Ieri 31/03/25, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Teramo, rappresentato dal presidente Dott. Andrea Fini, ha partecipato alla riunione della Prima Commissione Consiliare "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" presso il Palazzo dell'Emiciclo a L'Aquila. Il tema affrontato è stato l’aumento della variazione dell’aliquota dell’addizionale regionale dell’IRPEF.
Per la prima volta, l’Ordine degli Infermieri è stato interpellato su queste tematiche, un riconoscimento istituzionale importante. L’OPI di Teramo, intervenuto insieme all’OPI dell’Aquila, ha espresso consapevolezza delle difficoltà economiche e degli sforzi delle amministrazioni sanitarie, ma anche forte preoccupazione per l’impatto che tale aumento avrà sulla classe infermieristica e, più in generale, sulla tenuta del sistema sanitario regionale.
Un aspetto critico è il mancato raggiungimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Abruzzo. Secondo i dati GIMBE, la regione presenta uno dei più bassi rapporti infermieri per abitanti in Italia, che già si colloca tra le nazioni con meno infermieri in Europa. Inoltre, l’età media degli infermieri abruzzesi è tra le più alte del paese, un fattore preoccupante per una professione che richiede elevate responsabilità e impegno.
L’Ordine ha sottolineato l’impegno quotidiano degli infermieri abruzzesi nel portare avanti il servizio sanitario regionale, nonostante le difficoltà legate alla carenza cronica di personale e al turnover. Durante la pandemia da Covid-19, il sistema sanitario ha retto grazie al sacrificio e alla dedizione degli infermieri, che hanno garantito assistenza in condizioni estreme. Tuttavia, a distanza di anni, la situazione non è migliorata: il numero di infermieri continua a essere insufficiente e il ricambio generazionale è ostacolato da contratti precari e condizioni di lavoro sempre più gravose.
L’OPI ha anche sollevato dubbi sull’apertura di nuove strutture sanitarie, sia ospedaliere che territoriali, chiedendo chiarimenti sulle risorse umane disponibili per garantire un funzionamento efficace di questi servizi. Infine, è stato ribadito l’appello a eliminare definitivamente il vincolo di esclusività per gli infermieri, riconoscendo le loro competenze specifiche per ampliare i servizi offerti ai cittadini.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto con le istituzioni regionali, nella speranza che le preoccupazioni della categoria infermieristica vengano prese in seria considerazione per garantire un servizio sanitario efficiente e sostenibile.
Ritorna una rubrica che da sempre ha suscitato interesse non solo da parte dei colleghi ma dei cittadini che grazie a queste interviste, riesce a comprendere cosa vi sia dietro un professionista che ogni giorno mette a disposizione la propria conoscenza, le proprie capacità al servizio della collettività.
Non bisogna proprio ricordare a questo Ordine quanto sia importante il lavoro quotidiano di ogni infermiere, che sia svolto nel pubblico, nel privato da libero professionista o in qualsiasi altra modalità e di quanto sia stata dura per loro in questi anni battersi quotidianamente con le mille difficoltà legate alla mancanza di personale, risorse e strutture e comunque fornire la propria alta competenza per portare avanti il benessere colettivo nonchè permettere l'introduzione di figure specifiche e specializzate che appartengono alla stessa categoria.
Fatte le dovute premesse, non possiamo essere così miopi nel non cogliere le opportunità che si presentano per la nostra professione che ci consentono di ricoprire ruoli finalmente riconosciuti, ruoli che spesso altre realtà ci invidiano ma che allo stesso tempo gravano su un sistema con il personale sempre alle corde.
Oggi incontriamo Mario Colangeli collega infermiere che da poco ha ottenuto l' Incarico di Funzione Professionale per pazienti stomizzati, presso l'ASL di Teramo.
1. Parlaci di te. Come hai scelto di fare l’infermiere?
- Una scelta consapevole, avvenuta quando avevo 17 anni. Scelta personale che rifarei!
2. Quale è stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
- Ho avuto esperienze all’IRCC di Milano e SMN di Reggio Emilia, poi dall’89 casualmente in chirurgia d’urgenza a Teramo, pertanto la famosa ‘’lampadina’’ si era già accesa nei confronti dei pazienti stomizzati.
Diplomato nell’85, laureato in stomaterapia nel 2022, nel mezzo una miriade di corsi di formazione e specializzazione.
Ho fatto parte di organismi come AISLC ( sulle lesioni da pressione) e AIOSS (stomaterapisti), con quest’ultima ho ricoperto, grazie al supporto del nostro maestro Gabriele Rastelli, la carica di presidente del comitato educativo stomaterapisti italiani.
3. Qual è il tuo rapporto con i colleghi in particolare con i più giovani?
- Rapporto stupendo, ancora di più quando trovo substrato interessante su cui lavorare, mai imponendo la mia volontà, ma cercando di costruire un qualcosa insieme, con i colleghi più esperti, con un proprio percorso alle spalle, un po' più difficile perché hanno una forma mentis abbastanza bloccata sul alcune aperture che la professione richiede.
4. Come pensi che l’utenza recepisca oggi la nostra “professione”?
- L’utenza percepisce alcune volte le negatività che ci portiamo da tutto quello che succede nel mondo sanitario,
ma se esce dalla struttura ‘’contento’’ lo deve a quello che noi siamo riusciti a fargli vivere nei migliori dei modi… nelle famose best practice.
5. Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questa professione?
- Voglia di affrontare un percorso fatto di tanti ostacoli e difficoltà e guadagnarsi col sudore e sorriso quelle competenze che ripagano immense delusioni
6. Si va sempre di più su competenze specifiche, dall’introduzione di nuovi indirizzi di lauree magistrali a corsi di perfezionamento, pensi sia la strada giusta?
- Penso che usciti dall’università la mente del professionista è aperta ad assorbire nuovi concetti più performanti per il proprio lavoro e carriera ma lungi da me, pensare che possano servire solo per aumentare punteggi per gli avanzamenti di carriera che esulano dal contesto iniziale.
7. Nella tua realtà lavorativa riesci ad esprimere la tua “autonomia professionale”?
- Assolutamente si. Penso che ogni professionista conosca i propri limiti, importante è creare una collaborazione pro attiva con la figura medica di riferimento, se facciamo questo abbiamo vinto entrambi.
8. L’infermiere come professionista ha la capacità di aggiornarsi e arricchirsi con la formazione e la ricerca. Nella tua realtà lavorativa è così?
- Assolutamente si. Penso che l’aggiornamento ‘’usato’’ per colmare lacune rispetto alla nostra formazione, derivate anche dalla scoperta di nuove metodiche sia positiva, se usato per mera cultura generale, mi lascia più perplesso.
9. L’infermiere ha una responsabilità diretta del proprio lavoro. Ne sei consapevole? Cosa ne pensi?
- Ogni lavoro, soprattutto quando si ha la completa o la quasi autonomia ha dei risvolti postivi e negativi, sta a noi sapere quali sono e come rispettarli.
10. Cosa cambieresti della nostra professione?
- Cambierei io, per tornare indietro e non commettere alcuni sbagli che si fanno agli inizi, ma cambierei la mentalità di alcuni colleghi, un sorriso non ha mai ucciso nessuno, anzi ci aiuta e fortifica nel nostro percorso.
11. Pensi che i cittadini si rendano conto dell’alta professionalità e responsabilità del personale sanitario?
- Penso di si. Se il paziente si trova a farsi curare da personale che oltre a farlo stare bene lo rispetta come essere umano,abbiamo trovato la nostra QUADRA!
12. Sappiamo che ti aspetta una nuova avventura lavorativa, puoi parlarcene?
Lo sognavo da quando nel luglio dell’85 diventai l'allora "infermiere professionale". Rincorrere un sogno e poi raggiungerlo gratifica l’ANIMA.
Ho cercato in questi anni di avere un focus sempre diretto ed attento su questa tematica, parlando ai corsi, nei reparti, soprattutto tra la gente.
Grazie per aver condiviso con noi il tuo pensiero ed in bocca al lupo per tutto!
Continua la violenza sugli operatori sanitari, ultimo episodio a L'Aquila, piena solidarietà dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo ai colleghi protagonisti di questo ennesimo episodio di violenza.
Di seguito articolo FNOPI:
“Gli infermieri sono la categoria più colpita dalle aggressioni contro il personale sanitario. Nonostante si siano registrati importanti passi in avanti sul contrasto e la prevenzione, le violenze continuano, in particolare contro le donne”.
Lo comunica, in una nota, la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni infermieristiche in occasione della Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
“Questi episodi, spesso, nascono da mancate risposte che i cittadini patiscono per la carenza di personale, che peggiora una situazione di disagio organizzativo e di stress lavorativo – spiega la FNOPI -. Accanto alle misure di contenimento messe in atto dal governo, che pure stanno dando dei risultati concreti in termini di condanne, occorre costruire un percorso di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al corretto utilizzo delle strutture e dei servizi del Servizio sanitario nazionale. Servono nuovi modelli organizzativi integrati, in grado di intercettare i bisogni dei cittadini e fornire risposte adeguate”.
Secondo la FNOPI, “è necessario mettere in connessione ospedale e territorio. Come Federazione siamo da sempre a disposizione per fare la nostra parte, collaborando con le istituzioni e lavorando sulla formazione dei nostri professionisti affinché siano sempre più preparati sia dal punto di vista relazionale, secondo i principi del Codice Deontologico, sia in termini di formazione continua”.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: