Tratto da: www.cityrumorsabruzzo.it
Andrea Fini è il nuovo presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo. È questo l’esito della tornata elettorale del 23 e 24 novembre per il rinnovo delle cariche, nella quale hanno votato 521 infermieri su oltre 2400 iscritti all’OPI (un’affluenza superiore alla media nazionale).
La lista “Professione e Passione” si è imposta con ampio margine sulla lista “Gli infermieri per gli infermieri: evoluzione ed innovazione”. Il nuovo Consiglio Direttivo che affiancherà il presidente Fini è composto da Cristian Pediconi (vicepresidente), Stefano Bellini (segretario), Luca Ruggieri (tesoriere), Roberto Di Mattia, Giorgia Massotti, Rosanna Modesti, Alessandro Berardinelli, Silvia Capitanio, Alfredo Cimbalo, Arianna Rispoli, Federica Delli Compagni, Giulia Maravalle, Daniela Pancottini e Francesco Visciotti.
Rinnovate anche le cariche in seno alla Commissione d’Albo, la cui presidente è Luana Furia, vicepresidente Emanuele Pompilii, segretaria Manuela Ferrara, altri componenti Christian Di Quinzio, Alessandra Lamanda, Roberta Raponi e Roberta Zanapa. Revisori dei conti sono stati eletti Giuseppe Giannetti, Francesco Mezzabarba e Cosimo Annarumma (supplente).
“Ci tengo a ringraziare tutti i colleghi che si sono mobilitati da ogni luogo della provincia per esprimere il loro voto – dichiara il presidente Andrea Fini – Ritengo che sia stato riconosciuto il lavoro compiuto negli ultimi anni dall’Ordine su più fronti, dalla tutela della professione all’educazione sanitaria della cittadinanza, in particolare dei giovani con tanti incontri nelle scuole, senza dimenticare i rapporti stretti con associazioni scientifiche di riferimento, terzo settore e istituzioni del territorio. Il nostro obiettivo – conclude Fini – rimane quello di valorizzare e far apprezzare sempre più la professione infermieristica, anche con il contributo dei nuovi colleghi che entreranno a far parte degli organismi dell’Ordine”.
“Il decreto flussi sta delegittimando l’attività degli Ordini professionali come enti sussidiari dello Stato, perché permette di continuare a esercitare le professioni sanitarie senza nessuna regolamentazione. Facciamo appello al presidente Fedriga affinché in Conferenza delle Regioni approvi il prima possibile l’atto d’intesa già predisposto da tempo, che regoli questo percorso e che ponga tutti i professionisti, italiani e stranieri, sullo stesso livello. Serve subito una soluzione”.
Così la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli, e il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, commentando il “Decreto flussi”, approvato in prima lettura dalla Camera e atteso il 3 dicembre in Aula al Senato, che contiene un’ulteriore proroga all’esercizio temporaneo in Italia di personale straniero, in particolare infermieri, medici e altri professionisti sanitari, fino al 2027, in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali e senza l’iscrizione agli Ordini italiani.
“L’unico vincolo è quello di essere iscritti nell’Ordine del Paese di provenienza – spiegano – ma non c’è nessuna valutazione rispetto all’equivalenza dei titoli, al percorso formativo. Soprattutto, non c’è una previsione di iscrizione, che è ciò che le Federazioni avevano chiesto e che era contemplato nell’atto, in un elenco speciale tenuto dagli Ordini per poter esercitare un controllo deontologico su questi colleghi. Quindi noi troveremo in Italia cittadini assistiti da persone che probabilmente hanno una qualificazione adeguata, ma nessuno potrà mai averne la certezza perché non c’è un sistema di monitoraggio, così come non c’è un controllo deontologico, previsti invece nell’intesa. E questo in un momento in cui, dopo i recenti fatti di cronaca, tutti chiedono, da parte degli Ordini, maggiori garanzie e controlli più stringenti”.
“Sembra quindi fuori luogo – concludono – una disposizione che permetta a dei professionisti sanitari, che hanno nelle loro mani la vita e la salute delle persone, di poter esercitare senza alcun controllo, né preventivo né a posteriori, da parte degli Ordini. Gli Ordini sono posti a garanzia dei diritti dei cittadini e questa è una competenza che non possiamo né vogliamo disconoscere. Il rischio è che si ripeta quanto accaduto per la pubblicità sanitaria, campo in cui il ruolo degli Ordini è stato fortemente ridimensionato a favore della concorrenza, a tutto vantaggio di chi non rispetta le regole ed esponendo a gravi rischi i cittadini.
Dobbiamo uscire da queste soluzioni temporanee, non risolutive e poco pensate che, proroga dopo proroga, diventano strutturali. Il tema della carenza del personale sanitario deve essere affrontato in maniera sistemica e connotato con dei requisiti di solidità e di rigore, con regole uguali per tutti i professionisti e identiche garanzie per tutti i cittadini”.
“Senza infermieri non c’è servizio sanitario nazionale”. Le parole del professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri aprono Ripensare la professione infermieristica, Ripensare il servizio sanitario nazionale, convegno organizzato oggi 29 novembre da FNOPI nell’ambito del 19° Forum Risk Management di Arezzo.
Rispetto alla carenza degli infermieri e al ruolo occupato all’interno del servizio sanitario nazionale, nel suo videomessaggio, Remuzzi (VIDEO INTEGRALE) ha saputo sottolineare il valore della professione infermieristica, lanciando un appello affinché “si eviti che gli infermieri alla fine vadano via, si stanchino. Dobbiamo dare loro opportunità di carriera. E questo forse è più dello stipendio che si certo è importante. Non possiamo avere degli infermieri che sono pagati un terzo che negli altri paesi europei lo stipendio degli infermieri e dei medici dovrebbe essere lo stesso in tutti i paesi europei. Se avessimo un sistema sanitario europeo che poi diventa un servizio sanitario europeo, ma un sistema di governance che sia europeo, noi purtroppo non ce l’abbiamo nemmeno a livello regionale”.
L’evento si inserisce in un percorso avviato dalla Federazione e che coinvolge Ministero della Salute, Commissione Salute presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Università, Federsanità, Fiaso, Pastorale della Salute e Sidmi. Un percorso di confronto nel quale la FNOPI promuove un modello organizzativo e professionale per interpretare i cambiamenti in atto nella filiera assistenziale in Italia, analizzando le ricadute sul livello organizzativo e sullo sviluppo formativo accademico della professione. La proposta della Federazione si inserisce in un contesto dominato dalla crescente complessità dei bisogni assistenziali e da una grave carenza di infermieri: elementi che rendono necessaria una revisione dei modelli organizzativi che soddisfi le attese dei cittadini in un’ottica di sostenibilità dell’intero sistema Salute.
Lauree magistrali a indirizzo clinico e assistente infermiere rientrano chiaramente nella discussione, poiché, come ha spiegato nella sua introduzione il consigliere nazionale Nicola Draoli, al pari di quanto avvenuto in passato, anche questa fase di cambiamento che vede al centro l’infermiere porta con sé un grande dibattito. Lo è stato quando vennero introdotte le figure degli OTA e degli OSS e lo è oggi con l’assistente infermiere e con le lauree specialistiche. “Ogni nostra evoluzione – ha detto Draoli – nasce sempre da una condizione di «crisi», ogni nostro passaggio evolutivo ha sempre comportato l’aumento di competenze, di formazione e di studio”.
Molti gli spunti di riflessione e le proposte emerse nel corso di una mattinata proficua grazie ai contributi offerti dai relatori della sessione. Cristina Rinaldi, direttore dell’Ufficio Disciplina della Direzione Generale Professioni Sanitarie del Ministero della Salute ha illustrato la revisione dei modelli organizzativi, a partire dall’infermiere di famiglia e comunità e dal DM 77 del 2022. Rispetto alla carenza di personale infermieristico, si è soffermata sulle più recenti misure intraprese dai ministeri della Salute e dell’Università “per rilanciare il ruolo e le carriere degli infermieri di nuova generazione”. Ha quindi parlato della figura dell’infermiere specialista, come già previsto sin dal DM 739 del 1994, con una naturale ricaduta, nel tempo, anche sul tema della prescrizione infermieristica.
Claudio Costa, coordinatore Area Risorse umane, formazione e fabbisogni formativi della Commissione Salute presso Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha ripercorso il lavoro della commissione e illustrato punti di forza e debolezza dell’inserimento all’interno della filiera assistenziale della figura dell’infermiere specialista e dell’assistente infermiere che, ha evidenziato, “svolge le attività dirette alla persona, direttamente attribuite dall’infermiere o secondo la pianificazione assistenziale, riferendone allo stesso in quanto responsabile dell’assistenza infermieristica generale”. Rispetto a questo punto è stata chiara anche Rinaldi ribadendo come “il responsabile dell’assistenza resta sempre l’infermiere e nessuna figura può in nessun modo sostituirlo”. Sulla necessità di e migliorare la situazione retributiva del personale sanitario nel contesto di una riforma di sistema si è espresso il senatore Francesco Zaffini, presidente della X Commissione permanente Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Senato della Repubblica. La senatrice, ed ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha invece le criticità di misure tampone sulla carenza, come le proroghe su riconoscimento titoli in deroga per personale sanitario proveniente dall’estero.
Ampio spazio poi al tema della formazione con la relazione della segretaria nazionale FNOPI, Beatrice Mazzoleni, che ha ricostruito le azioni messe in campo dalla Federazione in collaborazione con Crui, Mur e Ministero della Salute per accrescere, attraverso l’istituzione di nuovi percorsi universitari, l’attrattività della professione. L’implementazione dei modelli organizzativi, le ipotesi e le proposte hanno occupato la tavola rotonda finale. Il vicepresidente FIASO Antonio D’Amore ha rimarcato il ruolo che possono giocare i direttori generali per dare sostanza alle riforme in atto, utilizzando al meglio gli strumenti innovativi che già esistono: dalla rimozione del cumulo di impieghi alle misure di welfare aziendale alle strategie di contrasto alle violenze contro gli operatori sanitari. Fabrizio d’Alba, presidente Federsanità Nazionale ha proposto di sperimentare il modello organizzativo di FNOPI, mettendo a disposizione la rete di Federsanità. Per Bruno Cavaliere, presidente SIDMI, occorre puntare sulle abilità di leadership e sulle soft skills, e cambiare la cultura organizzativa, anche della classe medica. A Maurizio Zega e Carmelo Gagliano consiglieri nazionale FNOPI è stato affidato il compito di analizzare il processo di cambiamento in atto nei vari setting assistenziali, evidenziando le ricadute che ci saranno tanto in ambito ospedaliero quanto territoriale, nella tavola rotonda moderata dal responsabile della Comunicazione FNOPI, Silvestro Giannantonio.
La giornata è stata chiusa dalla presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli che, tirando le fila di una giornata ricca di spunti, riflessioni e informazioni puntuali, ha invitato tutti a cogliere “il sapere infermieristico che governa la filiera dell’assistenza secondo complessità differenziate. E per governarla avremo bisogno di una funzione manageriale competente e unica. Per questo serve un grande lavoro di formazione. In questa direzione si muovono tre indirizzi magistrali (Cure Primarie e Sanità pubblica, Cure Pediatriche e Neonatali e Cure Intensive e nell’Emergenza) per rendere più attrattiva la professione e fare in modo che sempre più giovani possano sceglierla. Costruendo, al contempo, percorsi di riconoscimento delle competenze che stanno tra la laurea triennale e quella magistrale anche per valorizzare tutta la formazione che hanno fatto fino ad oggi gli infermieri”.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: