro diritto alla salute se non si darà continuità e centralità alle politiche per la salute”
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia un appello perché con la crisi non si blocchi il processo di crescita, adeguamento e innovazione in atto dell’assistenza sociosanitaria.
Necessario chiudere velocemente il nuovo Patto per la Salute per blindare gli indispensabili 3,5 miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale previsto con l’ultima legge di bilancio e per portare a compimento le innovazioni in esso contenute a partire da: messa a sistema dell’infermiere di famiglia come da numerosi sondaggi richiede oltre l’85% dei cittadini, la valorizzazione delle competenze della professione Infermieristica e del Nuovo infermiere, innovazione dei modelli organizzativi per l’ottimale presa in carico delle vecchie e nuove fragilità, standard dell’assistenza sanitaria territoriale, revisione dei criteri di commissariamento delle Regioni che finora hanno prodotto risultati importanti dal punto di vista economico meno dal punto di vista della qualificazione dei servizi e del diritto alla salute.
Un Patto che ha visto un confronto con tutti i protagonisti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) attraverso la maratona di ascolto degli stakeholder promossa dal ministro Grillo.
In ballo, da chiudere a stretto giro, anche molti altri importanti provvedimenti come l’accordo Stato-Regioni su ospedali di comunità che deve essere approvato subito.
Anche in Parlamento serve procedere speditamente sui disegni di legge che introducono la figura dell’infermiere di famiglia e la possibilità per le professioni non mediche di esercitare attività intramoenia, che secondo FNOPI deve essere volta a garantire il principio della libera scelta del cittadino e non invece un modo per aggirare le inefficienze del canale istituzionale.
Come pure il disegno di legge sulla violenza nei confronti del personale sanitario, che ormai fermo in Parlamento da troppi mesi necessità di un’importante accelerazione per la sua definitiva approvazione.
E ancora. Non più rinviabili le azioni che possono incidere positivamente sull’effettività’ dei Livelli Essenziali di Assistenza in tutte le Regioni del Paese, garantendo così equità di accesso ai servizi. Su tutte dare risposte incisive al problema delle carenze del personale soprattutto alla luce degli effetti di Quota100: di infermieri ne mancano oltre 50mila che con Quota 100 rischiano di aumentare fino a 75mila e con i normali pensionamenti ancora di più. Senza nuove assunzioni si rischia il collasso. La norma sblocca assunzione prevista nel Decreto Calabria è un primo passo apprezzabile, ma serve molto di più.
Responsabilità, coraggio per innovare e cambiare davvero, tutti insieme, il SSN sulla base delle evidenze e in funzione dei nuovi bisogni delle comunità è l’unica strada per garantire alla future generazioni il Diritto alla Salute e la più grande opera pubblica realizzata nel nostro Paese: il Ssn.
Su questo gli infermieri, che ogni giorno, 24 ore su 24, sono accanto a chi soffre assistendo chi ne ha bisogno, sono pronti a collaborare con tutti: Associazioni di cittadini e pazienti, istituzioni, tutte le altre professioni, mondo scientifico e accademico.
Ci aspettiamo dal Governo e dal ministro della Salute che verrà la nostra stessa volontà di collaborare e di coinvolgere tutti nei processi di formazione delle decisioni in sanità.
La velocità che caratterizza l'assistenza in Pronto soccorso è così alta che diventa difficile a volte saperla controllare; le centinaia di attività che devono essere svolte, quasi simultaneamente, attorno ad ogni utente che afferisce a tale servizio hanno senz'altro bisogno di un coordinamento attento, dinamico e capace di rimodellare continuamente le fasi assistenziali. A tal riguardo abbiamo scoperto un utile e senz'altro innovativo ruolo spendibile in simili complessità. Si tratta dell'infermiere di processo. Per conoscere meglio di cosa si tratta, lo abbiamo chiesto ad uno degli ideatori di tale modello, l'infermiere Sauro Canovi, che insieme al collega Gianni Vitale ha introdotto questa figura all'interno del Pronto soccorso Generale del Policlinico Sant'Orsola a Bologna.
Chi è l'Infermiere di Processo
Si tratta di una figura infermieristica che svolge un ruolo di confine tra il Triage, l'assistenza, l'informazione e il controllo del processo agendo nelle tre macro-fasi che caratterizzano il percorso del paziente in Pronto soccorso:
Input: ingresso nel sistema di emergenza
Throughput: la fase intermedia del processo diagnostico-terapeutico che comprende le fasi di attesa e di attivazione di interfacce
Output: uscita dal sistema di emergenza.
Si tratta quindi di un professionista in grado di saper "fare" nel contesto di ogni area di lavoro in cui dovrà agire con competenza e professionalità, attraverso l'adozione di un modello concettuale in grado di considerare i tre elementi fondamentali per determinare la complessità assistenziale di cui la persona necessita in Pronto soccorso.
L'Infermiere di Processo trasforma quella che è una classificazione assoluta (derivante dall'attività di triage) in una classificazione relativa alla persona e ai suoi bisogni, a tal punto da superare la logica di Sorting (gestione per priorità) per arrivare ad applicare una logica di Streaming (individuazione e gestione di percorsi).
La finalità del ruolo è di presidiare il triage (dalla fase pre-triage alla fase post-triage) nei suoi processi operativi gestendo e governando i flussi nelle aree del PS al fine di preservare l'efficienza e la sicurezza della struttura adempiendo contemporaneamente alle seguenti funzioni:
Gestire i flussi assegnando i pazienti alle aree e alle postazioni (box) di trattamento in base alla situazione interna del PS (anche superando la rigidità dell'asse codice/orario di arrivo)
Garantire l'appropriatezza di destinazione del paziente secondo i criteri del codice di priorità assegnato stabilendo l'intensità di cura richiesta dal singolo caso seguendo il modello concettuale e di analisi.
Inoltre assicura la gestione in sicurezza dell'attesa promuovendo e garantendo la rivalutazione da parte dell'équipe di triage (al termine della rivalutazione il codice colore/numerico può essere modificato) e individuando aree di osservazione a vista e percorsi dedicati per i casi identificati come paziente "a rischio evolutivo o pazienti fragili".
L'Infermiere di Processo si interfaccia poi con altri professionisti, quali il medico di area per la soluzione di problemi complessi e di non esclusiva pertinenza del triage, i bed manager, i medici specialisti per attivare percorsi fast-track e avviare percorsi agevolati per particolari categorie di pazienti (fragili, vittime di violenza o altro).
Infine fornisce un adeguato livello informativo ai parenti e caregiver sulle procedure di pronto soccorso; quest'ultima attività risulta fondamentale per ridurre il carico di ansia che grava sulle persone, siano essi pazienti o accompagnatori che afferiscono al Pronto soccorso.
26/08/2019 - Previste iniziative di sensibilizzazione e informazione sul tema della sicurezza delle cure e della persona assistita.
Manca meno di un mese alla prima edizione a livello mondiale del "Patient Safety Day", celebrato d'ora in poi il 17 settembre di ogni anno, a partire dal 2019.
La Giornata è promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e prevede numerose iniziative a livello territoriale, con la simbolica illuminazione color arancione dei principali monumenti nazionale.
In Italia la Giornata è stata ufficialmente indetta con direttiva del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 4 aprile, su proposta del ministro della Salute. In particolare, si è stabilito che in tale Giornata tutte le amministrazioni pubbliche promuovano "l'attenzione e l'informazione sul tema della sicurezza delle cure e della persona assistita, nell'ambito delle rispettive competenze e attraversi idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione".
Il prossimo 27 agosto, a Roma, si terrà presso il ministero della Salute la riunione conclusiva del gruppo di lavoro che sta allestendo il programma degli eventi nazionali e locali legati al tema della Giornata.
Per ulteriori approfondimenti e per scaricare il materiale multimediale internazionale, questi i link a disposizione sin d'ora:
https://www.who.int/campaigns/world-patient-safety-day/2019 e https://www.who.int/campaigns/world-patient-safety-day/campaign-essentials/campaign-planning
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: