Consulta comunale per la parità e le pari opportunità di Teramo, "La lingua dei segni per tutti". Insegnante: Alba Impicciatore, interprete lingua dei segni.
Dal 6 Aprile ore 18:30 / 20:00 c/o Ass.ne ASI piazza Garibaldi, 54 Teramo.
Prenotazione ed info. al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Costo 50 Euro, massimo 15 partecipanti.
Prima di conoscere meglio il nostro collega Antonio Mancini l'intero Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo desidera fare un enorme in bocca al lupo per la sua nuova avventura lavorativa. Impegno, coraggio, passione legati all'alto profilo professionale portano sempre più colleghi ad intraprendere un percorso non soltanto legato a strutture nosocomiali, questo non fa che rappresentare al meglio quello che oggi è la professione infermieristica rispetto al sistema salute.
- Ciao Antonio, parlaci di te. Come ti descriveresti?
Determinato, caparbio, tenace e curioso...è così che mi descrivono le persone che mi conoscono davvero. Sono cresciuto in una realtà semplice, in un piccolo centro della provincia teramana che mi ha permesso di apprezzare le cose autentiche della vita quotidiana e tutt'ora conservo la capacità di meravigliarmi e stupirmi che mi accompagna sin da quando ero bambino. Non ho mai perso contatti con gli amici con i quali sono cresciuto e ho condiviso gran parte della mia adolescenza, sebbene non sia stata sempre spensierata, ma anche grazie alla loro vicinanza sono riuscito a superare momenti dolorosi e difficili da affrontare per un ragazzo appena maggiorenne. Mi piace circondarmi di sorrisi, sguardi sinceri e abbracci rassicuranti, anche se purtroppo nel mio lavoro spesso le lacrime e la sofferenza prendono il posto dei sorrisi e delle risate.
- Come hai scelto di fare l'infermiere?
Per quanto riguarda la mia professione, l'approccio è stato inizialmente casuale e soltanto quando mi sono addentrato concretamente nella realtà del mio lavoro me ne sono innamorato, soprattutto perché mi consente di stare a contatto con tante persone e offrire loro un sostegno anche psicologico e morale, oltre che fisico.
-Quale è stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
Dopo aver frequentato le scuole superiori, ho deciso di iscrivermi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, corso di Infermieristica presso l'Università dell'Aquila. Ho svolto il tirocinio sia all'Ospedale Mazzini di Teramo, sia al Nosocomio San Liberatore di Atri, facendo pratica in diversi reparti. Già durante il percorso universitario si faceva strada in me la volontà di realizzare una struttura che consentisse di offrire ai malati assistenza e cura extra-ospedaliera e domiciliare. Ho dato vita alla mia idea partendo inizialmente con servizi a domicilio sul territorio, per poi creare una sede fissa situata a San Nicolò.
- Cosa cambieresti della nostra professione?
Della mia professione apporterei modifiche alla sfera burocratica, in quanto si riscontrano molteplici criticità e contraddizioni tra i principi normativi e la realtà dei fatti. Ritengo sia necessaria una revisione nell'organizzazione del lavoro per incentivare modelli di assistenza personalizzata.
- Le ultime terribili vicende, legate alla pandemia hanno visto come protagonista molti nostri Colleghi, che, in alcuni casi hanno pagato con la vita l'impegno del proprio lavoro. Quali considerazioni ti senti di fare in merito?
La pandemia ha colpito duramente tutti gli operatori delle filiere sanitarie, dai medici, agli infermieri, ai soccorritori che hanno dovuto affrontare l'emergenza sulla base di schemi organizzativi inizialmente inadeguati. Sono emersi errori pregressi di programmazione nella rete sanitaria, poiché nessun Paese aveva seriamente affrontato il problema della prevenzione. I tanti morti del settore sanitario rappresentano il risultato di anni di tagli alla spesa sanitaria, della diminuzione costante del personale, della riduzione dei posti letto e della mancanza di sufficienti reparti di terapia intensiva.
Grazie Antonio ed in bocca al lupo!
Fonte Ansa.it
Anche il Papa all'Angelus ha ricordato che oggi è la Giornata nazionale dedicata a loro: "Medici e infermieri eroi, un grazie grande". Speranza: "Basta stagione dei tagli"
"In occasione della seconda Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato desidero sottolineare ancora una volta il ruolo cruciale svolto da tutto il personale del comparto sanità e del volontariato nella tutela della salute collettiva.
Da quando il nostro Paese è stato duramente colpito dall'insorgere, repentino e inatteso, di una emergenza sanitaria di così vasta portata, gli operatori di tali categorie si sono trovati all'improvviso in prima linea a fronteggiare un nemico per molti versi sconosciuto.
E' grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti di quelle, già dolorosissime, che abbiamo dovuto patire.
Sono in programma investimenti e nuove strategie per garantire una migliore qualità della cura e dell'assistenza, per accrescere la capacità di prevenzione, per ridare centralità alla persona e al territorio nel quale vive: ma l'efficacia delle riforme, come sempre, è legata alla qualità e all'impegno di chi concretamente la fa vivere con il proprio lavoro e con la propria passione. Quanto è avvenuto in questi anni difficili è motivo di rassicurazione per gli italiani.
Oggi è, pertanto, occasione per me e per tutto il popolo italiano di rendere omaggio all'impegno del personale sanitario e del volontariato e di unirci nel ricordo, grato e doloroso, di quanti hanno pagato con l'estremo sacrificio la propria inclinazione all'altruismo". E' quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata del personale sanitario.
Anche il Papa all'Angelus ha ricordato che oggi è la Giornata nazionale del personale sanitario. "Dobbiamo ricordare tanti medici, infermiere e infermieri, volontari che stanno vicino agli ammalti, li curano, fanno sentire meglio, li aiutano", "nessuno si salva da solo". "Nella malattia abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi, che ci aiuti" e "l'eroico personale sanitario" ha mostrato la sua "eroicità al tempo del Covid ma rimane l'eroicità tutti i giorni. Ai nostri medici, infermiere e infermieri un applauso e un grazie grande", ha detto il Papa invitando i fedeli in piazza San Pietro a battere le mani.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: