Psoriasi e infezioni cutanee rappresentano due tra le più comuni affezioni dermatologiche osservate nella pratica clinica sia in ambito specialistico sia in medicina generale. Si tratta di patologie che, oltre alle problematiche cliniche, presentano implicazioni inerenti la qualità della vita che non possono essere trascurate.
La conoscenza degli aspetti fisiopatologici, clinici, farmacologici e dei risvolti psicologici e sociali di queste diffuse patologie rappresentano il pre-requisito per una scelta ragionata di trattamenti capaci di unire all’efficacia clinica, un buon profilo di tollerabilità e un elevato gradimento da parte del paziente.
Il presente corso, articolato in sette moduli a firma di prestigiosi opinion leader del settore, è stato ideato per consentire un aggiornamento su queste tematiche con contenuti che privilegiano gli aspetti pratici dell’attività medica ambulatoriale.
La ricchezza contenutistica dell’iniziativa è testimoniata dall’elevato numero di crediti formativi.
Finalità
Gli operatori sanitari sono impegnati in prima linea a fronteggiare una minaccia invisibile, spesso senza nemmeno i presidii necessari per proteggersi, esponendosi a grandi rischi per la loro stessa salute fisica ma anche mentale.
Alla carenza di DPI come camici, mascherine e guanti, si aggiunge l’assenza di “DPI psicologici”, indispensabili per qualunque sanitario lavori in area critica.
I professionisti sanitari sono esposti a grandi pressioni su più fronti: da un lato l’etica e la deontologia professionale, l’impegno verso i propri pazienti e la frustrazione di non riuscire a curarli, di non riuscire a lenire le loro sofferenze, dall’altro lato la forte preoccupazione per la propria salute e per quella dei propri cari.
Parallelamente, si assiste a una rivalutazione del ruolo dei professionisti della salute: se prima della pandemia da Covid-19 erano trattati con poco rispetto e considerazione, oggi gli stessi vengono chiamati “eroi”, grazie a un processo di idealizzazione tanto comprensibile quanto superficiale.
Ma cosa accadrà agli “eroi” quando l’emergenza inizierà ad allentarsi?
È lecito attendersi un numero significativo di casi di burn-out, compassion fatigue e disturbo post traumatico da stress, forme di disagio che dobbiamo saper riconoscere e gestire.
*Conservazione Pfizer: 3 possibili modi di conservazione, ci sono infatti super-congelatori "a bassissima temperatura, ora disponibili in commercio e che possono prolungare la durata di conservazione fino a 6 mesi.
Ma il vaccino può essere conservato anche per 5 giorni in condizioni refrigerate a 2-8°C (le unità di refrigerazione sono molto spesso disponibili negli ospedali)".Infine si possono usare direttamente gli 'shipper', ovvero i contenitori termici Pfizer (in cui arriveranno le dosi), "che possono essere utilizzati come unità di stoccaggio temporaneo riempiendoli con ghiaccio secco ogni 5 giorni per un massimo di 30 giorni.
**Conservazione MOderna: : I flaconcini chiusi devono essere conservati congelati in un congelatore a una temperatura compresa tra -25 °C e -15 °C e nella scatola originale, per proteggere il medicinale dalla luce.Una volta scongelato, il vaccino non deve essere ricongelato. Il vaccino, nei flaconcini chiusi (non perforati), può essere conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C, al riparo dalla luce, per un massimo di 30 giorni e può essere conservato a una temperatura compresa tra 8 °C e 25 °C per un massimo di 12 ore dopo che è stato tolto dal congelatore.
Vai al sito AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco): In questa sezione si raccolgono tutte le informazioni più rilevanti e aggiornate sui vaccini COVID-19.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: